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Dal gol al Cervia di Ciccio Graziani alla doppietta nel derby: l'ex Palermo non smette di stupire

Dopo 8 campionati vinti tra Serie C1 e Promozione, Pietro Tripoli rilancia: «Smetto solo al decimo titolo»

Tripoli Luino

PROMOZIONE LUINO • Pietro Tripoli, attaccante

Cos'hanno in comune Palermo, San Benedetto del Tronto, Varese, Ascoli, Mantova, Savona, Pistoia, Stresa, Rho, Ispra e Luino? Apparentemente niente. Qualcuno potrebbe sospettare che siano città di partenza e arrivo di un'edizione specifica del Giro d'Italia. No, nemmeno questo. Per lo meno, non nell'accezione tradizionale della corsa ciclistica. Questi sono alcuni dei luoghi in cui Pietro Tripoli ha dimostrato tutto il suo valore da calciatore, in un percorso che l'ha portato dal cuore della sua Palermo a girare tutta la penisola, in lungo e in largo. Dalle giovanili rosanere alla Serie A, raggiunta nell'estate del 2013 con l'accordo con il Parma, alla Promozione Lombardia, campionato disputato con le casacche di Rhodense e Luino, Tripoli ha collezionato oltre 400 presenze in ben 7 livelli della piramide calcistica italiana, vincendo 8 campionati tra Serie C1 e Promozione Lombardia. Ora una nuova stimolante sfida, per certi versi insolita: aiutare il Luino a mantenere la categoria, quel Girone A di Promozione riconquistato appena 9 mesi fa.

UN'INFANZIA ALL'OMBRA DEI CAMPIONI E UN'ESORDIO CONTRO I "CAMPIONI"

Pietro Tripoli nasce il 26 febbraio 1987 a Palermo e cresce nella vicina Bagheria. Proprio nell'hinterland del capoluogo siciliano comincia la traiettoria della sua carriera, sognando un giorno di poter diventare un calciatore professionista. Le sue qualità non passano inosservate: «Da ragazzino ho sempre giocato nella squadra del mio paese, fino a quando, a 14 anni, alcuni osservatori del Palermo mi prelevarono per portarmi a fare un provino. Ero molto emozionato al solo pensiero di poter entrare nelle giovanili della squadra della mia città». Tripoli vestirà la maglia rosanero per 5 stagioni, passando dagli Allievi Regionali a qualche convocazione con la Prima Squadra. Era l'epoca del Palermo di Silvio Baldini, Francesco Guidolin e Luigi Delneri, dei futuri campioni del mondo Zaccardo, Grosso e Toni, della storica doppia partecipazione consecutiva alla Coppa UEFA: «Qual è il ricordo più bello di Palermo? La panchina in Coppa Italia contro il Bari e l'amichevole benefica contro il Cervia dei "Campioni" di Ciccio Graziani, di fronte ai 36.110 spettatori del Barbera».

Se entrare nella bolgia dello stadio Renzo Barbera può rappresentare un sogno per qualunque bambino, quello che accade al minuto 67' trascende da qualsiasi ragionamento razionale, un evento che per Tripoli ha significato toccare la storia con una mano: «A metà secondo tempo mister Guidolin mi fece entrare in campo al posto di Luca Toni (uno degli 11 calciatori più rappresentativi della storia del Palermo, nda); una decina di minuti più tardi segnai la rete del 5-0 su assist di Fabio Grosso: è stata una giornata indescrivibile. Cosa si prova a indossare la maglia del Palermo? Io vengo da una famiglia di interisti, ma l'amore per la mia città è speciale. È un'esperienza che mi porterò per sempre nel cuore». Dopo una stagione in prestito alla Sambenedettese, in Serie C1, dove trovò poco spazio, Tripoli era disposto a scendere di categoria: «Ho sempre scelto progetti in cui si costruiva una rosa per provare a vincere il campionato. Non è mai stato un problema per me fare un passo indietro, perché sapevo che, effettuando la scelta giusta, avrei potuto farne due avanti».

