Cerca

Promozione

Ipnotizza un bomber di Serie C e abbatte la capolista invincibile: «Una vittoria bellissima»

Matteo Martignoni blinda la porta del suo Morazzone: «Umiltà e costanza le nostre armi»

Matteo Martignoni, Morazzone Promozione

PROMOZIONE MORAZZONE • Matteo Martignoni, il custode della porta della squadra di Massimo Rovellini

Nel 1968 il pittore statunitense Andy Warhol sosteneva che: «Nel futuro ognuno sarà famoso nel mondo per 15 minuti». Una frase che divenne così tanto simbolica da essere scolpita sui muri del Museum of Modern Art di New York. Tuttavia, non tutti gli esseri umani inseguono la fama in modo forsennato: di questa categoria ne è un esempio Matteo Martignoni, portiere classe 1996 nato a Busto Arsizio, attualmente in forza al neopromosso Morazzone. Al favore del pubblico Martignoni preferisce la riservatezza, al posto del trionfalismo sceglie l'umiltà, all'individualismo opta per la squadra, imprescindibile. Un mix di chi sa tenere i piedi per terra, anche dopo una vittoria pesantissima come quella contro la capolista Baranzatese, costretta alla prima sconfitta in campionato dopo 5 vittorie di fila.

IMPARANDO DAI MIGLIORI

Come svariate centinaia di ragazzi, anche l'infanzia e l'adolescenza di Matteo Martignoni si snodano in un percorso solcato da scuola e calcio. Dopo il diploma liceale, Martignoni si iscrive al Politecnico di Milano e consegue con voti eccellenti la laurea magistrale in Management of Built Environment (in italiano, Gestione del costruito). Il suo viaggio sul pianeta calcio, invece, inizia in tenera età a pochi chilometri da casa: «Ho iniziato a dare i primi calci al pallone alla Cedratese; poi, all'età di 14 anni, insieme ad altri compagni, mi sono trasferito alla Sestese. Durante il mio periodo a Sesto ho conosciuto due persone fondamentali per la mia carriera: Oscar Crippa, il preparatore dei portieri di prima squadra e Juniores che mi ha formato come portiere e ha sviluppato le mie caratteristiche tecniche, e Andrea Chiodi, il portiere della prima squadra a cui sono molto legato. Per me Andrea è stato il primo esempio da cui prendere ispirazione, data anche la sua esperienza in categorie superiori, e mi trattava come se fossi un fratello minore; oggi, ci sentiamo ancora e abbiamo coltivato una bellissima amicizia».

Martignoni ha ottime qualità, tanto da fargli bruciare le tappe: a 16 anni risulta convocato per la prima volta con la squadra dei grandi, militante in Eccellenza; a 17 anni l'esordio ufficiale e la conquista definitiva della porta biancoazzurra. Martignoni veste la casacca biancoblù per quattro stagioni, raccogliendo una novantina di presenze e aiutando la Sestese a mantenere la categoria.

IN PRESTITO A MORAZZONE PER RIMANERCI A LUNGO

Nel 2018, il portiere classe 1996 cambia maglia«Il Morazzone era alla ricerca di un profilo giovane per la porta e mi ha cercato insistentemente quell'estate, in particolare il direttore sportivo Marco Dallo e il presidente Maurizio Compri». Martignoni firma un contratto a titolo temporaneo per un anno: «Il Morazzone voleva fare un campionato tranquillo: fin da subito si crea un'ottima alchimia tra squadra, allenatore e dirigenza e otteniamo un risultato eccellente. Mi sono trovato così bene in quell'ambiente che, quando Dallo mi chiese cosa avrei voluto fare in futuro, non ci pensai due volte a comunicare la mia volontà di rimanere a Morazzone, prima a loro poi alla Sestese, che deteneva il cartellino. Quella scelta è stata una delle migliori della mia vita perché abbiamo creato un gruppo di persone fantastiche. Ho incontrato tante splendide persone qui, ma il migliore di tutti è sicuramente Michele Spinolo, che ho apprezzato non solo in campo ma soprattutto per qualità umane».

I primi sei anni di Martignoni in rossoblù sono contrassegnati da moltissime gioie e anche qualche dolore: uno su tutti, la retrocessione del 2023, arrivata ai playout contro l'Aurora CMC a causa di un peggior piazzamento nella stagione regolare. Ma proprio quell'insuccesso ha compattato ulteriormente il gruppo: «Non ho mai avuto dubbi sull'integrità della squadra e sono molto soddisfatto che le stesse persone si siano riscattate nell'arco di pochi mesi. Il successo più grande è avere un gruppo compatto e coeso, poi i risultati arrivano di conseguenza».

Infatti, nella stagione successiva, il Morazzone allenato da Luciano Cau vince il Girone A di Prima Categoria totalizzando 72 punti, una media di quasi due punti e mezzo a partita. Il contributo tra i pali di Martignoni è decisivo: le sole 23 reti subite si tramutano nella seconda difesa meno perforata del raggruppamento, che valgono il ritorno diretto in Promozione dopo una sola annata di purgatorio.

E QUI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE

Il ritorno del Morazzone nel suo habitat naturale (per lo meno, quello degli ultimi 15 anni) vede la conferma dello zoccolo duro del gruppo, tra cui figura anche Martignoni. Nonostante il cambio della guida tecnica - Massimo Rovellini ha preso il posto di Cau - la società rossoblù ha deciso di dare continuità a questo progetto e la loro fiducia è stata ripagata da un inizio di campionato scoppiettante: 17 punti fatti, 13 gol segnati e solo 5 subiti che valgono il terzo posto in classifica, il tutto insaporito da quattro reti inviolate che permettono al Morazzone di essere la terza miglior difesa del girone.

Se tutto ciò non bastasse a soddisfare le esigenze della dirigenza, i ragazzi di Rovellini hanno pensato di fare le cose in formato gigantesco nell'anticipo serale di sabato scorso contro la corazzata Baranzatese: la vittoria 1-0 contro la favorita del girone è firmata da Italiano, autore del gol partita, e dallo stesso Martignoni, abile nell'ipnotizzare Riccardo Capogna che al 90' ha calciato altissimo il rigore che avrebbe permesso ai glialloblù di rimanere imbattuti: «Quella contro la Baranzatese è stata un bellissima vittoria; il merito va diviso tra tutti i membri della squadra che hanno dimostrato un grande spirito di sacrificio».

Martignoni non si scompone neanche alla domanda sugli obiettivi stagionali: «La squadra deve raccogliere più punti il prima possibile, così da ottenere una salvezza tranquilla. So come ci si sente con l'acqua alla gola, è una pessima sensazione perché non sei libero di esprimerti al meglio. Rispetto all'anno scorso abbiamo perso qualche pedina importante nel nostro gruppo e abbiamo ringiovanito la squadra. Per quanto mi riguarda, io devo pensare a parare e a guidare il mio reparto in campo. Gli ingredienti fondamentali per il prosieguo di questa avventura saranno l'umiltà e la costanza nel lavoro quotidiano, proprio come abbiamo fatto nelle prime settimane».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter