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Il pilastro difensivo sogna il tricolore! Il gioiellino della Rapp si sblocca in campionato

Stefano Fornaro segna la prima rete tra i grandi: «L'avevo detto a papà che il gol era nell'aria»

Fornaro, Castanese

PROMOZIONE CASTANESE • Stefano Fornaro, difensore centrale

Una passione per il calcio trasmessa da papà, una gioventù trascorsa nelle giovanili della Pro Patria, un gol allo stadio Romeo Neri e una costanza di rendimento notevole, tanto da finire nel giro della selezione Under 19 di Matteo Medici. Sogni? Vincere il tricolore con la Rappresentativa - non dichiarato - e diventare un ingegnere aeronautico. Stefano Fornaro, difensore classe 2006 in forza alla Castanese, ha idee limpide sul suo futuro, così come limpida è stata la crescita, che lo ha portato a diventare in poco tempo un pilastro della difesa neroverde e un profilo candidabile per la selezione regionale che, tra meno di due mesi, si imbarcherà sull'aereo con destinazione Sicilia, Torneo delle Regioni. Nel frattempo, la Castanese si coccola il centrale di difesa, con l'obiettivo di mantenere saldamente la categoria.

UN'AMICHEVOLE CHE CAMBIA LA VITA

Come spesso accade, una passione si trasmette di padre in figlio e prende forma nel giardino di casa. Così è stato anche per Stefano Fornaro: «L'amore per il calcio mi è stato trasmesso da papà Mirko. È con lui che ho iniziato a rincorrere il pallone prima che, all'età di 5 anni, mi portasse a Gorla Minore. Qui ho iniziato nei primi calci, dove ho conosciuto mister Dario Ghirardello. È stata una persona molto importante per me, perché mi ha fornito i primi consigli da mettere in pratica». Dopo un paio di stagioni, il mentore di Fornaro si sposta nella vicina Gorla Maggiore; immediata la scelta del ragazzo di spostarsi con lui.

A 10 anni, l'evento che svolta la carriera calcistica di Fornaro: «Una delle partite che ricordo maggiormente è l'amichevole che il Gorla aveva organizzato con la Pro Patria. È stato un impegno tostissimo, perché, già a quell'età, la differenza tra un club professionistico e uno di dilettanti è enorme». Dopo qualche settimana Stefano viene chiamato per fare un provino con la formazione bustocca. Va a buon fine. Fornaro inizia così gli otto anni di militanza in Pro Patria - con una piccola parentesi alla Varesina - che lo trasformano e lo plasmano in difensore centrale: «Quando ero piccolo giocavo come centrocampista centrale e avevo come idolo Esteban Cambiasso, dato che sono tifoso dell'Inter. Da quando ho dovuto arretrare il mio raggio d'azione e la mia posizione mi ispiro molto a Stefan De Vrij e, più di recente, ad Alessandro Buongiorno perché sono due ottimi difensori a marcare stretto a uomo e ad anticipare l'avversario».

ALLA PRO CON IL SOGNO DI DIVENTARE PRO

«Qual è stata la principale differenza tra il Gorla e la Pro Patria? È difficile poter paragonare due ambienti completamente diversi tra loro. A Busto ti trattano come un professionista già a 12/13 anni. Lì ti seguono passo dopo passo dopo e non ti fanno mai mancare niente, come il fisioterapista o la sessione video settimanale». La crescita in un luogo professionale è necessaria per questi ragazzi che, come Stefano, si pongono l'obiettivo di scalare le formazioni fino ad arrivare in Prima Squadra e al professionismo. Dunque, la possibilità di sfidare le altre realtà giovanili della categoria diventa un imperativo. Le prime soddisfazioni di Fornaro arrivano con l'Under 16 Serie C: «Alla Pro Patria ho sempre trovato un ambiente sereno e stimolante, ma in quella stagione tutto il gruppo ha fatto qualcosa di straordinario, qualificandoci per i playoff. Purtroppo non abbiamo fatto molta strada perché la Pro Sesto era una squadra superiore a noi. Uno dei punti di forza è stato sicuramente mister Andrea Tomasoni, una persona molto preparata a livello tecnico, che ti aiuta molto a livello individuale. A inizio stagione io non partivo titolare, ma il confronto quotidiano con lui mi ha permesso di migliorare dal punto di vista tecnico e fisico, scalando le gerarchie. Lo ringrazio perché ha puntato molto su di me».

