Prima Categoria
20 Febbraio 2025
Il caso della settimana giunge al capolinea e l'esito non è affatto sorprendente. La partita di Prima Categoria piemontese tra Fortitudo e Fulvius, passata alla cronaca della scorsa domenica per un presunto insulto di stampo razzista pronunciato nei confronti del calciatore ospite Francesco Degioanni, era stata sospesa al 39' del primo tempo in seguito all'abbandono del campo da parte della società d'appartenenza del tesserato vittima dell'episodio. Come da copione, il Giudice Sportivo ha impugnato il referto arbitrale e ha sentenziato per la sconfitta a tavolino.
Tutto correttamente applicato, a rigor di legge. Il calciatore Degioanni ha reagito al presunto insulto di matrice razzista in maniera aggressiva e per questo è stato espulso dal direttore di gara che, evidentemente, non ha udito quanto intercorso tra le parti. Proprio questo viene sottolineato nel comunicato ufficiale: «non rilevato dall'arbitro» è il dettaglio che cala il sipario su qualsiasi diatriba giuridica della vicenda. Se il fischietto non ha avvertito nessun tipo di insulto, non ha potuto far altro che assistere all'abbandono del campo da parte della società Fulvius e annotarlo nel referto finale di sospensione. E' evidente che, proprio per questo, «l'impossibilità di portare a termine regolarmente la partita sia da addebitare esclusivamente ad una libera scelta della Società A.S.D. FULVIUS 1908, scelta che tuttavia in base al referto di gara appare del tutto ingiustificata», recita il comunicato.
La sconfitta per 3-0 a tavolino viene quindi omologata e, verrebbe da dire, per la Fulvius va bene così: non sono infatti lontani i casi in cui l'abbandono del campo anzitempo veniva punito anche con un punto di penalizzazione o con ulteriori sanzioni. Un'ammenda è comunque pervenuta, 200 Euro per «il comportamento dei propri tifosi che, durante il corso della partita, rivolgevano all'arbitro ripetuti insulti» e perché al termine dell'incontro l'arbitro «veniva seguito da una persona che vestiva la giacca della tuta della società Fulvius, soggetto non identificato personalmente dall'arbitro che lo ingiuriava e gli scattava con il cellulare fotografie senza averne l'autorizzazione». A lasciare forse maggiori perplessità, a questo punto, è la squalifica inflitta proprio a Degioanni, che era stato espulso per reazione. Il suo «comportamento irrispettoso nei confronti dell'arbitro», stando al comunicato, gli è costato due giornate di stop. Se eticamente il dibattito possa restare aperto e il gesto rimanga molto forte, dal punto di vista del codice di giustizia sportiva la vicenda si conclude qui.