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La rivelazione della Serie D ha solo 18 anni: gioca ogni partita e sta stupendo chiunque

L'anno scorso ha vinto una Coppa da protagonista, ora è il giovane più impiegato in campionato

Geddo Casatese Merate

SERIE D CASATESE MERATE • Riccardo Geddo, vera e propria rivelazione del campionato

Non serve essere necessariamente dei bomber in grado di segnare 30 gol a stagione o dei numeri 10 dai piedi fatati per essere ricordati anche a distanza di anni: per entrare nella mente e nel cuore dei tifosi a volte basta anche una scivolata nel fango, una corsa a perdifiato per recuperare l'attaccante avversario o un inserimento in area per tirare o crossare. All'esordio assoluto in Serie D, in una piazza calda e storica come quella della Casatese Merate, il classe 2006 Riccardo Geddo ci ha messo pochissimo tempo per diventare un elemento a dir poco essenziale del suo 11 titolare: la grinta che lo contraddistingue, la sua capacità di gettare il cuore oltre l'ostacolo e l'agonismo che mette in ogni contrasto spesso valgono più di ogni altra cosa. E anche adesso che gioca ad alti livelli, non ha mai perso quell'entusiasmo e quella gioia che più di 10 anni fa lo tenevano immancabilmente impegnato per ore in partite infinite sui campi di Oreno.

DA ORENO ALLA STORIA TARGATA MANARA

Le prime partite di calcio i pomeriggio dopo la scuola, il desiderio di divertirsi con gli amici. La storia calcistica di Riccardo Geddo parte dai campetti della squadra del paese natio, l'Ausonia Oreno, squadra in cui militerà per qualche anno: «Volevo solo divertirmi e condividere quei momenti di spensieratezza insieme agli amici, all'inizio era il mio unico obiettivo». I suoi primi passi e il suo avvicinamento al mondo del calcio ricordano per molti aspetti le storie di tanti altri ragazzi; ciò che rende però ancora più bella la storia di uno dei protagonisti assoluti di questo avvio di stagione è il suo modo di vivere e vedere il calcio, che ai tempi vedeva come un mezzo per divertirsi e dare libero sfogo alla propria energia: «Quando ero piccolo non mi sfiorava neppure l'idea di fare provini con squadre professionistiche, né mi interessava farlo. Per me il calcio era soprattutto l'occasione per stare insieme ai miei compagni».

Dopo le 5 stagioni con l'Ausonia ecco che per Geddo si spalancano le porte di uno dei settori giovanili più importanti della Lombardia: dalla provincia di Monza e Brianza si passa a quella di Lecco, dove ad attenderlo c'è la Luciano Manara. Arrivatovi all'età di 11 anni, vive in biancoazzurro momenti a dir poco indimenticabili, come lui stesso racconta: «Della mia esperienza a Barzanò ci tengo a ricordare due momenti in particolare. Il primo è stato il campionato Élite che ho giocato con l'Under 17, un'esperienza straordinaria, con un gruppo unico che è riuscito a giocare tante partite emozionanti e indimenticabili. Il secondo invece è arrivato l'anno scorso, stagione coincisa con il mio esordio tra i grandi». 

Oltre all'esordio, però, c'è ben altro: nonostante fosse alla prima esperienza assoluta in prima squadra, a soli 17 anni Geddo riesce a ritagliarsi uno spazio importante in una stagione trionfale, culminata con il ritorno in Eccellenza dopo un solo anno di Promozione grazie al trionfo in Coppa Lombardia. Il laterale di Oreno contribuisce ai successi con le sue 35 presenze complessive tra campionato e Coppa e una serie di prestazioni di livello, che gli valgono l'interesse e la chiamata di una società ambiziosa e vogliosa di tornare a combattere per le posizioni di vertice dopo una deludente annata al decimo posto: a strapparlo alla concorrenza c'è infatti la Casatese Merate di Giuseppe Commisso, tecnico che ha certamente giocato e sta continuando a giocare un ruolo fondamentale nella carriera di Geddo: «Ho avuto la fortuna di lavorare con numerosi allenatori, ciascuno dei quali mi ha lasciato un segno indelebile contribuendo a farmi appassionare sempre più a questo sport. In particolare ci tengo a menzionare Gianluca Proserpio, Simone Rigamonti, Ivan Iotti e Giuseppe Commisso. Figure straordinarie, che ringrazio per essere riuscite a riconoscere prima di tutto quanto valessi come persona, prima ancora che come calciatore.

