Serie D
05 Agosto 2024
VIRTUS CISERANO BERGAMO, SERIE D: Nicola Caccia, Campione d'Italia, passa dal Ponte San Pietro alla Virtus
Lo avevamo lasciato con le chiappe appoggiate al divanetto del Marriott Hotel. Volto rilassato, sorriso tranquillo, a guardarsi in giro per la hall ammiccando con i compagni di squadra: aveva appena promesso di segnare alla prossima partita, già consapevole di avere la stoffa per mantenere l'impegno. Da lì a poco sarebbe diventato Campione d'Italia, con un gol in finale che ha fatto in tempo zero il giro del mondo. Esatto, Nicola Caccia è un uomo di parola. Lo avevamo lasciato al Marriott, lo ritroviamo seduto ad un tavolo con una penna in mano. Sta firmando un contratto, apponendo un autografo in fondo ad un foglio con carta intestata: Virtus Ciserano Bergamo, Serie D. Il Campione d'Italia si è fatto grande, insomma.
Diamo il via ai ricordi. Si potrebbe star qui ore intere. I cori nell'autobus di ritorno dal campo, le conversazioni segretissime con i giornalisti, i problemi di cuore, le battute in spogliatoio con i compagni, le previsioni sui gol fatti nei prossimi incontri... altro? Tanto, tantissimo altro: i video-intervista a bordo campo, gli incontri tecnici con Tacchini («Everest, Scudetto, Campania»: è diventato il rebus per eccellenza), le camminate defaticanti, la canzone sugli spalti dedicata alle Campionesse appena incoronate («Se-re-na Por-roooo!»).
E lui sempre lì, con il sorriso tranquillo stampato in faccia e quell'accento bergamasco che è il suo tratto più distintivo. «Ehi, facciamo una fòto?»: impossibile da scordare. È stato l'architrave di Daniele Tacchini, è stato tra i giocatori più iconici della Lombardia Campione d'Italia, è tra i terzini più forti della Penisola. In due parole? Nicola Caccia. In un'immagine? Quel gol in finale, pochi dubbi: stop di petto (sensazionale), controllo con il piedino fatato (da capogiro), sinistro sicuro sotto le gambe di un paio di difensori e del portiere (infilati come perline colorate in una bella collana: se lo ricorderanno per un po'): ha fatto tutto da solo, un vero self-made man. E nella storia della Lombardia è giusto che ci rimanga ancora per molto, molto tempo.
Rappresentativa sì, ma anche Ponte San Pietro. Tanto, tantissimo Ponte San Pietro. La sua casa, la sua maglia, le sue radici. E si sa che è da radici profonde che crescono le chiome più belle. Questa stagione il grande exploit: rigori, gol, difese da brivido, uomo spogliatoio, pilastro delle retrovie, luce dell'attacco... non c'è un compito che non si sia preso sul groppone e portato a termine come solo lui è capace di fare. Dicevamo self-made man? Non rimangono più dubbi. Le sue 9 reti stagionali suonano sul curriculum come una promessa ben precisa: è tra i migliori terzini in circolazione, su quella fascia sinistra ha fatto gli sfracelli e non vede l'ora di replicare ancora, ancora e ancora.
Ma no, non solo vecchi ricordi. A guardare solo il passato ci si perde la parte più interessante: il Campione d'Italia si è fatto grande, si diceva, ed è ora che parta anche lui per il grande salto. Tempi maturi, voglia di fare bene tanta, grandi aspettative per il prossimo futuro: la Serie D lo aspetta, con addosso i colori di una grande rivale della sua casa affezionata. Solo 17 km tra Ponte San Pietro e Ciserano, quei 17 km che il piccolo Nicola aveva già percorso tanto tempo fa: quel bimbo di 6 anni, alle prime armi con il pallone e con indosso una casacca rosso e blu più grande di lui, riprende il discorso dove lo aveva lasciato per prestare fede ad una promessa stretta con il destino. E allora, 17 km per mettere nel mirino il professionismo e continuare a sognare in grande. Le premesse sono delle migliori: parola di Nicola Caccia.