Under 19
03 Luglio 2024
UNDER 19 • Riccardo Rebaudo, classe, cuore e gamba
Una squadra che vince non lo fa mai per caso, c'è sempre una ragione profonda dietro un successo, dietro un percorso positivo. Per la vittoria del primo scudetto della storia dell'Alcione le ragioni sono tante: la programmazione societaria, la maturità e l'affiatamento del gruppo, le scelte tattiche del tecnico, ma c'è anche un ragazzo in particolare tra quelle molte ragioni, un giocatore poco rumoroso, un po' schivo, che però silenziosamente è diventato leader tecnico degli orange, dando un grande contributo al raggiungimento della finale dello scorso anno, e dominando sul terreno di gioco in quella del 23 giugno. Un giocatore che da due anni viene convocato stabilmente in Serie D, e che in questa stagione ha collezionato 9 presenze tra i grandi - 7 in campionato e due nella poule Scudetto - e che potrebbe l'anno prossimo fare il salto tra i professionisti.
Stiamo parlando di Riccardo Rebaudo, cuore, cervello e polmoni dell'Alcione, che dovendo fare la spola tra prima squadra e Under 19 è sceso in campo solo 15 volte coi giovani (5 presenze nelle fasi finali), perdendo solo una partita, quella con la Castellanzese. Rebaudo al termine della finale scudetto analizza la sua stagione: «L'impatto col calcio dei grandi è stato sicuramente duro, ma i compagni mi hanno accolto benissimo, soprattutto mi hanno fatto capire subito in cosa migliorare per stare al passo con la categoria - obiettivo raggiunto dato che nelle 7 partite di campionato con lui in campo, i grandi hanno perso solo contro l'Asti -. Credo sia stata un'esperienza importantissima per avere maggiore consapevolezza del mio valore nelle partite giocate successivamente con l'Under 19».
È proprio consapevolezza la parola che Rebaudo utilizza di più nel post-gara, ovvero la capacità di riconoscere con umiltà il proprio valore, la propria forza: «Credo che rispetto all'anno scorso siamo scesi in campo più consapevoli, sapevamo quali erano i nostri punti di forza e sapevamo di dover dare tutto, così abbiamo fatto e siamo finalmente campioni». E in effetti rispetto all'anno scorso gli orange non hanno titubato, spingendo continuamente per fare gol e per chiudere una partita che rischiava di diventare una replica della finale passata. Pericolo scampato dalla squadra non solo grazie al raddoppio di Lione, ma anche per la straordinaria solidità difensiva garantita dal sacrificio dei centrocampisti - Rebaudo in questo senso un muro invalicabile - e dall'attenzione del quartetto difensivo.
Ora il giovane centrocampista può cominciare a pensare alla prossima stagione, che dovrebbe cominciare ancora con la maglia orange sulle spalle, 7 stagioni dopo la prima volta, 7 stagioni dopo l'addio alla Lombardia Uno: «Devo ancora parlare con la società, ovviamente spero di rimanere». Il giovane mediano è infatti tra i candidati - assieme al terzino Caremoli, al portiere Gueye e al centrale Scrivanti - a restare all'Alcione facendo la spola tra prima squadra e Primavera 4. Coronamento perfetto di un percorso che ha visto Rebaudo crescere e diventare il dominatore che tutti hanno ammirato in finale.