Under 19 Nazionale
17 Marzo 2025
KINGS LEAGUE LOTTOMATICA.SPORT CIRCUS • Lorenzo Mantovani
Capello folto, uno con qualche riccio in più dell'altro, stesso anno di nascita e un fattore determinante in comune: fare la storia. Farla in maniera sorprendente, da giovani, giovanissimi, realizzando un sogno cullato sin da bambini, o vivendone uno forse inaspettato, ma che sta segnando un'era. Quella appena iniziata di Andrea Kimi Antonelli, il secondo pilota più giovane di sempre ad andare a punti nel suo debutto in Formula 1, il migliore per un italiano dai tempi di Ignazio Giunti (1970), quella della Kings League, che sta rivoluzionando il mondo dell'intrattenimento sportivo in Italia, e quella di chi ne ha scritto una pagina unica: Lorenzo Mantovani, il più giovane marcatore di sempre della competizione che sta cambiando tutto.
1 febbraio 2006, 25 agosto 2006: 205 giorni di differenza alla nascita, solo 6 tra due momenti indimenticabili. La rimonta da record di Kimi nel suo primo gran premio (domenica 16 marzo), il primo gol di Lorenzo in maglia Circus, con cui a 19 anni e poco più di un mese entra nella storia in data lunedì 10 marzo. Una di quelle da annotare sul calendario del telefono, o da sottolineare nel proprio diario dei ricordi, dove bisogna trovare spazio per il destro in piena area di rigore che chiude la sfida con gli AlpaK e rilancia i viola a un passo dal podio.
«È una bella emozione sicuramente, poi soprattutto concludere con una vittoria era importante sia per me sia per la squadra per rialzarsi dopo la sconfitta di settimana scorsa, e direi che l'abbiamo fatto nel migliore dei modi», racconta Mantovani, lui che di professione farebbe il difensore, ma che prima si inventa una finta di corpo conclusa con un tiro parato di piede e poi, da vero bomber, si libera dalla marcatura per farsi trovare pronto sull'assist di Uras. Il tutto sotto gli occhi di decine di migliaia di persone, connesse per seguire un torneo che offre possibilità inimmaginabili per chi la passione per il calcio continua a coltivarla nei dilettanti (clicca qui per sapere di più sulla Kings League).
Un po' come il classe 2006 del Città di Varese, che sull'occasione di giocare nella competizione inventata da Piqué racconta: «È un'emozione fortissima, già da quando sono stato scelto al draft, anzi ringrazio anche il presidente Grenbaud che devo dire è sempre presente agli allenamenti e ci dà un grandissimo supporto. Trovarsi in questa competizione è un grande onore perché non capita tutti i giorni di affrontare giocatori come Caputo o Di Cesare, soprattutto per me che non ho ancora affrontato una vera e propria prima squadra visto che fino all'anno scorso ho fatto soltanto settore giovanile. Ritrovarsi a giocare contro dei calciatori adulti è tutta un'altra cosa, però sono contento perché penso di star migliorando e di star dando tutto il meglio alla squadra, e spero di continuare così».
«Soltanto settore giovanile», per modo di dire, perché Lorenzo l'aria dei grandi l'ha respirata vestendo la maglia dell'Atalanta, ma soprattutto quella del Como. Con i lariani si forma infatti dall'Under 14 all'Under 17, crescendo di anno in anno fino a guadagnarsi un'occasione che no, non capita tutti i giorni: essere allenato da un campione d'Inghilterra, di Spagna, due volte d'Europa e una del Mondo, nonché uno dei centrocampisti più forti della sua generazione. Quel Cesc Fabregas che sta provando a rivoluzionare la Serie A con le sue idee e la sua mentalità, dopo esser stato guida della Primavera sempre a Como: «Lì ho passato tre anni fantastici. Ho trovato dei grandissimi allenatori, soprattutto Massimo Cicconi, che mi ha sempre dato una grande spinta nei momenti di difficoltà. È stato assurdo anche allenarsi con un grande campione come Fabregas, fare il ritiro con la Primavera e riuscire a confrontarsi a volte con giocatori importanti della prima squadra, come Cutrone, Verdi o Baselli. Mi hanno sempre detto che tecnicamente c'ero, che fisicamente c'ero, e che bisognava solo mettere un po' di cattiveria in più, ma penso che grazie a questa competizione, giocando con gli adulti, mi stia venendo».
Anni di settore giovanile in cui Lorenzo cresce sempre più, passando dalle 14 presenze fatte in Under 14 e mantenute in Under 16, nonostante il salto dell'Under 15 dovuto al covid, alle 22 in Under 17, arricchite dai primi due gol in maglia biancoblù. Reti segnate a Sudtirol e Verona da terzino sinistro, ruolo che lo porta ad affrontare alcuni dei prospetti più interessanti del panorama giovanile. «Per me De Pieri dell'Inter è un mancino fenomenale, se dovessi paragonarlo a qualcuno della Kings direi Perrotti dell'FC Zeta: uno imprevedibile, che riesce sempre a trovare la giocata migliore. - racconta Mantovani, che ricorda i duelli con altre giovani stelle - Ekhator del Genoa, che adesso sta trovando spazio in prima squadra, ma anche alcuni miei ex compagni dell'Atalanta, per esempio Mendicino, che ora è a Cesena in Serie B. Tutti giocatori che affrontando o giocandoci insieme mi hanno dato una grande mano».
Perché a poco più di 19 anni la mentalità è ancora quella giusta, quella di chi vuole assimilare nozioni come una spugna imparando dai più grandi, e i piedi sono ben ancorati al terreno. Sì, perché dinanzi alla visibilità offerta da una competizione inventata da Gerard Piqué, seguita in loco da un certo Claudio Marchisio e trasmessa da un gigante del calibro di Sky Sport, il focus di Lorenzo è sempre quello: «Questa esperienza penso mi sarà d'aiuto anche per la mia crescita, se un domani dovessi ritrovarmi in un'Eccellenza o in una prima squadra dilettantistica». E pure gli obiettivi sono chiari: «Arrivare ai playoff».
Gli stessi che potrebbero spalancare le porte del Mondiale per Club targato Kings League, quella in cui Mantovani ha già inciso il suo nome nella storia d'Italia. Da giovane, giovanissimo, senza guidare una Mercedes in Australia, ma calciando in rete quel pallone che porta con sé tutti i sogni, anche quelli coltivati dal campo sotto casa al palcoscenico più seguito del paese.