Promozione
28 Febbraio 2025
PROMOZIONE BESNATESE • Pietro Martinoia
«È un onore aver fornito l'assist per il gol numero 200 di Mattia Cinotti. Lui per la Besnatese dà cuore e anima, è un'istituzione; a inizio stagione ha contribuito tantissimo ad aiutare i nuovi innesti, come me, a inserirsi in questo gruppo. Spero che quel passaggio possa aver rappresentato il giusto riconoscimento e ringraziamento nei suoi confronti». Una trasposizione calcistica di quel "Siamo figli della storia, della memoria. Di quello che ci resta, ma non c'è" cantato da Setak e Simone Cristicchi in Figli della storia. La storia recente di una società, da un lato; la storia della partita, dall'altro, il cui personaggio principale è Pietro Martinoia, centrocampista classe 1999. Il motivo? Si procura il fallo per il rigore di Leontini, disegna il passaggio decisivo per Cinotti e sigilla il risultato con la rete del 3-0. Tre ottimi motivi per assegnargli la palma di miglior giocatore, come avviene dal 2018-2019 in Serie A, con la statuetta a forma di parallelepipedo a 5 facce.
Una giornata di gloria che parte da lontano, in un piccolo paesino affacciato sul Lago di Varese, Bodio Lomnago (duemila anime o poco più). Pietro Martinoia si avvicina al mondo del calcio grazie ai suoi fratelli maggiori: «Ho la fortuna di avere una famiglia solida e ben numerosa: sono il terzo di quattro fratelli, tutti maschi. Ho seguito le orme dei primi due, Matteo e Luca (con cui ha condiviso lo spogliatoio nella scorsa stagione a Gavirate, nda). Abbiamo iniziato tutti al Don Bosco Lomnago, compreso Filippo, il più piccolo dei quattro. Qui ho trascorso gli anni della Scuola Calcio con gli amici del paese». A 11 anni il primo trasferimento: «La Vergiatese mi aveva chiamato dopo un torneo estivo disputato sul loro campo. Ho indossato quella maglia per quattro anni, assaporando i campionati Regionali B. Qual è il ricordo più bello? Aver conosciuto Andrea Bartolini, un allenatore che ha una passione infinta per il calcio. Era sempre presente al campo e mostrava grande dedizione sia verso il lavoro sia nei nostri confronti».
Nell'estate 2015 Bartolini viene chiamato ad allenare alla Varesina e propone alla società di portare con sé alcuni dei suoi fedelissimi. Tra questi, anche Andrea Vitaretti e, soprattutto Pietro Martinoia. Una scelta che si rivela azzeccata fin da subito: la Varesina vince il titolo provinciale Allievi di Varese e Martinoia non solo si dimostra uno dei cardini della squadra (con 6 gol in 13 presenze), ma conquista velocemente un ruolo da comparsa con la Juniores Nazionale (12 presenze): «È stato tutto molto rapido. Non pensavo di riuscire a scalare così velocemente le gerarchie. La rosa costruita per il campionato Allievi era di grande valore, però la differenza con quella categoria di Juniores è notevole: bisogna essere bravi a calarsi nel ruolo giusto al momento giusto. Io mi sono adattato in fretta, ritagliandomi il mio spazio». Martinoia si guadagna anche qualche convocazione con la Prima Squadra. In quella stagione non giocherà mai in Serie D, ma l'esordio con i grandi è solo rimandato.
La stagione 2016-2017 rappresenta il segmento del passaggio dal calcio giovanile a quello dei grandi di Pietro Martinoia. Lo dimostrano i 3 gol in 20 partite con la Juniores e le 8 apparizioni in Serie D. L'esordio di Martinoia avviene l'11 settembre a Casale: «Cosa ho provato all'ingresso in campo? È stata un'emozione indescrivibile perché ti confronti con calciatori più grandi e con tanti tifosi che incitano a sfinimento la squadra avversaria, come successo a Casale. Penso che una delle maggiori difficoltà da gestire sia rispettare i ruoli assegnati: magari sei abituato a essere il top player nei Provinciali, ma quando arrivi in Prima Squadra devi armarti di umiltà e pazienza, perché nessuno gioca per l'ultimo arrivato. Quest'esperienza mi ha insegnato a stare in gruppo». Quello stesso gruppo capace di regalargli gioie (come la salvezza a fine stagione) e dolori (come la retrocessione ai playout l'anno seguente), con il Casale a fare da spartiacque nel bene e nel male: «Nelle partite da dentro o fuori devi dare tutto, devi curare il minimo dettaglio. Purtroppo nella seconda stagione il peggior piazzamento in classifica, la grande confusione nell'ambiente e la mancanza di continuità nei risultati ci ha consentito di arrivare a Casale con un solo risultato a disposizione».
L'1-1 condanna la Varesina alla discesa in Eccellenza. Con il desiderio di riportare subito i blaugrana in D, Pietro Martinoia accetta di rimanere a Venegono: «È stata una buona stagione nel complesso. Tuttavia abbiamo fallito l'obiettivo principale, ossia ritornare subito in Serie D. Qualificarci al playoff non è stato sufficiente e al primo turno siamo sconfitti. Credo che l'ambiente Varesina sia salutare per costruire grandi gruppi, in campo e fuori. Per esempio, io sono stato fortunato a conoscere e a condividere lo spogliatoio con Davide Morello e Christian Frigerio, due ragazzi che stimo moltissimo e con cui abbiamo coltivato una solida amicizia all'esterno del mondo del calcio».