VARESE-VERCELLI, UN MULTIVERSO DI GRANDI SUCCESSI

Varese, estate 2007. Tripoli riparte dall'ambiziosa società di Riccardo Sogliano e Antonio Rosati, seguendo il suo personale credo sopracitato: «All'epoca mi contattò il Direttore Sportivo Sean Sogliano (attualmente al Verona) per cercare di riportare in alto il Varese. Bastò un allenamento e una chiacchierata informale con il presidente per far scattare l'intesa». Dopo una stagione tra alti e bassi, Tripoli scrive una pagina di storia con la società lombarda: «Dopo 5 partite eravamo sul fondo della classifica. L'arrivo di Sannino fu qualcosa di magico, perché iniziammo una rimonta clamorosa, andando a vincere quel campionato di Serie C2». L'anno successivo il Varese completò il doppio salto consecutivo, trionfando nella finale playoff di Serie C1: il 2-0 dell'Ossola ribaltò l'1-0 con cui la Cremonese si era imposta allo Zini, riportando il Varese in Serie B dopo 25 anni: «Aver fatto parte di questa storia è un orgoglio personale. Ancora oggi, quando giro per la città, sento il calore e la benevolenza di un popolo che non mi ha dimenticato. Anche a Varese ho vissuto un sogno ad occhi aperti, perché non ci aspettavamo di compiere un'ascesa così vertiginosa».

Il primo anno di Serie B non spezza quell'incantesimo che si era creato: il Varese centra un'incredibile semifinale playoff, poi persa contro il Padova, l'anno successivo i biancorossi accarezzano l'ipotesi di un approdo alla massima categoria, disputando la finale degli spareggi promozione al Luigi Ferraris in opposizione alla Sampdoria. Ma Pietro Tripoli questo capitolo non lo vive in prima persona: «Nell'estate del 2011 la dirigenza mi disse che avrei trovato poco spazio. Dunque scelsi di andare alla Pro Vercelli». Fare un passo indietro per farne due avanti. Nell'anno di prestito a Vercelli, Pietro Tripoli mette in bacheca il terzo trofeo, il Girone A di Lega Pro, contribuendo a riportare i piemontesi in Serie B dopo 56 anni. Nel frattempo a Varese era cambiato il vento: «Al ritorno a Varese trovai un'ambiente diverso, a cominciare dalla dirigenza. Sogliano e Sannino, i principali autori degli ultimi successivi lasciarono la squadra ma, nonostante ciò, fino alla quint'ultima giornata abbiamo ottenuto buoni risultati. Di quel periodo mi porto dietro la nascita del mio primogenito, Thomas, l'unità dello spogliatoio e il rapporto d'amicizia con diversi compagni, tra cui Neto Pereira, con cui mi sento spesso: meno male che domenica non gli ho dato il dispiacere di segnargli contro due volte - ride, nda -».

A CACCIA DI TROFEI IN ITALIA...

Il 2013 è l'anno che segna il tramonto dell'avventura di Tripoli a Varese, ma rappresenta anche la data del centenario del Parma, squadra con cui l'attaccante firma un triennale, per poi finire in prestito ad Ascoli, Pistoia e ancora Ascoli, con cui conquista il quarto campionato, il Girone B di Lega Pro, in un annata sui generis. La squadra che detiene il suo cartellino viene dichiarata fallita nel giugno 2015 ed estromessa da tutti i campionati nazionali, la società che dispone delle sue prestazioni è promossa in Serie B da seconda in classifica, a causa dell'illecito sportivo del Teramo: «In quel periodo avevo totale libertà su quale squadra scegliere per il mio futuro. Una volta ricevute tutte le offerte, impiegai pochi secondi a scegliere l'Ascoli».

Dopo un passaggio a vuoto a Mantova, Tripoli si rimette in carreggiata e conquista due tornei nell'arco di tre anni, il Girone H di Serie D con la Cavese (2017-2018) e il Girone A di Eccellenza Liguria con il Ligorna (2020-2021), intervallate da piccole esperienze a Marsala, Savona e Lavagnese: «Qual è la differenza più grande tra il mondo dei professionisti e quello dei dilettanti? Dipende dalle società in cui capiti. Posso garantire, per esempio, che l'organizzazione societaria della Cavese è molto precisa e attrezzata per ogni esigenza, meglio ancora di alcuni club di Serie C. Inoltre, cambiano i numeri delle sessioni settimanali d'allenamento, lo status di calciatore e quella regola singolare che non ho mai capito, provenendo da un contesto diverso, l'obbligo di fare giocare i giovani».

