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Tripletta e ginocchio rotto all'esordio tra i grandi, un anno dopo torna titolare e segna subito

Il 19enne rientra dall'infortunio ed è subito decisivo con la maglia della sua città: «È una gioia immensa»

Fossati Lissone

PROMOZIONE LISSONE • Simone Fossati, un anno dopo l'infortunio torna titolare e segna il rigore decisivo

Un attimo, un secondo, un battito di ciglia, un tocco o uno sguardo: alla fine basta un istante per cambiare tutto. Ogni cosa si può ridurre a quella frazione di tempo capace di stravolgere il futuro, e magari rivalutare il passato, ma l'importante è sempre come si affronta il presente. Chi lo sa benissimo è Simone Fossati, lui che dopo aver intravisto l'Olimpo si è ritrovato nel Tartaro insieme a Crono, titano di quel tempo in grado di scorrere velocissimo nei momenti belli e lentamente in quelli più brutti. Rapido, come la scalata verso le nuvole del classe 2005, autore di una tripletta all'esordio nel mondo dei grandi, ma anche come la sua caduta, nella stessa partita. Minuto 28 della ripresa, stacco aereo, contatto con il portiere avversario, crollo a terra, dolore e sostituzione, con il referto medico che arriva qualche giorno più tardi: rottura del crociato anteriore. È l'istante in cui cambia tutto e il tempo rallenta, ma anche quello in cui Simone non si abbatte e prende di petto la realtà, arrivando un anno dopo all'attimo che chiude il cerchio: prima partita da titolare con la squadra della sua città, calcio di rigore, gol e liberazione.

 

DAL SOGNO ALL'INCUBO

È il 22 ottobre 2023, è la settima giornata del campionato di Promozione e la Luciano Manara si presenta alla sfida interna con la Vibe Ronchese schierando con il numero 10 un ragazzo che non ha mai giocato in prima squadra. Non uno qualunque, però, perché Fossati la convocazione se la guadagna dopo aver segnato 8 gol in 7 partite con l'Under 19, e il motivo della maglia da titolare è presto evidente. I Bersaglieri vanno sotto al 13', ma dopo cinque minuti il 18enne si incarica di un calcio di punizione e pareggia i conti. Sinonimo di personalità e di qualità, quella esplosa con il destro dieci giri di lancette più tardi e dimostrata pure nel gioco aereo, segnando di testa un'incredibile tripletta al debutto.

La fame del bomber, però, non si placa qui. È così che verso la mezzora della ripresa, su un'altra palla alta, Simone si scontra con Iuliano, portiere ospite, e lascia il campo dolorante, per poi scoprire l'entità dell'infortunio. «È stato molto pesante perché il percorso è stato molto più lungo di quanto mi aspettassi. - racconta l'attaccante - Tutti dicono che si rientra dopo 6 mesi, invece ce ne vuole sempre qualcuno di più. È stato impegnativo anche vedere com'è il mondo dei grandi, con gente molto esperta, giocare subito bene e poi vedere tutto crollare». Il duro impatto della caduta, quella che ti fa svegliare di soprassalto quando sogni, un po' come Fossati, che però affronta l'incubo di ogni calciatore con una mentalità sorprendente: «È stata una bella prova per capire quanto significasse il calcio, e lo sport in generale, per me. Dopo quella tripletta avevo voglia di tornare, è stato uno stimolo per continuare».

Una missione decisamente più dura senza il supporto di qualcuno: «Alla Manara sono stati tutti molto accoglienti, sono stato contento di avere varie persone al mio fianco, come la mia ex ragazza, che mi è stata molto vicina, mi ha aiutato e mi ha dato molta motivazione, ma anche tutto lo staff di adesso, con cui mi trovo molto bene dal punto di vista calcistico e umano». A dare forza a Simone è infatti anche una nuova opportunità, ovvero quella di vestire nella stagione successiva la maglia della sua città: Lissone. «È stata un'altra spinta in più per non mollare e tornare anche più forte di prima. Fortunatamente i tempi di recupero si sono associati alla preparazione atletica di agosto, quando sono rientrato abbiamo iniziato al 100%. - spiega il classe '05, che sull'esperienza di Barzanò interrotta dall'infortunio aggiunge - Sono stato contento che la Manara sia salita in Eccellenza arrivando seconda in campionato e vincendo la Coppa. Mi ha fatto piacere far parte di quella storia, anche se ho giocato solo una partita».

