Prima Categoria
16 Febbraio 2025
É durata meno di un tempo la partita di Prima Categoria piemontese che vedeva affrontarsi Fortitudo e Fulvius. La sfida è stata sospesa circa poco dopo la mezz'ora del primo tempo, poiché la società Fulvius ha deciso di ritirare la squadra dal terreno di gioco. La motivazione alla base di questa presa di posizione, stando a quanto riportato dal club, si rifà ad un insulto di natura discriminatoria rivolto da un giocatore della Fortitudo nei confronti di un proprio tesserato, il quale ha poi reagito rabbiosamente e per questo è stato espulso dal direttore di gara.
La denuncia di Fabrizio Pieroni, presidente della Fulvius e primo sostenitore di questa decisione di abbandonare il campo, risale in capo ad una frase pronunciata nei confronti del calciatore Francesco Degioanni. «Lo hanno chiamato negro di merda», ciò che l'attaccante classe 1997 si è sentito additare da parte dell'avversario, apostrofe che ha fatto saltare i nervi al ragazzo che ha reagito aggressivamente. Quindi la scelta dell'arbitro, Leone della sezione di Collegno, di estrarre il cartellino rosso proprio all'indirizzo di Degioanni, vittima dell'insulto razzista. L'espulsione ha quindi fatto scattare una spontanea reazione di vicinanza al compagno da parte di tutta squadra, che ha deciso di lasciare il terreno di gioco ponendo fine al match anticipatamente. Da sottolineare che tra le due squadre non ci fosse alcuna tensione alla vigilia, anzi, tanto che i due allenatori sono i fratelli Alessandro e Fabio Borlini. Per altro, Francesco Degioanni è un ragazzo italiano in tutto e per tutto, nato in Italia da padre italiano e mamma di origini dominicane.
Palla ora al Giudice Sportivo. Probabilmente ad avere la peggio, paradossalmente, sarà proprio la Fulvius. La sconfitta a tavolino, un'ammenda e distopicamente anche un punto di penalizzazione sono solo alcune delle possibili sanzioni che storicamente sono state inflitte alle squadre che hanno abbandonato il terreno di gioco. Il diritto consuetudinario assume grande valore in merito e, d'altronde, se l'arbitro ha espulso Degioanni, evidentemente non ha udito la frase discriminatoria a lui rivolta e non può iscriverlo a referto, per poter dare viceversa adito a eventuali ricorsi da parte della Fulvius o istanze di squalifica nei confronti dell'accusato.
Il club di Occimiano, intanto, ha fatto sapere che il proprio giocatore ha smentito categoricamente di aver rivolto qualsiasi frase di natura razzista nei confronti dell'avversario e che, in totale serenità, si dice dispiaciuta per la sospensione. Il Presidente Gianmario Bogliolo si è espresso così sulla vicenda: «Non ci risulta che il nostro giocatore, con 39 anni e figli, abbia proferito e possa aver proferito frasi di questo tipo. Siamo una società con un impegno su questi temi e che respinge ogni forma di discriminazione. Ho cercato di dialogare con i giocatori per riportare la calma, proponendogli anche alternative per continuare con maggiore serenità, non avrei voluto arrivare ad una sospensione che non fa bene al nostro calcio. Queste situazioni andrebbero gestite con maggiore serenità, avrei evitato questo genere di teatrino. Al contrario bisogna aiutare gli arbitri, bisogna tutelarli: io sono nuovo in questo ambiente, ma il calcio di periferia e quello alessandrino in particolare devono ritrovare la giusta direzione».
Con un comunicato, infine la Fortitudo ha espresso la propria contrarietà in merito alla vicenda, a seguito della pubblicazione dell'articolo: «In riferimento a ciò che è successo oggi nella gara Asd Fortitudo FO-Asd Fulvius, sentito il nostro tesserato si esclude qualsiasi frase di tipo razzista. La nostra società è impegnata contro ogni forma di discriminazione come lo dimostra il numero di stranieri ed extracomunitari presenti tra i nostri tesserati. Asd Fortitudo Fo intima a chiunque a fare considerazioni superficiali e offensive. La società si riserva di tutelarsi nelle sedi opportune»