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... E TRA I DILETTANTI DELLA LOMBARDIA

All'età di 34 anni Tripoli ritorna a giocare in Lombardia, per una società situata a pochi chilometri dalla "sua" Varese, con cui i biancorossi cittadini hanno instaurato una forte rivalità: «Per conciliare gli impegni di lavoro con quelli familiari scelsi di andare alla Varesina, una squadra che all'epoca non conoscevo. Rimasi particolarmente colpito dall'ambizione, dall'organizzazione e dalle strutture. Qui si veniva per vincere». E così è. Tripoli, con i suoi 9 gol in 23 presenze, contribuisce a riportare il sodalizio di Venegono in Serie D, mettendo in bacheca anche il Girone A di Eccellenza Lombardia«A inizio stagione mister Spilli ridisegnò la mia posizione in campo, spostandomi sull'esterno d'attacco, un ruolo che non avevo mai fatto. Se mi sono trovato bene? Sì, ma preferisco agire in mezzo al campo e stare più vicino alla porta - ride, nda -».

Il ritorno in Serie D, con lo Stresa, non è fortunato e, al termine di una stagione molto travagliata, Tripoli si prende tempo per decidere la nuova destinazione: «Parlai a lungo con il mio procuratore in quelle settimane. Tra le tante offerte registrai anche quella della Rhodense: lui me l'aveva presentata come una società competente e sana, l'unico a punto a sfavore è che sarei dovuto scendere di due categorie. Per me non fu un problema perché ero abituato a fare un passo indietro per farne due avanti. L'allenatore, Leonardo De Lillo, è una grande persona: ha capito subito il mio ruolo e mi ha dato ampia libertà di movimento». Una mossa che si rivela uno "scacco matto": la furia sportiva di Tripoli trascina la Rhodense in Eccellenza con 25 gol in 28 presenze, segno eclatante che la vena realizzativa del calciatore nativo di Bagheria non si è affievolita; l'ottavo trofeo da inserire in bacheca, la Promozione Lombardia, è servito.

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DA LUINO A INSEGUIRE LA STELLA

Dal Nord di Milano al lago Maggiore. Dalla Rhodense al Luino, sostando a Ispra per quattro mesi: «Come nasce la trattativa con il Luino? Tante persone mi hanno contattato a dicembre, tra cui anche Stefano Bettinelli che ho conosciuto a Varese. Mi ha parlato dell'ambizione di questa società che vuole crescere passo dopo passo. Anche altre persone in società mi hanno ripetuto la stessa cosa; mi è bastata una chiacchierata informale e una seduta d'allenamento per accettare l'offerta». Chiamato per risollevare il reparto offensivo della squadra campione in carica della Coppa Lombardia Prima Categoria - il Luino ha chiuso il girone d'andata con la miseria di 10 reti segnate - l'impatto di Tripoli è stato vitale: 5 gol nelle prime 5 partite con due doppiette, la seconda nel sentito derby contro l'Olimpia Tresiana: «Mi sento al settimo cielo quando realizzo dei gol che incidono sulla vittoria della mia squadra, come è successo domenica. Vincere contro l'Olimpia è stato fondamentale, perché era da molto tempo che non vincevamo un derby. Come sono arrivati i gol? Il primo nasce da una verticalizzazione, sono stato servito in profondità e ho scavalcato il portiere con un pallonetto. Il secondo è arrivato in contropiede, ho condotto palla al piede, chiesto una triangolazione con un centrale di difesa e, di sinistro, ho segnato scheggiando la traversa e festeggiato con la mia classica esultanza (l'arciere, nda). Infine ho servito l'assist a Dozzio per il 3-0, una giocata che ricalca quella di Gilardino per Del Piero nella semifinale mondiale del 2006».

Il futuro può essere dalla parte del Luino? «Quest'anno dobbiamo pensare a raggiungere la salvezza. Sappiamo che stiamo vivendo una stagione di sofferenza, ma quando ho firmato ero consapevole delle problematiche. Nonostante tutto, percepisco che possiamo fare qualcosa di importante; il mercato di dicembre è già proiettato alla prossima stagione. A livello personale vorrei realizzare più gol possibili e giocare con questa maglia a oltranza. Smetterò solo nel momento in cui vincerò il campionato della stella a livello personale. Nel frattempo, il mio obbligo è aiutare questi ragazzi nelle piccole cose, a perfezionare i dettagli e a maturare, dando consigli e stimolando la loro curiosità. Apprezzo molto che nello spogliatoio mi trattano come uno di loro: questo gruppo può andare molto lontano. Una curiosità di questi primi mesi a Luino? Un giorno arriva un mio compagno agli allenamenti con una mia figurina di quando giocavo a Varese. La gira e vedo il mio autografo. Lui ha sempre sognato di vivere quello che ho vissuto. È un atto di riconoscenza che mi ha scaldato il cuore, tanto il suo quanto il mio».

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