Playoff solo sfiorati l'anno successivo con l'Under 17: «È stata un'annata vissuta sulle montagne russe, molto altalenante. All'inizio abbiamo fatto fatica ad ingranare perché c'erano stati tanti innesti e abbiamo avuto bisogno di tempo per aggiustare i meccanismi. Nel girone di ritorno, invece, viaggiavamo sulle ali dell'entusiasmo; tuttavia, affrontando squadroni di grande tasso tecnico come Renate e Pergolettese, non ti puoi permettere troppi passi falsi». Una stagione che gli ha permesso di fortificare l'amicizia con Bongini e Zago, «i due ragazzi con cui ho condiviso il percorso in Pro Patria e che hanno avuto la fortuna di raggiungere la Prima Squadra», e di progredire con l'allenatore Alfio Garavaglia«Mi ha dato fiducia fin dal primo giorno. È grazie a lui se ho acquisito adeguata consapevolezza nei miei mezzi». La stessa che ha permesso di recitare una parte da coprotagonista nella scorsa stagione di Primavera 3 e segnare il suo primo gol: «È stato uno dei giorni più felici della mia avventura con la Pro Patria. Segnare in uno stadio storico come quello di Rimini (il Romeo Neri, dove del 2006 la Juventus disputò la prima partita in Serie B, nda), contro una formazione che ambiva a vincere il campionato è stato fantastico. Ho abbracciato mister Gentilini, che ringrazio soprattutto per l'apporto a livello tattico».

PAPÀ, COSA TI AVEVO DETTO?

«La scorsa estate, dopo aver intuito che non avrei proseguito alla Pro Patria, ho avuto qualche giorno di smarrimento», ammette Fornaro. «Stavo cercando di capire quale potesse essere la squadra del mio futuro prossimo quando, tra le diverse proposte, ho ricevuto una chiamata da un mio ex allenatore». Era Alfio Garavaglia, conosciuto alla Pro Patria, colui che voleva che lo raggiungesse alla Castanese: «Ho sempre visto il mister come una garanzia, per il mio presente e il mio futuro. L'idea di unirmi alla Castanese era stimolante. La dirigenza mi aveva comunicato che stavano costruendo un nuovo progetto incentrato molto sui giovani, un progetto che si sposava bene con le mie ambizioni». Fornaro si dimostra fin da subito uno dei pilastri di una squadra, giocando 1166 minuti nel solo girone d'andata: «Se mi aspettavo questo minutaggio così elevato? A essere sincero no, ma con il passare delle prime partite ho capito che avrei potuto giocare mie carte e diventare prezioso per la squadra. Alcuni dei senatori del gruppo, come Cattaneo, Greco e Bertuzzo, mi hanno incoraggiato tantissimo e mi hanno spronato a migliorare in maniera costante. Per esempio, contro l'Universal nella prima partita di campionato, ho fatto un errore di valutazione che ha causato il rigore della vittoria degli avversari».

La fiducia che Garavaglia ripone in lui è totale. A mancare, però, è la fiducia della società nei confronti di Garavaglia: «È stata una settimana difficile perché cambiare allenatore alla vigilia di una partita delicata crea un senso di incertezza. La cosa positiva è che il nuovo allenatore (Andrea De Bernardi, nda) faceva già parte dello staff da inizio stagione». Nonostante ciò, il 26 gennaio, a Uboldo, Fornaro si regala la prima gioia con i grandi: «Giocavamo in casa dell'ultima in classifica, su un campo reso pesante dalla pioggia. A un certo punto la squadra sale per battere un calcio d'angolo, io mi libero in area della marcatura, stacco, colpisco di testa e il pallone finisce in rete. Faticavo a credere in quello che stavo vivendo. Qualche giorno prima avevo predetto a mio papà che mi sentivo che, di lì a poco, sarebbe potuta arrivare quella rete perché avevamo provato tante volte quello schema in allenamento».

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SFIDANDO I CAMPIONI D'ITALIA PER DIVENTARE CAMPIONE D'ITALIA

La crescita costante di Stefano Fornaro non è passata inosservata allo sguardo attento di Matteo Medici. Pochi giorni fa, il difensore della Castanese ha ricevuto la convocazione con la Rappresentativa Regionale Under 19, nel test match vinto 3-1 sul campo dell'Alcione: «Ricevere quella comunicazione dalla società è stato un motivo d'orgoglio personale. Ho preso questo impegno come un'opportunità, uno spunto di crescita personale. Se devo essere onesto non mi aspettavo questa convocazione perché sono totalmente concentrato sulla Castanese e sui progressi a livello individuale. Cosa ho provato a giocare con la maglia numero 5 al Kennedy? Una grande emozione che faccio fatica a trasmettere, perché quando indossi quella maglia rappresenti un territorio, un movimento intero». Un'amichevole a casa dei campioni d'Italia di categoria che richiama il sogno tricolore della selezione di Medici, da provare a trasformare in realtà tra poco meno di due mesi, in Sicilia.

Un sogno da riporre momentaneamente nel cassetto, perché prima Fornaro deve spuntare gli obiettivi con la sua Castanese: «Dobbiamo raggiungere la salvezza a tutti i costi, possibilmente senza affrontare i playout. La società ha puntato moltissime speranze su questo gruppo la scorsa estate: devo fare il meglio possibile per ripagare l'enorme fiducia a me conferita, nonostante la mia giovane età. A livello personale ritengo che ci sia sempre qualcosa da migliorare. Per esempio, questi mesi mi hanno fatto capire che non posso affrontare tutti i miei avversari in marcatura allo stesso modo: devo imparare a usare il fisico e a saper leggere le posizioni in campo».

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