Chi avrebbe mai detto che la Serie D, spesso considerata serie cenerentola del calcio italiano, intermedia tra Dilettanti e Professionisti, ma appartenente pur sempre al primo mondo, potesse rappresentare un palcoscenico così vibrante per i calciatori stranieri? Eppure, nel cuore di questa competizione, proprio il Girone A si distingue per la sua variegata composizione di talenti provenienti da ogni angolo del globo. Che a ben vedere gli esempi passati possono benissimo pensare di fare carriera anche a livelli più alti. L'esempio di Junior Messias, ora al Genoa in Serie A e già al Milan, ma dal 2016 al 2018 proprio in questo campionato con le maglie di Chieri e Gozzano, è lampante.
LA CAIRESE: UN FARO DI INTERNAZIONALITÀ Con un impressionante dato che sfiora il 33 per cento di
calciatori stranieri, la
Cairese si erge come la squadra più cosmopolita del
Girone A. Questo dato non è solo una cifra, ma un vero e proprio manifesto di apertura verso il talento globale. La
Cairese ha saputo cogliere l'opportunità di arricchire il proprio gioco grazie a giocatori che portano con sé esperienze e stili di gioco differenti. I risultati finora non hanno sorriso al team ligure, che ha recentemente esonerato il tecnico
Riccardo Boschetto per ingaggiare l'ex Genoa
Marco Nappi, ma la situazione non è neppure disperata con 12 punti in 12 partite.
ASTI E CHIERI: L'EQUILIBRIO PERFETTO Seguono a ruota l'
Asti con il 29,0% e il
Chieri con il 28,1% di giocatori stranieri. Queste squadre hanno saputo creare un equilibrio perfetto tra talenti locali e internazionali. L'
Asti, ad esempio, ha trovato nei suoi giocatori stranieri la chiave per una maggiore versatilità tattica, mentre il
Chieri ha sfruttato la freschezza e la dinamicità dei suoi atleti provenienti da oltre confine per imprimere un ritmo diverso alle partite. Aspetto che però al momento rimane poco sfruttato, dal momento che con soli 5 punti il team collinare è ultimo in classifica.
SALUZZO E IMPERIA: TRADIZIONE E INNOVAZIONE Con il 25,5% e il 23,5% rispettivamente,
Saluzzo e
Imperia rappresentano la perfetta fusione tra tradizione e innovazione. Queste squadre hanno saputo integrare i
calciatori stranieri non solo come rinforzi, ma come veri e propri pilastri delle loro formazioni. È un po' come avere una vecchia ricetta di famiglia a cui si aggiunge un nuovo ingrediente segreto, capace di esaltare i sapori senza stravolgerli. La squadra di
Beppe Cacciatore è in una tranquilla posizione di classifica con 16 punti, quella di
Pietro Buttu è in zona play out con 11 punti.
ALBENGA E VARESE: LA SFIDA DELLA CONTINUITÀ L'
Albenga, con il 22,3%, e il
Varese, con il 18,2%, si trovano davanti alla sfida della continuità. Queste squadre devono riuscire a integrare i loro talenti stranieri in un contesto che spesso richiede adattamenti rapidi e flessibilità. Per il team ligure però il discorso si fa complicato, dal momento che la rosa è stata recentemente stravolta dai molti addii e nelle ultime uscite l'organico ha visto all'opera alcuni ragazzi dell'Under 19 più qualche giocatore arrivato da poco in rosa. Per i biancorossi invece un momento di grazia con 4 punti in 2 partite.
LE SFUMATURE DEL GIRONE A Scendendo la classifica, troviamo squadre come il
Gozzano (13,2%), il
Vado (11,8%) e il
Bra (11,2%) che, pur avendo una minore percentuale di stranieri, non rinunciano a quel tocco di internazionalità che può fare la differenza. È un po' come avere un asso nella manica, da giocare al momento giusto per ribaltare le sorti di una partita. Infine, squadre come il
Novaromentin (9,9%), il
Derthona (9,4%), il
Fossano (9,2%) e la
Sanremese (6,3%) si trovano a dover lavorare maggiormente sulla coesione interna, puntando su un gruppo più omogeneo. Chiudono la classifica squadre come la
Vogherese (0,4%) e il
Ligorna (0,0%), che hanno scelto di puntare esclusivamente su giocatori italiani. In definitiva, il
Girone A della
Serie D si presenta come un vero e proprio caleidoscopio di culture e talenti. Una cosa è certa: il calcio, ancora una volta, si conferma come il linguaggio universale per eccellenza.