UN AVVIO DI STAGIONE DA SOGNO

Riuscito a diventare in pochissimo tempo una pedina inamovibile dello scacchiere di Commisso, una volta profilatasi all'orizzonte la possibilità di giocare in rossoblù Geddo non ha avuto alcun dubbio nel scegliere la Casatese Merate«Sono rimasto subito molto colpito dal valore delle persone che fanno parte della società. Penso che quando si sceglie una squadra si debbano tenere in considerazione diversi aspetti, tra cui i valori dei suoi componenti, gli obiettivi, il percorso e la volontà di un club di investire su un giocatore. La squadra è cambiata e si è rinnovata molto rispetto allo scorso anno, ma siamo riusciti sin da subito a creare un grande spirito di gruppo, elemento per me imprescindibile per affrontare un campionato di alto livello come la Serie D». 

Dopo il decimo posto della passata stagione, in effetti erano in pochi ad aspettarsi una Casatese così brillante: dopo qualche difficoltà iniziale, la squadra è infatti riuscita ad assimilare i principi tattici di Commisso con sempre maggiore convinzione, risultando una delle formazioni più spettacolari del campionato per quanto riguarda la proposta di gioco espressa. Una metamorfosi rispetto alle prime giornate che si può spiegare anche alla luce degli 8 risultati utili consecutivi, con l'ultima sconfitta datata 6 ottobre con la Castellanzese, e Taliento che ad oggi risulta imbattuto da ben 406 minuti«Siamo partiti con un modulo, ma poi lo abbiamo modificato di volta in volta a seconda degli avversari e delle esigenze della partita. Anche questa capacità di adattamento è fondamentale in un campionato così».

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Leggendo le statistiche di Geddo c'è un altro dato importante che salta all'occhio, ed è quello dei minuti giocati: 1344 su 1350 disponibili, più di tutti tra le fila della Casatese Merate, con la prima e unica sostituzione avvenuta nella sfida dell'8 settembre contro la Pro Sesto. Tra i giocatori di movimento nei gironi A e B di Serie D solo Graziani dell'Imperia ha fatto meglio (1350 su 1350), ma con una carta d'identità che recita 2004 sull'anno di nascita, e non 2006. Ciò significa che da allora l'ex difensore del Manara non ha più saltato neanche un minuto, ennesima dimostrazione dell'importanza che la sua duttilità per il gioco di Commisso«Sono un terzino sinistro che si sacrifica per la squadra, quando c'è da fare una corsa in più non mi tiro mai indietro. Preferisco fare il quarto rispetto al quinto, però ultimamente mi sto dedicando molto anche alla parte offensiva e in fase di costruzione mi piace sovrappormi sulla fascia per dare una mano».

I giocatori più impiegati da Giuseppe Commisso, una delle statistiche disponibili solo sull'app di Sprint e Sport: clicca l'immagine e scaricala per scoprirle tutte!

ASPETTANDO UN FUTURO LUMINOSO 

Siamo soltanto a dicembre e per cominciare a tirare le somme o fare i primi bilanci bisognerà attendere il mese di maggio come di consueto, ma per sognare e guardare avanti non c'è mai un momento preciso«Cerco sempre di fare e ottenere il massimo, sia per ripagare il tempo e l'impegno profusi sia per dare un senso alle tante rinunce e ai sacrifici che ho fatto nel corso degli anni. Realizzare il sogno di diventare quel giocatore che da bambino ammiravi in televisione, aspirando un giorno a emularne le gesta, rappresenta, a mio avviso, la massima gratificazione che uno sportivo possa ottenere. Ho sempre vissuto ogni partita con la massima serietà, non mi sono mai tirato indietro e ho sempre combattuto fino all'ultimo minuto. Il calcio per me non è solo competizione, ma anche cercare di creare un clima di fiducia reciproca nella squadra e incarnare valori come il rispetto e la collaborazione».

A poche partite dal termine del girone d'andata, la classifica ricorda che la Casatese Merate si ritrova a 25 punti in coabitazione con Pro Sesto, Pro Palazzolo e Sant'Angelo, a -5 dal terzo posto occupato dal Desenzano e a -6 dalle capoliste Varesina e Ospitaletto«Credo fermamente che per gli sforzi, l'impegno e la passione che mettiamo in ogni partita e in ogni allenamento possiamo ambire ai playoff e consolidare la nostra posizione tra i piani alti della classifica. Questi traguardi sarebbero il giusto riconoscimento per il lavoro e la dedizione che contraddistinguono il nostro gruppo».

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