Promozione
17 Gennaio 2025
PROMOZIONE VALLE OLONA • Thomas Martegani, uno dei regali del mercato invernale decisivo nel 3-3 interno contro il Canegrate
La Svizzera è stata ed è una terra di forte immigrazione italiana fin dalla seconda metà dell'Ottocento, quando i nostri concittadini iniziarono a espatriare verso i Paesi del Nord Europa per cercare fortuna e per migliorare le proprie condizioni di vita. Secondo l'Ufficio federale di statistica svizzera (UST), nel 2021 i cittadini italiani con residenza permanente in uno dei 26 cantoni svizzeri erano quasi 330 mila. Tra di loro anche diversi esponenti del pianeta calcistico, come Wilfried Gnonto, attaccante scuola Inter mandato in prestito allo Zurigo nell'annata del ritorno dei biancoazzurri alla vittoria del titolo rossocrociato. L'ex promessa nerazzurra fu l'apripista di un'ondata di italiani che scelgono la Super League come trampolino di lancio per la loro carriera, si vedano i casi di Riccardo Calafiori al Basilea nella stagione 2022/2023 e Simone Pafundi in prestito dall'Udinese al Lausanne-Sport dallo scorso gennaio. Ma ci sono stati diversi precursori silenziosi di questa tradizione: uno di questi porta il nome di Thomas Martegani, il nuovo rinforzo del Valle Olona proveniente dal Vedeggio, un club ticinese di Seconda Lega, in un quel lembo di terra che unisce il suo passato con il suo presente, ovvero Svizzera e Italia.
Un'amore per il calcio trasmesso di padre in figlio e di nonno in nipote. L'avvicinamento di Thomas Martegani comincia all'età di 6 anni in un campetto come tanti nella provincia di Varese. Esempi di buoni calciatori in famiglia a cui ispirarsi non ne mancano di certo: papà Massimo ha giocato in Eccellenza con diverse casacche ed è stata la guida dell'FBC Saronno nel ritorno in Eccellenza due stagioni fa, nonno Emilio Beccaglia, invece, ha varcato le porte del semiprofessionismo, giocando con la maglia del Legnano in Serie C2. «Mi piace definirmi un nipote d'arte esclusivamente per la passione che cerco di mettere in campo. - così si definisce Thomas, un ragazzo umile ma con aspirazioni da Serie A - La mia carriera svolta quando un osservatore del Como di Enrico Preziosi mi notò durante una partita del mio Locate. Era un'opportunità da non perdere».
Martegani con la casacca lariana gioca due anni nella formazione dei Giovanissimi Nazionali; la seconda annata è certamente quella più positiva, chiusa al quarto posto dopo aver sconfitto sia l'Inter sia il Milan in trasferta, entrambe per 2-1. Una grande soddisfazione personale che si scontra con la dura realtà del primo fallimento del Como: Thomas Martegani si trasferisce alla Mozzatese, per una sola stagione, e poi al Torino Club Marco Parolo. Con la formazione granata di Gallarate scrive un pezzo di storia: il Torino Club è la prima squadra della provincia di Varese a vincere il titolo regionale nella categoria Allievi. Questo exploit attira le attenzioni di diverse formazioni, tra cui la Solbiatese, con cui si appresta a scrivere il capitolo più lungo della sua carriera.
