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Serie D

Il Club Milano fa le cose in grande: presentati l'allenatore e un nuovo importante socio

A Pero arriva il fondatore di una società di private equity con un capitale superiore al miliardo

Manuel Scalise Club Milano

SERIE D CLUB MILANO • Manuel Scalise, tornato sulla panchina biancorossa e nuovo condottiero per la stagione 24/25

«Oh mamma, mamma, mamma, sai perché mi batte il corazón? Ho visto il Club Milano, ho visto il Club Milano e, mammà, innamorato son!». Uno dei cori più presenti sulle tribune del Gianni Brera. Una di quelle voci iconiche in quel di via Giovanni XXIII e che certamente non mancherà di farsi sentire anche nella prossima stagione, dato che quella stessa passione è pronta a riaccendersi con le novità legate al futuro della squadra e della società. C'è tanta, tantissima carne al fuoco. Nella giornata di martedì 2 giugno il Club ha infatti presentato il nuovo tecnico della Prima Squadra, Manuel Scalise, chiamato a sostituire Giuseppe Scavo. Non soltanto, perché durante la presentazione - a cui erano presenti anche il vicecapitano Lorenzo Costa e il centrocampista classe 2005 originario di Pero Stefano Mazzitelli - sono intervenuti anche i membri della dirigenza e del comune di Pero, cogliendo innanzitutto l'occasione per dare la parola al nuovo ingresso societario: quello dell'imprenditore Stefano Bonfiglio.

INNESTO

Stefano Bonfiglio è il vero colpo di mercato in casa Club? Troppo presto per dirlo, anche se le premesse...Fondatore e socio amministratore del fondo Stirling Square Capital Partners, società di private equity con sede a Londra e che ha un capitale totale superiore al miliardo di euro. Si è laureato presso la Georgetown University e alle spalle vanta un curriculum come Amministratore Delegato in numerose società sempre nel mondo della private equity. Entrato con PV Ignis Srl fra le quote della Pallacanestro Varese, Bonfiglio è anche appassionato di pallone e ha già avuto modo di tastare con mano l'ambiente biancorosso. «Ho un figlio che gioca a calcio - esordisce l'imprenditore -. Un po' di tempo fa c'è stata l'occasione di vederlo affrontare, con la sua squadra, il Club. Al termine della partita mi sono complimentato con il tecnico biancorosso per il modo in cui è stato capace di trasmettere ai suoi giocatori determinati principi che reputo fondamentali all'interno dello sport», gli stessi che hanno poi convinto Bonfiglio ad abbracciare il progetto del presidente Marrone

Da sinistra verso destra: Stefano Merli, Claudio Marrone, Stefano Bonfiglio, Achille Gennarelli, Manuel Scalise, Stefano Bezzi e Andrea Badini

Su ciò che riguarda il suo apporto l'imprenditore ha le idee chiare: «L'obiettivo è quello di dare una mano, con mezzi e opportunità, all'interno del percorso intrapreso dalla società. I giovani sono il nostro presente e il nostro futuro». Concetto che ben si sposa con il pensiero successivamente espresso dal patron Andrea Badini«Con Stefano abbiamo subito condiviso i medesimi valori. Fare calcio come lo facciamo noi, con una forte attenzione ai ragazzi. In questi 7 anni, poi, i risultati parlano da soli. La nostra Prima Squadra è arrivata al livello più alto del calcio dilettantistico»

VERTICI

«Diciamo che i ragazzi sono stati un po' birichini quest'anno. - esordisce il Presidente Guido Marrone rispondendo alla domanda sugli episodi più iconici della stagione appena trascorsa - Abbiamo vissuto momenti esaltanti, battendo qui al Gianni Brera la maggior parte delle pretendenti al titolo. Ne citerei una in particolare, ma farei un torto a un mio caro amico quindi eviterò - sorride -. Poi ci sono state le partite in cui abbiamo sofferto, fino a quella con la Tritium dove alla fine siamo esplosi».

Sì, nell'anno in cui Bologna festeggia per settimane la qualificazione alla Uefa Champions League, Marrone ricalca gli stessi concetti: «Qualcuno dice, ma come, vi esaltate per esservi salvati? Beh, sì! C'è chi gioca per vincere il campionato e chi come noi per mantenere la categoria. Ognuno ha i propri obiettivi. Quest'anno magari cercheremo di alzare ulteriormente l'asticella, puntando a una salvezza ancora più tranquilla».

Il classe 2005 Stefano Mazzitelli, il Sindaco Antonino Abbate e il tecnico Manuel Scalise

Il vicepresidente Marco Bezzi sottolinea invece la voglia di continuare a lavorare per ridurre le distanze con altre realtà: «Ci scontriamo con società che hanno 30/40 anni di vita alle spalle. Un gap che mi sento di dire che stiamo colmando al meglio. Lavoriamo affinché la Prima Squadra sia una rampa di lancio, un sogno per tutti i ragazzi che militano nel Club». Ragazzi,che sono poi il fulcro degli interventi dei membri comunali presenti, vale a dire Antonino Abbate (sindaco di Pero), Germana Rossi (assessore ai servizi sociali, allo sport, alla cultura, all'istruzione, alle politiche del lavoro e ai servizi sanitari) e Antonio Di Salsa (assessore alla mobilità e trasporti, alla sicurezza urbana, alla legalità, alla tutela e salvaguardia del territorio e della polizia locale). Tutti e 3 concordi sull'importanza di mantenere solida la collaborazione fra il Comune e la società biancorossa, in quanto il centro sportivo Gianni Brera viene ritenuto di importanza fondamentale per una crescita sana dei ragazzi di Pero.

CILIEGINA

Nel pre-conferenza Scalise sorride e saluta, si presenta in maniera garbata a chi non conosce e, soprattutto, lascia trasparire quella che sembra una genuina e un po'inattesa tensione. Emozioni che poi, forse, vengono spiegate dalle sue prime parole nella sua seconda esperienza con il Club: «Ho belle sensazioni. Qui è da dove è partito tutto, sin da quando ero ragazzino. Poi ho avuto la fortuna di fare una carriera bellissima. Il mio augurio è che la comunità di Pero, attraverso le nostre prestazioni, possa ulteriormente unirsi attorno a questa realtà. Le aspettative sono alte, com'è giusto che sia quando si fa ritorno in un posto».

Il sindaco Abbate omaggiato con una speciale maglia celebrativa in suo onore

Sottolinea poi quella che è la filosofia sua e della società per quanto riguarda l'utilizzo dei giovani«Sono una persona che negli anni li ha sempre fatti giocare. Fa parte della mentalità di questa società. I giovani sono la forza e l'entusiasmo di un gruppo. Mi ricordo dell'anno in Eccellenza, siamo riusciti a pescare qualche ragazzo che poi è andato in delle Primavere importanti». E ancora, per chiudere: «Sono contento che quest'anno il numero degli Under obbligatori sia tornato a 3 e spero che negli anni questa regola venga tolta. I giovani devono giocare perché se lo meritano e devono anche avere la possibilità di sbagliare».

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