Promozione
14 Marzo 2025
PROMOZIONE LUINO • Alex Incarbone, attaccante
A casa lontano da casa. No, non è l'associazione che si occupa di allestire alloggi e servizi per le persone in viaggio per motivi di salute. Questo è il pensiero del protagonista di una storia iniziata 23 anni fa nell'hinterland torinese e proseguita con esperienze tra Pinerolo, Udinese, Juventus e perfino in Svezia, prima di toccare le sponde dei laghi Maggiore e di Varese. Qui si è stabilito e ha proseguito la sua avventura nel mondo del calcio Alex Incarbone, attaccante classe 2002 in forza al Luino. «Mi trovo benissimo qua, sento che Luino è il mio ambiente ideale», una frase che equivale a un giuramento di fedeltà del ragazzo, che è già entrato nella stanza degli onori del club rossoblù: con un gol - e un rigore realizzato - nella finale di Coppa Lombardia Prima Categoria ha contribuito al primo grande successo del Luino, con una doppietta da subentrato a una delle favorite della vigilia, l'Universal, vuole ripagare la fiducia di una società che punta a stabilizzarsi in Promozione.
Nato e cresciuto ai piedi delle Alpi Cozie, Alex Incarbone inizia a giocare nel Tetti Rivalta, una squadra a pochi chilometri da Torino: «Quando ero piccolo non praticavo il calcio. Prima facevo diverse discipline riconducibili al settore delle arti marziali. Nonostante mi divertissi molto, il richiamo del pallone era fortissimo: a 8 anni, dopo aver insistito tantissimo per giocare a calcio, i miei genitori hanno ceduto e mi hanno portato per la prima volta al campo». I risultati sono incoraggianti fin dai primi mesi: nell'ottobre 2010, Incarbone vince il suo primo trofeo in un triangolare valido per le qualificazioni alle fasi finali provinciali. L'antipasto di un menù lungo sei portate, concluso con un dolce ricordo: «Nel 2016 ho avuto la fortuna di allenarmi una settimana con i giovani della Juventus. Confrontarmi con loro dal punto di vista tecnico è stato un onore e un'occasione di apprendimento unica; inoltre, ho avuto il piacere di conoscere Franco Tongya (attuale centrocampista della Salernitana, nda)».
Nell'estate del 2016 Incarbone passa alla Bruinese con cui disputa un'eccellente campionato Giovanissimi Provinciali: l'attaccante domina il girone autunnale (segnando 25 gol in 15 presenze) e aiuta la squadra a raggiungere il quinto posto del raggruppamento primaverile, sfiorando i playoff. Un'annata incredibile che attira su di sé gli occhi di molti osservatori, tra cui quelli dell'Udinese: «Avere la possibilità di andare a Udine e allenarmi nel loro centro sportivo è un'emozione che porterò nel cuore per sempre. Ho visto con i miei occhi le gesta di calciatori di livello mondiale come De Paul e Zapata. Vederli in azione, a pochi metri da me, sul prato del nuovo stadio Friuli è stato incredibile». L'avventura in Friuli dura non più di qualche giorno, ma abbastanza per convincere la squadra della sua città natale a riportarlo a casa.
Con questo episodio si apre il quadriennio di Incarbone al Pinerolo, che all'epoca militava in Serie D: «È stata una chiamata irrinunciabile per la mia crescita personale e professionale. A Pinerolo ho respirato un clima diverso perché lì mi hanno trattato come se fossi un professionista». Incarbone vive un'annata fantastica con l'Under 17: nella stagione 2018-2019 chiude la stagione regolare al secondo posto con 78 punti, dietro soltanto a un fenomenale Chisola, conquistando una storica semifinale nel campionato regionale di categoria, giocata contro il Chieri. I suoi piedi alimentano il sogno di una città intera, realizzando il gol del momentaneo 2-1 nella sfida d'andata in casa, prima che Rossi e Morone ribaltino nuovamente in favore degli ospiti: «Ho vissuto il periodo migliore della mia carriera: avevamo creato un gruppo unito, dove ognuno si sacrificava per il compagno». Al termine della stagione, il Pinerolo riceve l'invito di partecipazione alla Gothia Cup, una competizione internazionale che può forgiare l'appellativo di "Coppa del Mondo giovanile": «Un'esperienza da sogno, a maggior ragione perché siamo andati fino a Goteborg con la mia squadra del cuore, con gli amici con cui sono cresciuto. Riuscivamo a essere una grande squadra sia dentro sia fuori dal campo, c'era un'intesa spaziale».
