Under 19 Élite
31 Ottobre 2024
UNDER 19 ÉLITE ROZZANO • Ivan D'Agati, prodotto della cantera biancoverde e sempre più in rampa di lancio
Stressare l'ennesimo parallelismo con una barra estratta da «Rozzi», in questo caso, sarebbe un esercizio semplicemente inefficace. Occorre un passo indietro. Nella strumentale utilizzata per il celeberrimo inno popolare di Vincenzo Matera - in arte Paky -, i flauti utilizzati in sottofondo sono due. Lo conferma lo stesso Kermit - produttore di Rozzi -, spiegando come siano uno «più leggero» e uno «più corposo quando parte il beat». Ecco, questa può essere una chiave di lettura rozzanese adatta per Ivan D'Agati, fantasista e canterano del Rozzano, nonché attuale miglior marcatore dei biancoverdi.
«Essendo nato e cresciuto qui sento molto il concetto di: rappresentare la maglia. Scendo in campo con l'orgoglio di rappresentare la mia città, avere il leone sul petto mi emoziona». Come dar torto ad Ivan? Con i suoi oltre 40mila abitanti Rozzano è uno dei 10 comuni più abitati dell'hinterland milanese. I suoi primi passi in biancoverde li muove con gli Esordienti, nella stagione 17/18. Un paio di anni più tardi arriva il desiderio di intraprendere una nuova avventura:«Sentivo di voler fare un piccolo salto. Fra le squadre leggermente più blasonate di Milano quella più adatta mi è sembrata il Lombardia Uno. Ci giocavano alcuni miei vecchi amici e in questo modo avremmo ricreato il centrocampo più forte di tutti».
D'Agati fa riferimento al trio composto da lui, Gioele Nava, suo attuale compagno nella juniores biancoverde, e Andrea Marra, ora in forza alla Pro Patria: «Inoltre, dietro eravamo copertissimi. Fra i centrali c'era Pietro Minoia, anche lui ex Rozzano». Poi c'è quella parentesi in Alcione. «La potrei definire una stagione a metà - e sorride -. Avevo 16 anni e ai tempi la prima squadra dell'Alcione già militava in Serie D. Sentivo, in qualche modo, di aver aggiunto un tassello in più verso il coronamento del mio sogno, ma allo stesso tempo ero una testa calda, soprattutto fuori dal rettangolo di gioco».
Per Ivan c'è quindi il più dolce dei «al massimo ritorno dove son partito». Il primo capitolo del suo sequel in Monte Amiata - la stagione 23/24 - si chiude con a bilancio 18 presenze e 8 reti con l'Under 18, e 5 presenze e 2 reti con l'Under 19. Già solo questo sarebbe un welcome back di tutto rispetto. Non fosse che in fondo a quell'arcobaleno biancoverde si nasconde realmente una pentola d'oro: con l'Under 18 diventa Campione di Lombardia, regalando al Rozzano il primo titolo regionale della sua storia.
Parte del Rozzano Campione di Lombardia al termine della stagione 23/24
«La consapevolezza della nostra forza è per noi un'arma a doppio taglio. Ci sono partite in cui andiamo sotto e quella stessa pressione, data dalla fiducia nelle nostre qualità, ci porta ad abbassare la testa, quando invece dovremmo tenerla bella alta», parla così Ivan dell'impatto del gruppo dei Campioni di Lombardia nella categoria Under 19 Élite. Attualmente il Rozzano occupa la 6ª posizione del Girone E lombardo, con 14 punti, a sole 7 misure dalla capolista: la Barona. Ovviamente, parte di quei 14 punti passa proprio dalla fantasia di D'Agati: attualmente primo nella classifica marcatori con 7 gol.
Nel 4-3-3 con cui Candito schiera l'Under 19 D'Agati parte mezzala, anche se per caratteristiche tecniche il fantasista di Rozzano si ritrova spesso a svariare lungo tutto il fronte offensivo. Di recente è anche riuscito a trovare i suoi primi minuti con la prima squadra: «Con Fiori - tecnico del Rozzano militante in Promozione - ho un rapporto speciale. Giocava assieme a mio zio ai tempi dell'AC Rozzano, per me è come un parente acquisito. Infatti più volte mi deve richiamare per chiedermi di riferirmi a lui come "mister". Io però faccio fatica, perché a volte mi viene totalmente spontaneo chiamarlo direttamente "Flavio". Con il gruppo della prima squadra mi trovo bene, è piacevole sia allenarcisi che riceverne la convocazione. Il 3-5-2 con cui giocano loro è difficile da interpretare, ci vorrà del tempo».
Perché quindi quel collegamento iniziale con la strumentale di Rozzi? Non relazionare un rozzanese doc come Ivan all'inno di Rozzano sarebbe stato quanto meno ingenuo. La percezione è che, proprio come nel brano di Paky, convivano un D'Agati «più leggero», quello del forte legame con la sua città e con i suoi pilastri, come testimonia il rapporto con Fiori, e un D'Agati «più corposo quando parte il beat», ovvero il fantasista che attualmente si starebbe allenando «al 300%», con l'obiettivo di «arrivare il più in alto possibile con questa squadra».
«Amo il calcio e gioco in maniera spensierata, senza risentire delle pressioni. Una volta che entro in campo, però, ho in testa una e una cosa soltanto: vincere. Non mi interessano le critiche, né da chi provengano, non le ascolto proprio». Insomma, il parallelismo è tutto lì, nella potenza sprigionata dall'attacco dell'inno di Rozzano, la stessa che libera in campo il Diez biancoverde.