Under 19 Élite
30 Ottobre 2024
UNDER 19 ÉLITE • Stefano Turani, di professione terzino, torna in porta dopo tre anni e para il rigore decisivo
Da Ettore e Ulisse a Superman e Spider-Man, passando per Lancillotto, Robin Hood o Harry Potter: l'eroe è sempre stato una costante nella storia dell'umanità. Una persona che «per eccezionali virtù di coraggio o abnegazione s'impone all'ammirazione di tutti», sintetizza la Treccani, non riuscendo forse a restituire del tutto il significato di poter contare su una figura del genere. Un individuo in grado di fare cose eccezionali, fuori dal comune, che nel momento del bisogno è pronto ad aiutare gli altri, arrivando anche a sacrificare se stesso se necessario, ma pure quel simbolo da prendere come esempio quando tutto sembra perduto. Tante qualità difficili da possedere, che fanno dell'eroe una rarità, anche se a volte basta poco per diventarlo. Lo hanno scoperto di recente nelle piccola Almè, paesino da 5000 abitanti in provincia di Bergamo, dove non è apparso nessun semidio o tizio con il mantello, ma un ragazzo coi guantoni. Nome pubblico: Stefano Turani; nome da eroe: ancora da definire; età: 16 anni; professione: terzino; superpotere: pararigori. No, le ultime due non sono sbagliate.
O più comunemente, ed erroneamente, nota come «I Need a Hero», dall'incipit del ritornello diventato culto nei primi anni 2000 grazie a una scena di Shrek 2, ma già presente nel mondo cinematografico in Footloose. Un singolo della cantante inglese Bonnie Tyler risalente al 1984, ben 23 anni prima della nascita di Stefano, lui che eroe lo diventa con il più classico dei cambi-costume. Sì perché nell'Under 19 Élite della neopromossa Almè, il classe 2007 veste i panni del terzino, ma quando la squadra resta senza portiere nella sfida con l'Ars Rovagnate per l'infortunio di Siviero al 15' della ripresa è lui a prenderne il posto tra i pali.
«L'avevo immaginato, quando ho visto che c'era solo lui (i bergamaschi da settimane avevano perso anche l'altro numero 1) mi sono detto: "Vuoi vedere che si fa male e vado io?". - un sentore che purtroppo si tramuta in realtà, con Turani che arretra sulla linea di porta, come già successo in passato - L'anno scorso mi è capitato, ma solo per una decina di minuti in cui non mi è arrivato nessun tiro. Sabato scorso ci sono rimasto quasi un tempo, però mi sono comunque divertito perché mi è venuto quasi naturale prendere il ruolo e mi sono trovato benissimo».
Già, perché fare il portiere, e farlo anche per aiutare i compagni, per Stefano non è una novità: «Ho iniziato come punta ai Primi Calci all'Almè, poi dopo tre mesi sono andato in porta perché serviva alla squadra. Lì si è visto che ero portato, anche se lo facevo un po' controvoglia perché la mia idea era sempre stata quella di fare l'attaccante, o comunque giocare fuori. Man mano che sono cresciuto però mi sono adeguato e appassionato. Sono anche stato chiamato dal Villa Valle, ho fatto 7 stagioni come portiere, poi quando sono tornato all'Almè ho deciso di cambiare ruolo».
Ed è proprio con la squadra dove è cresciuto che Turani diventa eroe. Dopo i 40 minuti con l'Ars, infatti, il 16enne si ritrova a difendere i pali dei gialloverdi anche nel match successivo, questa volta da titolare, a tre anni di distanza dall'ultima volta, e senza la preparazione in settimana, come svela l'ex Villa Valle: «Pensavamo scendesse un portiere dalla prima squadra, invece sabato mattina mi è arrivata la notizia. Già dal riscaldamento mi sembrava un po' tutto strano, nei primi minuti ero molto spaventato perché erano tre anni che non giocavo e temevo di fare una figuraccia, invece con il passare del tempo ho preso fiducia e pure i compagni mi hanno dato una mano».
Chiuso il primo tempo a porta inviolata, nella ripresa l'Almè va per due volte in vantaggio con Zappa e Filipponi, ma il Pozzuolo recupera sempre, prima con Stucchi e poi con Arioli, che fa 2-2 a un quarto d'ora dalla fine. Dieci minuti più tardi, invece, inizia un finale di fuoco: Toscano, portiere degli ospiti, viene espulso, così come Filipponi e Rota, che lasciano i padroni di casa in 9 contro 10. Gli avversari premono e colpiscono un palo con Pangelliere, finché, al secondo minuto di recupero, arriva l'occasione migliore per ribaltare la partita: calcio d'angolo, spinta in area e rigore. Sul dischetto si presenta Bruno, mentre tra i pali c'è sempre lui, il terzino, che però compie il miracolo: tuffo a sinistra, rigore parato e sconfitta evitata.
«Ho pensato all'ultima volta in cui ho subito un rigore contro, tre anni fa. - racconta Turani ripercorrendo l'azione decisiva - Mi ero buttato a destra e non l'avevo presa, quindi mi sono detto di provare a sinistra e ha funzionato». Un altro sentore, questa volta positivo, che permette al suo Almè di riprendersi dopo due sconfitte di fila e ottenere il suo primo pareggio in campionato, agganciando l'Aurora Seriate al penultimo posto a quota 4 punti. E anche un momento indimenticabile, goduto più che altro a fine gara: «Dopo il rigore non abbiamo esultato troppo perché eravamo ancora concentrati, dovevamo restarlo perché mancavano ancora un paio di minuti, poi negli spogliatoi tutti i compagni mi hanno applaudito. È stato un bel momento, probabilmente uno dei più belli di tutta la mia carriera, di sicuro uno dei più particolari».
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A renderlo unico anche la presenza in tribuna del fratello maggiore, Luca: «Era venuto a vedermi ed era contentissimo, anche lui non ci credeva». Un tifoso speciale, non il solo di una famiglia in cui Stefano è il più piccolo di tre calciatori: il già citato classe 2004 dell'Accademia Alta Val Brembana e Marco, 2006 con cui ha giocato nella stessa squadra per due stagioni all'Almè. «Condividere questa passione con loro è bello, mi ricordo che alla mamma bastava darci un pallone ed eravamo contenti», racconta il terzino, cresciuto con l'idolo di Messi prima, di Neuer poi e di Calafiori negli ultimi anni, quelli vissuti appendendo i guantoni al chiodo, o meglio, nascondendoli sotto la maglia o lasciandoli in un covo segreto che solo lui può conoscere. D'altronde, è così che fanno gli eroi.