Tuttavia, quello che Alex è riuscito a costruirsi in quegli anni si deve scontrare con l'onda del Covid ma soprattutto con una decisione che porta la sua famiglia lontana da Pinerolo, lontana dalla provincia torinese: «Mio papà aveva trovato lavoro in un'azienda che produce materie plastiche in Svizzera, era diventato un frontaliere. In quel periodo di grandi cambiamenti io, mia mamma e le mie sorelle avevamo deciso di seguire papà, che aveva trovato casa a Besozzo. Io avevo il desiderio di continuare a giocare a calcio e qua devo ringraziare moltissimo il Pinerolo, a cui avevo chiesto lo svincolo. Loro, invece, si sono messi in contatto con alcune società della zona per propormi, dato che io qui non avevo contatti». Incarbone riparte dal Gavirate, in un'annata che si rivelerà molto positiva con l'Under 19: secondo posto nel Girone A dei Regionali B e trionfo ai playoff, grazie ai successi su Viscontea (5-0 il punteggio aggregato tra andata e ritorno) e Soresinese (3-2 con la rete della promozione all'ultimo minuto): «Quella è stata una giornata incredibile, che arrivava dopo un periodo molto complicato a livello personale. A novembre mi ero fatto male al legamento del ginocchio ed ero stato lontano dal campo per quattro mesi. Provare quelle emozioni è stata una liberazione».
L'ottimo contributo con l'Under 19 consente a Incarbone di salire in Prima Squadra, assaporando il campionato di Eccellenza e Promozione. Il giovane attaccante, però, non è centrale nel progetto e cerca qualcuno che gli possa fornire più minutaggio. Il Luino è la soluzione ideale alle sue richieste: «Quando sono arrivato qui ho trovato un gruppo fantastico, saldo, che ha grande voglia di fare. I primi sei mesi a Luino sono stati molto positivi e avrei voluto rimanere, perché la società stava lavorando a un progetto a lungo termine». Il Gavirate, società che detiene il cartellino, lo richiama a giugno per giocare in Promozione ma, di nuovo, lo spazio a disposizione è limitato: «Mi mancavano troppo i compagni di squadra e l'ambiente di Luino, avevo una volontà immensa di tornare lì e completare quel lavoro lasciato incompiuto». A dicembre la dirigenza del Gavirate autorizza un nuovo prestito di sei mesi: «Al primo allenamento, quando ho notato che il gruppo dell'anno precedente era stato confermato, ho capito che avremmo potuto fare un grande finale di stagione. In Coppa Lombardia abbiamo sfidato la sorte e tutti coloro che ci consideravano come un outsider o poco più».
Proprio le serate di Coppa forniscono i ricordi indelebili di una stagione memorabile: «Avevamo introdotto un rito nei prepartita di Coppa: mettevamo la canzone Guasto d'Amore di Bresh per caricarci, e devo dire che ci ha portato una grande fortuna». Il Luino arriva fino alla finale di Pozzuolo Martesana, dove di fronte c'è a sfidarlo in Badalasco. Alex Incarbone entra nella storia del club segnando il gol dell'1-0: recupero palla di Gningue, verticalizzazione per Asero che vede l'inserimento del classe 2002 e lo serve con un filtrante; Incarbone trafigge il portiere sul palo lontano. Dopo il 2-2 dei supplementari, Incarbone si incarica di tirare il quarto rigore della lotteria finale per assegnare la Coppa. Un rigore che si rivelerà decisivo, al pari della seconda parata di Ruzzoni su Gamba: «Mi trovo benissimo qua, sento che Luino è il mio ambiente ideale. La mia volontà è stata chiara: l'ho comunicata a entrambe le società, che ringrazio per aver trovato un punto d'incontro. Percepisco la fiducia di tutta la società e considero Luino la mia seconda casa; anzi, la prima, perché qua sono maturato come persona, oltre che come calciatore».
«Qual è la forza trainante della squadra? La coesione e la spensieratezza del gruppo. Fin dal primo giorno mi sono sentito accettato e ben voluto da tutti. Ho un rapporto molto positivo con tutti, ma se devo fare il nome della persona con cui ho legato di più è Samuele Peri». Partire dalla panchina per Alex non è né un problema né un aspetto che penalizza la sua carriera: «Rispetto sempre le scelte tecniche del mister, perché sa come preparare al meglio le partite e chiede a tutti di farci trovare pronti». Proprio come domenica, quando è subentrato nella ripresa e, in meno di cinque minuti ha realizzato la doppietta che ha portato il Luino sul 3-0: «Nella scorsa partita è stato facile agire nei pressi di Tripoli. I due gol sono arrivati in fotocopia, grazie a lui che ha compiuto due magie: ha coperto un paio di palloni, verticalizzandoli in profondità; io ho dovuto solo correre nello spazio e calciare in porta. Pietro è un esempio per tutti noi: da lui cerco di prendere l'umiltà e l'semplicità con cui esegue il gesto tecnico». E sugli obiettivi stagionali: «Abbiamo una salvezza da conquistare. Sono convinto che possiamo rimanere in Promozione anche senza giocare i playout, perché percepisco la fiducia di ogni componente della società. Durante gli allenamenti vedo la grande intensità che ci mette ognuno di noi e sono convinto che possiamo toglierci grandi soddisfazioni. A livello personale spero di poter contribuire con qualche altro gol. Però una cosa è certa: ognuno di noi darà il massimo fino alla fine della stagione, fino all'ultimo triplice fischio dell'arbitro».