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A 34 anni non smette di stupire! Segna un poker clamoroso e sfida il re dei bomber

Davide Tartaglione mette nel mirino i 250 gol in carriera e dichiara: «Playoff a ogni costo»

Tartaglione, Universal

PROMOZIONE UNIVERSAL • Davide Tartaglione, sue le 4 reti al Valle Olona di domenica scorsa

Il suo distretto è l'area di rigore. Fare gol è il suo mestiere. I nemici sono legni, marcature strette e portieri di gran livello. Il digiuno non è contemplabile quando ricevi l'incarico di segnare più di tutti. Ecco che saper segnare di destro e di sinistro, di testa e su rigore, in contropiede e da fermo è una prerogativa fondamentale per qualsiasi calciatore che si trova a operare nella trequarti offensiva. Il compito affidatogli l'ha sempre portato a termine; domenica scorsa ne ha dato un ulteriore conferma. Dopo quasi 250 gol segnati in carriera tra Mozzate e Cantalupo, passando per Cislago, Castellanza, Busto Arsizio, Uboldo e Gavirate, Davide Tartaglione, in forza all'Universal Solaro, si è abbattuto sul Valle Olona ben quattro volte; ora, l'inseguimento a Mattia Ghizzi nella classifica capocannonieri del torneo, distante solo due lunghezze.

 

 

MOZZATE: SONO LA TUA SALVEZZA

Se chiedete a Davide Tartaglione, attaccante classe 1990 di Mozzate, chi è stato a trascinarlo nel mondo del calcio vi risponderà con il cuore in mano: «La prima volta che ho messo gli scarpini ai piedi avevo 5 anni. I miei genitori avevano iscritto mio fratello maggiore Matteo alla scuola calcio della Mozzatese. Lui si divertiva moltissimo e i miei genitori hanno chiesto al responsabile se avrei potuto iniziare anch'io. Dunque, gli anni dei Primi Calci li ho trascorsi assieme a lui, poi ognuno ha preso la sua strada». Una strada che per il piccolo Davide non si è mai discostata dal centro sportivo del paese che l'ha visto crescere, nel comasco, eccezion fatta per un anno negli Allievi del Tradate.

Il ritorno a Mozzate rappresenta per lui un assaggio del mondo dei grandi: «Nel 2008 i dirigenti della Mozzatese mi hanno richiamato con l'obiettivo di portarmi in Prima Squadra. La sfida è stata fin da subito stimolante: il continuo saliscendi tra Juniores e Seconda Categoria è servito per completare il mio percorso di crescita. Nonostante avessi 17 anni, la dirigenza e il mister puntavano tanto su di me, tanto che in quella stagione sono riuscito a ritagliarmi qualche spezzone di partita». Se è vero che la forza di un attaccante si misura anche dalla quantità e dal peso dei gol, Tartaglione si mette definitivamente in luce nel ritorno dei playout, sfoggiando tutte le qualità dell'attaccante moderno: «All'andata avevamo perso 1-0. Nella partita di ritorno il mister mi schiera titolare, in casa, per cercare la rimonta». Le cose si mettono molto male per la Mozzatese: uno nuovo 1-0 all'intervallo mette i padroni di casa sull'orlo del precipizio. Tuttavia, Tartaglione fa da traino alla squadra con un gol su punizione, uno su rigore, e uno in una confusissima mischia, tipica delle azioni oltre il 90': «Dopo il gol del 3-1 ho esultato come un matto, non potevo crederci. Tutta la squadra mi ha celebrato in maniera incredibile: ero al settimo cielo».

 

 

TRA SALTI DI CATEGORIA, ROMANTICI RITORNI E TROFEI

La notizia di quella strabiliante tripletta in mezzora fa il giro della zona e arriva anche nella sede del Cistellum, formazione di Cislago militante in Promozione, che intravede grandi potenzialità in Tartaglione: «Lasciare Mozzate è stata una decisione sofferta. Avevo appena realizzato un sogno, però la chiamata di una squadra di ben due categorie superiori alla nostra non poteva essere ignorata. Qual è stata la difficoltà principale del doppio salto di categoria? La preparazione fisica e l'adattamento ai ritmi e all'intensità del nuovo campionato. Quell'estate ricordo di aver faticato tantissimo perché, rispetto ai nuovi compagni di squadra, arrivavo da un altro tipo di calcio». Chi lo accusava di essere sbocciato un po' tardi è stato smentito dai numeri: in tre stagioni al Cistellum, Tartaglione colleziona 27 reti in 63 presenze, due salvezze tranquille e un playoff perso contro la più quotata Arconatese. Qui Davide conosce, tra gli altri, Simone Broccanello, un roccioso difensore centrale che ritroverà più avanti nella sua carriera in una veste differente.

Nel frattempo, la Mozzatese ottiene due promozioni in tre anni e raggiunge il Cistellum in Promozione: «Non appena saputo che la squadra del mio paese è approdata in questa categoria con il desiderio di riportarmi a casa, non ho resistito alla tentazione di tornare a indossare quella maglia. A Cislago c'era un ottimo ambiente, ma la magia di quel luogo ha riacceso in me i ricordi d'infanzia». Un altro fattore che ha spostato gli equilibri in favore della Mozzatese è lo status di potenziale titolare. Una chance che sfrutta al massimo, consacrandolo definitivamente tra i grandi attaccanti della Promozione. Le 31 reti in 52 presenze sono il biglietto da visita che valgono la chiamata di due squadre gloriose. Tartaglione indossa la casacca della Castellanzese nella stagione 2014-2015 e quella del Busto 81 nell'annata successiva: «Non penso che si possano paragonare queste due esperienze a quelle precedenti: nel tuo paese la gente ti conosce, sa chi sei e come giochi e non devi dimostrare niente. In questi contesti devi metterti in mostra, confrontarti con grandi professionisti e saper reggere la pressione, come quando ero a Busto. La dirigenza aveva costruito una squadra di livello assoluto per vincere il campionato. Fortunatamente, non ho mai vissuto la pressione come qualcosa di soffocante, quanto piuttosto come stimolo per migliorarmi ogni volta».