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Martinoia ritiene che il ciclo alla Varesina sia concluso. Alla vigilia della stagione 2019-2020, il centrocampista classe '99 decide di proseguire con una realtà emergente del capoluogo milanese, l'Alcione. Con gli orange di Milano, Martinoia gioca due stagioni scarse, a causa dell'interruzione dei campionati per la pandemia, ma soprattutto per un'operazione alla spalla che gli toglie la soddisfazione di figurare tra gli eroi che hanno portato l'Alcione per la prima volta in Serie D: «Interrompere quel percorso con l'Alcione penso sia la delusione più importante della mia carriera. Al termine dell'operazione, di comune accordo con la società, ho preferito intraprendere una strada diversa. Se sono dispiaciuto a posteriori? No, con il tempo ho imparato a non avere rimpianti con il passato».
Ad attenderlo, nella sessione estiva di mercato 2021, c'è il Settimo Milanese. La chiave di volta del matrimonio con i biancorossi è l'ex DS dell'Alcione, Anselmi. Un rapporto durato pochi mesi, perché l'attrazione del magnete Gavirate è incredibilmente vigorosa: «A dicembre ho ricevuto la proposta del Gavirate. Onestamente, non avrei pensato di cambiare squadra subito, ma i maggiori stimoli a livelli tecnico e affettivi presero il sopravvento. In particolare, in quel periodo Morello mi messaggiava spesso dicendomi che mi aspettava lì». I 4 centri in 17 presenze sono un contributo fondamentale per permettere ai rossoblù di rimanere in Eccellenza. Il periodo più bello dei due anni e mezzo in riva al lago di Varese: «A maggio ho vissuto il momento migliore in maglia rossoblù, quello della festa salvezza, celebrata con grande passione da tutto l'ambiente». Nelle due stagioni successive aumentano sia le reti sia le presenze personali, Pietro Martinoia accoglie in rosa il fratello Luca e indossa perfino la fascia di capitano, ma, nel frattempo, il Gavirate non riesce a riconfermarsi e retrocede in Promozione.
Il 2024 di Pietro Martinoia è un anno di grandi cambiamenti. Prima festeggia il conseguimento della Laurea Magistrale in Scienze Bancarie e Finanziarie all'Università Cattolica di Milano, poi decide di accasarsi alla Besnatese: «La scorsa estate mi ha chiamato il Direttore Sportivo Simone Borrelli per presentarmi il progetto ambizioso di questa società. Nel frattempo, avevo ricevuto anche altre offerte, però Frigerio e Leontini, che conosco da diverso tempo e di cui mi fido ciecamente, mi hanno ribadito la bontà del progetto tecnico e l'unione delle diverse componenti societarie». Il pessimo scatto alla partenza dei biancazzurri non ha intaccato minimamente il morale della squadra: «La società ha sempre avuto fiducia in noi e in mister Rasini. Rispetto all'anno scorso la rosa è stata rivoluzionata parecchio quindi avevamo bisogno di tempo per trovare la giusta quadra. Infatti il nostro reale valore tecnico sta venendo fuori. Se mi sento in un'ambiente che può raggiungere grandi traguardi? La promozione diretta in Eccellenza ormai è saldamente nelle mani della Baranzatese, ma noi stiamo lavorando duramente per alimentare questo sogno».
La forza mentale e la coesione del gruppo si stanno confermando essere componenti cruciali: «Anche se sono arrivato da pochi mesi mi trovo bene con tutti. Non me ne vogliano gli altri ragazzi, però riprendere il contatto quotidiano con Christian Frigerio è stato incredibile: negli ultimi anni ci vedevamo raramente perché lui ha giocato in Svezia e Repubblica Ceca (con le maglie di Ytterhogdals, Nordvärmland e Znojmo, nda)». Tanti calciatori nuovi guidati da un capitano d'esperienza, un esempio, una futura bandiera: «Mattia Cinotti è il nostro capitano, dà sempre il buon esempio e non smette mai di esaltarci. Nelle settimane in cui si è fermato per un problema alla caviglia abbiamo sentito la sua mancanza. Sono estremamente orgoglioso di avergli fornito l'assist per il suo 200° gol con la Besnatese, in una domenica da incorniciare». Martinoia, infatti, oltre a confezionare il passaggio decisivo per Cinotti, si è conquistato il rigore trasformato da Leontini e ha eseguito il tap-in del 3-0: «Su un tiro di Cinotti il portiere avversario ha respinto corto; io mi sono fiondato sulla palla e, da pochi passi, ho calciato in porta». Martinoia è diventato un vero incubo per il Verbano: le tre reti messe a segno in questo campionato sono arrivate tutte contro il club di Besozzo.
Martinoia indica la strada da intraprendere nel finale di stagione: «Raggiungere la miglior posizione possibile ai playoff è l'obiettivo che ci siamo posti a livello di squadra. Da parte mia continuerò a spingere sull'acceleratore, impegnandomi ad aumentare il numero di gol e assist». Infine esprime un caldo ringraziamento ai suoi tifosi preferiti: «Da quando ho iniziato a giocare, mamma e papà sono stati i miei fan numero uno. Non posso che ringraziarli per tutte le volte che hanno scarrozzato me e i miei fratelli da una parte all'altra della Lombardia, praticamente ovunque. Per chi faranno il tifo quando giocherò contro Luca? All'andata la sfida è terminata 1-1, loro si augurano che finisca di nuovo con questo punteggio (ride, nda)».