ARIA DI CASA

Quella respirata con il cambio di maglia, rappresentando la sua Lissone, ma anche per l'ambiente brianzolo, formato praticamente dalle stesse persone che lo hanno lanciato nel mondo dei grandi a Barzanò. Prima di Fossati, infatti, a vestire biancoblù sono lo staff e una parte della rosa vincitrice dell'ultima Coppa Lombardia, tutte persone fondamentali nella scelta di indossare un'altra casacca: «Con loro mi sono trovato benissimo, mi hanno mostrato lealtà e rispetto. Una cosa che mi piace tanto è che sono sincere: se dicono una cosa la fanno, è stato il motivo cardine». Tra queste non può mancare Ivan Iotti, allenatore che gli ha fatto vivere quel magico esordio e che «mi ha spinto tanto. Anche lui si è rotto il crociato due volte e mi ha consigliato di fare un test isocinetico. All'inizio non è stato positivo perché la gamba operata risultava indietro rispetto all'altra, di recente però l'ho rifatto ed è andato bene, quindi posso essere sicuro di giocare tranquillamente».

Oltre a questo, però, tra i motivi della nuova avventura non possono mancare la voglia di difendere la propria città, gli obiettivi del club e i vecchi compagni di viaggio, su cui il bomber aggiunge: «Giocare per la mia città è una bella sfida, una motivazione in più per fare bene, poi mi piace fare parte di una squadra che ha l'obiettivo di vincere e salire. Chiaramente poi tutti i compagni di squadra, quelli nuovi e quelli vecchi come Loew, Catta, Cavalli e Cesana, con cui mi sono sempre trovato bene e che hanno tantissima esperienza».

UN DISCHETTO PER CHIUDERE IL CERCHIO

Il trasferimento a Lissone al seguito di Iotti e compagni sembra dunque tracciare una linea del destino, quello che quasi un anno più tardi, domenica 13 ottobre 2024, si compie del tutto. Sì perché è il giorno in cui Simone per la prima volta dall'infortunio gioca da titolare la sua seconda partita in Promozione, sempre sotto la guida del suo ex tecnico. «Anche questa volta mi ha sorpreso. - ammette l'attaccante - Mi ha chiesto chiaramente come andava con il ginocchio e gli ho detto che mi sentivo prontissimo. Dopo tutti questi mesi in cui non ho giocato avevo tanta fame e tanto da scaricare, però non pensavo di partire titolare. Ho visto la convocazione e ho pensato che fosse la volta buona per giocare e dimostrare il mio valore, poi arrivati al campo ha detto la formazione e mi sono sentito libero».

Una libertà, però, che tocca il suo culmine al 27' del primo tempo, quando il Lissone, sotto di un gol, guadagna un calcio di rigore. «Non c'era nessun rigorista prescelto, mi sono fiondato per prendere il pallone e ho chiesto se ci fosse qualcuno tiratore per parlare perché volevo calciarlo, mi mancava e volevo segnare. - spiega Simone, che quel pallone lo prende, lo mette sul dischetto e lo spedisce in rete, tornando a segnare 356 giorni dopo quell'infortunio - Mi sono sentito veramente felice, libero. Non ho avuto ansia, sono andato proprio contento di essere lì, di avere quella responsabilità, la squadra dietro e gli avversari che mi guardavano e la consapevolezza che il pareggio dipendeva dal mio rigore. Quando ho segnato ho provato una gioia immensa perché per l'attaccante è una roba indescrivibile, e mi mancava tantissimo come sensazione».

Un carico di emozioni condiviso nell'esultanza con i compagni di un viaggio lungo un anno: «Sono corso verso la panchina ad abbracciare tutti, in primis Catta, che si era alzato. Mi ha fatto piacere ricevere tutto il supporto dei compagni, penso che sia il primo anno in cui non c'è concorrenza tra gli attaccanti, ma solo sintonia, amicizia. Quando poi il mister mi ha tolto ed è entrato Catta ero contentissimo per lui perché non c'è egoismo tra noi». Anzi, nei confronti del classe 1998, capocannoniere di tutta la Promozione nella scorsa stagione ed eroe di Coppa della Manara, con tanto di gol vittoria segnato in finale, Simone ha solo buone parole: «Stimo molto Salvatore. Ha chiuso la stagione con 29 gol, assurdo. Prendo molto spunto da come si muove sul campo, e la voglia che ha di giocare a calcio è bellissima. Quando mi sono fatto male andavo sempre a vedere le partite, gli facevo i complimenti perché segnava un gol a gara, mi confrontavo con lui e lui mi supportava chiedendomi come stessi. Quando ho saputo di giocare al posto suo negli spogliatoi mi fa: "Oh dai fai gol, mi raccomando, oggi è importantissimo"»

E come un anno fa, allora: detto, fatto. Con l'aggiunta che ora quella tripletta va lasciata definitivamente nel cassetto dei ricordi per riempirlo di nuovi gol, da segnare tutti con la maglia di una città, la sua, pronta a vivere altri sogni insieme al suo giovane bomber.

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