Tra Castellanza e Busto Tartaglione serve 28 reti in 56 presenze equamente divise, ma soprattutto il primo trofeo da mettere in bacheca, il Girone A di Promozione. Il primo e ultimo con la maglia biancorossa: «La dirigenza aveva l'ambizione di salire subito in Serie D e aveva ingaggiato diversi giocatori che quella categoria l'avevano già fatta. Da parte mia non potevo conciliare i miei impegni familiari e personali con la preparazione estiva che partiva a fine luglio. Quindi ho deciso di cambiare squadra».

 

AVVENTURE CHE RIEMPIONO IL CUORE (E LA BACHECA)

Nel 2016 la prima squadra a trovare l'accordo con Davide Tartaglione è l'Uboldese del presidente Emilio Legnani: «Il progetto presentatomi dall'Uboldese mi ha convinto fin dal primo istante. La società è riuscita a creare un grande gruppo, sia dal punto di vista tecnico sia da quello umano». I primi 6 mesi di Tartaglione a Uboldo sono promettenti: 18 gol in 16 partite trascinano i rossoneri in zona playoff. Tuttavia, a metà stagione un problema di salute mette fine a una sinfonia melodiosa: «A gennaio mi hanno trovato un angioma cavernoso. Ho dovuto interrompere immediatamente gli allenamenti e operarmi alla testa. È stato un duro colpo per me, perché avevo la sensazione di poter completare quella grande stagione. Qua desidero ringraziare di cuore la società dell'Uboldese: in quel periodo è stata estremamente riconoscente nei miei confronti e io non dimentico ciò che hanno fatto per me in quei mesi». La voglia di rivalsa di Tartaglione, unita al consolidamento del gruppo, è stata una delle forze motrici dell'anno successivo, quando l'Uboldese ha raggiunto i playoff, persi poi contro la Castanese: «Per ciò che mi ha lasciato negli anni successivi, quella stagione la ricordo con grande piacere; mi porto nel cuore Luca Maiorano e Daniele Menegon, due ottimi calciatori e, prima ancora, due amici stupendi con cui ho condiviso lo spogliatoio. La loro amicizia per me è preziosa».

Con l'Uboldese, Davide Tartaglione ritocca nuovamente la media gol, 68 in 77 partite. Al termine della non esaltante stagione 2018-2019, il Gavirate torna all'assalto di Tartaglione: «Avevo bisogno di nuovi stimoli. Il Gavirate, che mi aveva cercato già prima di andare a Uboldo, bussa nuovamente alla mia porta: a differenza delle volte precedenti, ho preso in considerazione la possibilità di unirmi a loro. Sentivo che era la scelta giusta». La sensazione di Tartaglione fu confermata dal campo: il Gavirate si aggiudica il Girone A di Promozione e, nelle due stagioni successive, ottiene due salvezze in Eccellenza da protagonista: 36 gol in 66 presenze.

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SOGNANDO IL TRIS

Dopo una stagione azzoppata, tra Meda e ancora Gavirate - senza, però, riuscire a ripetere le fortune del triennio precedente - Davide Tartaglione si ricorda della promessa fatta a Maiorano dopo aver lasciato Uboldo: «Stavo cercando una nuova squadra e Tiziano Pizzasegale direttore sportivo dell'Aurora CMC, nda - mi chiede se ero disposto a tornare a giocare da loro, dopo che la società si era spostata a Cantalupo. Conoscevo molto bene l'ambiente: avrei ritrovato Bartucci, Besati, mister Crucitti, il presidente Legnani, il preparatore dei portieri Marcon e Maiorano, a cui avevo promesso che un giorno saremmo tornati insieme a giocare». Se si uniscono tutti i puntini precedenti quale figura esce? Esatto, Tartaglione alla CMC: «È stata una stagione sulle montagne russe: dopo un'ottima partenza, siamo calati alla fine del girone d'andata. A causa dell'operazione al menisco non sono riuscito a dare il giusto contributo al gruppo. Molto bene il ritorno, ma lo scontro diretto perso contro la Besnatese alla penultima giornata ha spezzato la rimonta ai playoff».

Le 15 reti in 20 presenze sembrerebbero rappresentare una conferma scontata per Tartaglione: «La scorsa estate il Direttore Sportivo dell'Universal, Luca Volpi, stava costruendo una squadra per fare un campionato di vertice. Qual è la cosa che mi ha colpito di più a Solaro? Il centro sportivo. L'Universal dispone di strutture all'avanguardia e un'insieme di servizi che poche società in zona hanno. Inoltre, è stato il mister, Simone Broccanello, a volermi fortemente in squadra». I giallorossi partono forte in campionato, ma tra novembre e dicembre diversi passi falsi fanno perdere punti preziosi all'Universal: «In questo momento non esiste un altro obiettivo che non siano i playoff. Le avversarie? Sicuramente il Morazzone è da tenere d'occhio perché sta tenendo un ruolino di marcia impressionante. Il Canegrate mi ha sorpreso perché in casa ci ha sovrastato sotto tutti i punti di vista. Infine Accademia BMV e Besnatese che sono due squadre ben collaudate. Adesso dobbiamo dare continuità di risultati e prepararci al meglio per le sfide da dentro o fuori di fine stagione. Ma non è affatto semplice. Come segnare 4 gol in una partita: il merito è dei miei compagni che mi hanno messo nelle condizioni ideali di poterli fare».

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