È l'estate del 2009 quando Thomas Martegani firma con la Solbiatese per unirsi all'Under 19 Nazionale. Dopo una stagione di ambientamento, disputata a onor del vero da fuoriquota, Martegani inizia a mostrare quel mix di spettacolo e concretezza che gli consente di entrare a ranghi ridotti nelle rotazioni di Roberto Lorenzini. L'allenatore della prima squadra, militante in Serie D, gli concede una maglia da titolare il 17 ottobre 2010 in una sfida casalinga contro il Mantova allo stadio Felice Chinetti: «È il ricordo più nitido di quella fantastica stagione. Innanzitutto perché il Chinetti è un'impianto fuori categoria, una casa moderna che neanche molte squadre in Serie B e C hanno: giocare in quel campo è un'esperienza che ti cambia la vita. Inoltre, il mio esordio è stato particolare perché di fronte avevamo un Mantova reduce dal fallimento. Loro sono venuti a Solbiate con circa duemila tifosi che hanno cantato e incitato la squadra per 90' minuti: un pubblico da Serie A. L'ingresso in campo è stato fantastico, quasi da favola: non riuscivo a smettere di sorridere nonostante fossi molto concentrato e gasato al tempo stesso». I 9 gol in 16 presenze con l'Under 19 Nazionale valgono a Martegani la partecipazione alla spedizione della Rappresentativa di Serie D al Torneo di Viareggio 2010 con Fabian Valtolina, ex attaccante di Monza, Sampdoria e Venezia.
Un altro ricordo ricordo fu un'amichevole del 20 luglio 2011. Al Chinetti di Solbiate Arno arriva il Milan scudettato di Massimiliano Allegri: «Oltre al clima di festa, giustificato dal calibro di nomi che avevamo davanti, tra cui Ibrahimovic, Nesta, Seedorf, Gattuso e Ambrosini, la cosa che ricordo con più piacere di quel pomeriggio è l'umiltà e la voglia di vincere dei nostri avversari, nonostante giocassero un'amichevole contro una squadra che sembrava facesse un altro sport. Cito Clarence Seedorf che ho dovuto affrontare sulla mia fascia: la velocità di smarcamento e di scarico del pallone lo rendevano immarcabile. Quei 90 minuti sono stati incredibili: era come assistere a una lezione universitaria tenuta da alcuni dei migliori professori di quell'epoca». Martegani continua a vestire la maglia nerazzurra anche a seguito del cambio di denominazione in Solbiasommese, partecipando a cinque campionati di Eccellenza. Ancora oggi figura nella lista dei dieci giocatori con più presenze nel club, superando quota 100 tra il 2009 e il 2015.
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Il trasferimento all'FBC Saronno apre una fase caratterizzata da tante brevi avventure ma che rimangono scolpite nell'album dei ricordi di Martegani: «Nell'arco di quattro anni e mezzo ho avuto il piacere di vestire le maglie di Saronno, Busto 81 e Ardor Lazzate. Ognuno di questi capitoli mi ha consegnato qualcosa di speciale. A Saronno ho toccato con mano il calore e l'attaccamento dei tifosi: la città segue l'FBC con immensa passione, alcuni di loro venivano a cantare all'allenamento del venerdì. Nell'anno e mezzo vissuto al Busto 81 - dove totalizza 41 presenze - ho coltivato uno splendido rapporto con il presidente Luigi Galli: aveva creato un legame quasi familiare con il gruppo, tanto che lo consideravamo come un nonno. In più aveva costruito una squadra tecnicamente forte, prendendo ad esempio, Gheller e Moro. Infine tra gennaio 2018 e gennaio 2019, durante l'esperienza all'Ardor Lazzate, ho apprezzato mister Marco Campi, una persona fantastica con cui ho condiviso un annata positiva. Sicuramente uno dei migliori allenatori che ho avuto il piacere di incontrare».
In quel periodo, però, il telefono di Martegani continua a squillare. È un numero sconosciuto. Con prefisso +41: «Dopo aver ignorato quel numero per diverse settimane, si presenta un signore dicendomi: è più difficile contattare te che Silvio Berlusconi». È il direttore sportivo del Novazzano, club ticinese iscritto alla Seconda Lega interregionale (la corrispondente della Serie D italiana). Per Martegani si apre un periodo di smarrimento: «Non volevo lasciare Lazzate, ma lui mi ha cercato insistentemente. Un giorno mi invita in sede per parlare e vedere l'ambiente. Lì mi sono convinto a lasciare l'Italia».
