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Politica Sportiva

Alfredo Trentalange torna in campo: L'autonomia dell'Aia non è più rimandabile

Adeguamento dei rimborsi, aumento delle diarie e professionismo tra i punti del programma

Alfredo Trentalange

Alfredo Trentalange si ricandida a guidare i fischietti

Con un messaggio alla base Alfredo Trentalange si ricandida a guidare l'Aia per i prossimi quattro anni. Un messaggio che va direttamente al cuore dei problemi con un programma che in parte altro non è che la ripresa di un percorso iniziato nel 2021 e che vede come primo punto l'autonomia dell'associazione. Un'autonomia che non significa porsi fuori dalla Federcalcio, tutt'altro (a parte che con la riforma Gravina l'Aia è stata esclusa dal Consiglio Federale), l'Aia deve stare all'interno della Federcalcio, ma deve avere una sua autonomia economica senza la quale non riuscirà mai a mettere in atto quelle riforme indispensabili per i fischietti italiani.

Cari Colleghi, cari Amici,
ho deciso di candidarmi alla presidenza dell'AIA.
Lo faccio con la gioia e l'entusiasmo che ogni arbitro ha quando scende in campo.
Lo faccio insieme ad una squadra competente ed appassionata, con tante idee che ci consentiranno di rendere migliore la nostra associazione: un'AIA solida, concreta, libera, un posto che tutti devono poter chiamare casa.

Alfredo

Il programma verrà presentato a giorni ma i punti salienti sono già presenti in rete grazie ad un video (che potete trovare qui) e dove spiccano sostanzialmente l'adeguamento delle diarie, professionismo e rimborsi adeguati ai presidenti e ai collaboratori di sezione. Potrebbe apparire un programma ambizioso in realtà tutto raggiungibile, facilmente aggiungiamo noi, se venisse concessa l'autonomia finanziaria.

Chiaramente la candidatura di Alfredo Trentalange mette un subbuglio coloro che pensavano avrebbe tirato i remi in barca, in particolare il candidato Antonio Zappi (Veneto) che, sostenuto dall'attuale presidente Carlo Pacifici (ma soprattutto dall'ex arbitro internazionale Daniele Orsato), ambiva ad arrivare candidato unico all'assemblea del 14 dicembre.

A questo punto si apre la corsa al delegato (sono oltre 900 compresi i presidenti di sezione quelli che andranno a votare) e sarà battaglia. Da Nord a Sud, regione per regione, sezione per sezione. Anche perché alcune regioni date per certe da Zappi improvvisamente sono tornate prepotentemente in ballo. Tra queste la Lombardia tanto cara all'attuale vice presidente Alberto Zaroli. È ancora compatta? O qualche sezione inizia a sfilarsi? Lo dirà il tempo.

E nel resto della penisola? Il Piemonte voterà compatto per Trentalange eccezion fatta per quella di Novara, la Liguria al momento è divisa così come la Calabria. Emilia Romagna, Marche e Umbria sono roccaforti del fischietto torinese quindi difficilmente Zappi riuscirà a portare a casa qualche delegato. La Sicilia è dilaniata al suo interno ma lo era già prima perché Zappi ha calato dall'alto un candidato non gradito ai presidenti e quindi si dividerà a metà esattamente come il Lazio. Da registrare poi il "partito della scheda bianca", sono i nostalgici dell'ex Marcello Nicchi che con Gialluisi di Barletta in testa cerca di portare le sezioni della Puglia, e non solo, verso l'astensionismo. 

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