Promozione
07 Marzo 2025
PROMOZIONE POZZUOLO • Antonio Simone, pilastro della difesa bianconera
«Lottatore: si dice anche di un qualsiasi atleta che disputi le gare della sua specialità con particolare impegno, e in genere di chi, nella vita, nella propria attività, nella missione che si è assunta, si getta con accanimento e tenacia nella lotta». Questa la definizione che la Treccani dà della parola lottatore. Per dare una definizione la più completa possibile, però, la celebre enciclopedia italiana dovrebbe aggiungere alla voce sinonimi anche «Antonio Simone». Che sia in campo davanti a un centravanti o nella vita di tutti i giorni di fronte a un infortunio, il difensore bianconero non si è mai piegato e ha sempre mostrato quella grinta e quella tenacia che, se in campo gli costa magari qualche giallo di troppo, al di fuori del rettangolo verde lo ha trasformato da ragazzo a uomo, capace di tornare ancora più forte dopo una rottura dei legamenti che sembrava aver spezzato troppo presto i suoi sogni e che gli aveva impedito di giocare il primo storico campionato di Promozione del Pozzuolo. Tornare non è stato semplice, ma lui non si è tirato indietro: ha accettato la sfida e nel giro di una settimana è tornato titolare inamovibile della sua difesa. E ancora più insuperabile di quanto non lo fosse già prima.
Una storia che affonda le sue radici a Gorgonzola, paese natale del difensore del Pozzuolo: all'età di 5 anni Antonio comincia infatti il suo cammino nel mondo del calcio vestendo la maglia dell'Argentia, passando poi dopo qualche tempo al Gessate. Uno snodo cruciale nella carriera di Simone, che a distanza di anni ricorda così quell'avventura: «Eravamo una squadra imbattibile, mi sono divertito molto in quegli anni e abbiamo ottenuto grandi vittorie e soddisfazioni anche internazionali». Da qui il passaggio alla Tritium, società in cui Antonio, con i suoi 3 gol in 9 partite, comincia già a mostrare quel feeling con la rete che accompagnerà il resto della sua carriera: «A Trezzo sono rimasto due anni, lì ho imparato molte cose».
Non si può parlare di Antonio Simone senza prescindere da Andrea Sottocorno, figura fondamentale per la crescita sia umana che calcistica del difensore di Gorgonzola: «Sono a Pozzuolo ormai da un po' di anni e sono arrivato grazie al mio mister Sottocorno, che ha sempre creduto in me. Mi trovo nel posto giusto per crescere, in una società ambiziosa che dà tanto spazio ai giovani e che aspira sempre a migliorare». Tra le mura dello stadio di Piazzale Nenni si respira infatti un'atmosfera quasi magica, dovuta alla perfetta alchimia tra i componenti del gruppo squadra: «Siamo una grande famiglia, un gruppo molto affiatato a cui piace stare insieme e dove i "vecchi" aiutano noi giovani a crescere. Abbiamo iniziato bene la stagione, poi abbiamo avuto un calo di risultati, ma ora ci siamo ripresi al meglio e siamo in piena corsa per l'obiettivo salvezza».
L'11 giugno 2023 è probabilmente una data scolpita nei cuori di molti tifosi bianconeri: con la vittoria contro il San Biagio nei play-off di categoria, il Pozzuolo riuscirà finalmente a staccare uno storico pass per la Promozione, dopo che lo spareggio perso con l'Ausonia un mese prima aveva rischiato di macchiare una stagione fin lì trionfale. E tra i protagonisti della leggendaria cavalcata non può che esserci Antonio Simone, autore di ben 5 reti e prestazioni di assoluto livello che nel novembre precedente gli erano addirittura valse una convocazione nella Rappresentativa regionale di Matteo Medici. Quella che però dovrebbe essere un'estate di gioia e di festa per i giocatori bianconeri si trasformerà in un incubo per il centrale del Pozzuolo: «L'infortunio è arrivato a stagione finita e l'esito è stato la rottura del legamento crociato. Inizialmente è stato tutto molto duro, ma penso che quello che ho passato mi abbia fatto crescere mentalmente e insegnato l'importanza del lavoro extra campo. Non è facile stare fuori tutto quel tempo senza fare pensieri negativi, ma ho lavorato tantissimo per poter tornare in buone condizioni: il rientro in campo è stato bellissimo, ma anche faticoso sia fisicamente che mentalmente».
«Ad oggi non mi ispiro a nessuno di particolare, ma da piccolo impazzivo per Gattuso e Materazzi, tanto che sono state le prime maglie di calcio che ho ricevuto». Ed è proprio dai due Campioni del Mondo che Simone ha ereditato le sue caratteristiche tecniche principali, abbinando infatti la grinta e l'agonismo di Ringhio e l'abilità nell'anticipo e nel gioco aereo del rivale nerazzurro, autentica bandiera del club di cui Antonio è tifosissimo da sempre. Ciò che però gli ha permesso di imporsi nell'11 titolare di Sottocorno subito al rientro dal lungo infortunio è stata senza dubbio la sua straordinaria duttilità, che gli permette di ricoprire indifferentemente diversi ruoli dello scacchiere di Sottocorno: nel proverbiale 3-5-2 del tecnico bianconero, Simone è stato impiegato sia da difensore centrale che da braccetto, andando però anche a ricoprire qualora fosse necessario il ruolo di quinto di centrocampo.
E se questi dati ancora non bastassero, basta dare un occhio al percorso in campionato del Pozzuolo per capire come la presenza di Simone in campo sia fondamentale: dal 12 gennaio, data del ritorno in campo del difensore ex Tritium, il Pozzuolo ha infatti ottenuto 11 punti in 7 match, una media di 1.6 punti a partita contro l'uno di quando invece Simone si trovava ancora ai box. Mai come ora il Pozzuolo può proseguire in serenità il percorso verso la salvezza diretta, obiettivo dichiarato da squadra e dirigenza, nonostante Simone mostri ambizioni ben maggiori: «Quest'anno dobbiamo salvarci, ma il mio sogno è quello di salire di categoria con il Pozzuolo, portandolo il più in alto possibile».