Dunque, quali sono i motivi per cui Martegani ha accettato un'avventura all'estero? «Andare a giocare in Svizzera è stata per me un'esperienza di vita a tutto tondo che rifarei senza ombra di dubbio. A Novazzano, come in altri centri oltre confine, ho riacceso in me la fiammella della passione e la voglia di dimostrare ancora qualcosa e ricrearmi un nome da zero. Cosa mi ha colpito di più? Le strutture. In Svizzera, in modo particolare nei cantoni tedeschi, negli ultimi vent'anni hanno investito in maniera massiccia e pazzesca negli stadi e nei centri d'allenamento. Le nostre trasferte erano prevalentemente concentrate nella zona di Zurigo e Lucerna dove la federazione ha costruito strutture comunali polisportive in condivisione. Magari, nello stesso complesso, giocano assieme 3/4 società diverse. Qual è la differenza sostanziale con il nostro calcio? La tattica. In Svizzera si gioca con uno stile all'inglese, dove si dà più importanza alla fase offensiva e meno a quella difensiva e gli arbitri lasciano correre maggiormente».
Martegani trascorre sei anni in Ticino, tra Novazzano, Morbio e Vedeggio. Con il Novazzano raccoglie circa 80 presenze, per nulla poche considerando che in quel periodo (2019-2022) ha affrontato prima il Covid ma soprattutto la rottura del piatto tibiale. Tra queste, figurano anche tre presenze nelle qualificazioni alla Coppa Svizzera che, per struttura e squadre partecipanti, vuole specchiarsi nella FA Cup inglese. «Qual è l'esperienza più bella delle tre? Difficile valutare. A Morbio, per esempio, ho trascorso due anni intensi dove abbiamo sempre lottato per vincere il campionato e conosciuto Luca Tino(ex Varesina, tra le altre). A Vedeggio, invece, ho potuto constatare in prima persona tutta la qualità di Manuel Casella (campione regionale con il Morazzone Under 19 nella scorsa stagione)».
L'ultimo capitolo s'intreccia alla stretta attualità. Thomas Martegani torna a calcare i campi italiani: «In queste periodo ho ricevuto diverse offerte sia in Ticino sia in Lombardia. Dopo vent'anni abbondanti a girovagare per Italia e Svizzera, avevo bisogno di un progetto stimolante più vicino a casa mia, così da poter conciliare le varie componenti della mia vita». La chiamata del Valle Olona è stata irrinunciabile: «Ho accettato la corte del Valle Olona perché conosco molto bene mister Palazzi. Ho percepito la presenza di una società pura, familiare, onesta. Spero di aiutare la squadra a conquistare la salvezza il prima possibile, ma ancor di più di lasciare qualcosa ai giovani, un insegnamento». E sul ritorno in Italia: «È stata una grande emozione ricevere di nuovo l'affetto dei tifosi delle squadre in cui ho militato in passato. Con alcuni di loro sono rimasto in contatto e ogni tanto ci sentiamo ancora. Leggere i loro messaggi d'affetto mi scalda il cuore».
Nel frattempo, Martegani ha bagnato l'esordio contro il Canegrate con l'eurogol che ha chiuso il punteggio sul 3-3: «Su un calcio d'angolo a nostro favore, un avversario ha respinto di testa, alzando un campanile. Io ho calciato al volo con il sinistro indirizzando la palla nell'angolino. Questi novanta minuti hanno dimostrato che siamo una squadra viva: siamo riusciti a reagire a ogni singolo gol e a conquistare un buon punto». Al termine di questo percorso a ritroso, Thomas Martegani cita la sua famiglia come punto d'appoggio e di sostegno: «Desidero ringraziare infinitamente tutta la mia famiglia, mamma Angela, papà Massimo, mia sorella Michelle, nonno Emilio, nonna Rosina e Giulia, mia moglie, che ha trascorso 11 anni senza mai anteporsi alla mia passione e attendendomi a casa dopo trasferte impegnative, sia dal punto di vista fisico sia logistico. Il suo amore incondizionato è il mio più grande regalo».