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A 44 anni segna ancora doppiette decisive: l'ex Atalanta batte il suo record e fa sognare tutti

Rimasto dopo la retrocessione dalla Serie D, Ferreira Pinto continua a fare la storia con il Ponte San Pietro

Ferreira Pinto Ponte San Pietro

ECCELLENZA PONTE SAN PIETRO • Adriano Ferreira Pinto, segna due reti contro l'Arcellasco (Foto

Quel pallone lì deve avere qualcosa di magico, ma quando nasci nella culla emotiva di questo sport dentro di te deve esserci una fiammella che non si spegne mai, eterna. È il fuoco della passione, quello che anche a 44 anni ti porta ad accettare una retrocessione in Eccellenza dopo aver calcato tutti i palcoscenici professionistici in Italia, diventando un giocatore culto della Serie A, e che ti permette di fare ancora la differenza. Sì perché a meno di due mesi dal suo 45esimo compleanno, Adriano Ferreira Pinto segna una doppietta storica e trascina il suo Ponte San Pietro alla vittoria dopo due sconfitte consecutive.

MEGLIO DI IBRA? NO, MEGLIO DI SE STESSO

Termini di paragone fuori luogo? Non proprio, alla fine l'ala brasiliana lo ha sfidato in campo battendolo una volta (Atalanta 3-1 Inter 08/09) e perdendo un'altra (Inter 2-1 Atalanta 07/08) durante le sue 5 stagioni di Serie A, lì dove resiste ancora il record di Zlatan Ibrahimovic, il giocatore più anziano a segnare una doppietta nella massima serie italiana. L'età? 41 anni e 166 giorni, niente a che vedere con quanto fatto dall'ex Atalanta, autore di due reti nella stessa partita a 44 anni e 308 giorni contro l'Arcellasco, nella sesta giornata del Girone B di Eccellenza lombarda (terminata 4-1).

Meglio di chiunque altro? Probabilmente, di sicuro meglio di sè. Era domenica 7 aprile 2024, infatti, quando nell'arco di appena quattro minuti Ferreira Pinto segnava prima il rigore del 4-1 e poi il pokerissimo del Ponte in casa della Castellanzese, in Serie D. Erano 43 anni e 118 giorni, meglio di Ibra, ma anche meglio di Filippo Inzaghi, a voler alzare il tiro, lui che detiene il record per la doppietta più vecchia in Champions League (37 anni, 2 mesi e 25 giorni) e, coincidenza vuole, anche lui affrontato in A con lo stesso esito dello svedese: una vittoria (Atalanta 2-0 Milan 06/07) e una sconfitta (Milan 3-0 Atalanta 08/09). Altre due delle 127 partite giocate con la Dea sul gradino più alto del calcio nostrano, prima di scendere le scale con Varese e Lecce e di tornare nella sua seconda casa.

«B» DI BRASILE, «B» DI BERGAMO

Che il nome di Ferreira Pinto nella memoria collettiva sia legato principalmente all'esperienza con l'Atalanta è inevitabile, ma che tra il giocatore brasiliano e Bergamo si potesse creare un legame così forte non era prevedibile. Arrivato in Italia dall'União São João, il classe 1979 ha vestito le maglie di Lanciano, Perugia e Cesena, impressionando in Serie C1 e Serie B prima della grande occasione. Il 10 settembre 2006 arriva infatti il debutto in A con i nerazzurri a quasi 27 anni, e con lui anche il primo assist, quello per Riccardo Zampagna a sbloccare il risultato contro l'Ascoli. Il primo gol, invece, è la tipica coincidenza senza senso: 10 dicembre 2006, il giorno del compleanno, per raddoppiare il vantaggio nel successo per 3-2 sul Messina.

Sono gli inizi di un'avventura di 5 stagioni sospesa da un paio di gravi infortuni che, però, non riescono mai a spegnere quella fiamma, rimasta accesa anche dopo lo svincolo dal Lecce. Ad alimentarla, infatti, c'è il camino di casa, non quello sudamericano, però, ma quello tricolore. Nella Bergamo che l'ha portato a realizzare il sogno di tutti, Ferreira Pinto inizia infatti un nuovo capitolo della sua vita firmando con il Ponte San Pietro in Serie D. È la stagione 2014/2015, e non è l'inizio della classica avventura dilettantistica di uno o due anni prima di cambiare maglia. No, perché il cuore verdeoro ha ormai pure le arterie di colore blu, quello di una città e di una società che il brasiliano rappresenta da 10 anni.

Un decennio vissuto in D collezionando ben 313 presenze e 82 gol, prima dell'ultimo difficile campionato, chiuso con due centri (quelli di Castellanza) e con la retrocessione della squadra. È la fine di tutto? Ancora una volta no, perché Ferreira Pinto decide di restare pure in Eccellenza per aggiungere un altro capitolo alla sua storia e riscrivere quella del Ponte San Pietro, rialzatosi dopo due sconfitte di fila proprio grazie alla doppietta del suo simbolo.

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