Under 19 Élite
22 Marzo 2025
UNDER 19 ÉLITE VILLA • Gianluca Fanaru
Uno solo. No, in campo non c'è spazio per qualcun altro, se sei un portiere sai che per te è tutto diverso. Una porta, un ruolo e la consapevolezza che andare in panchina vuol dire nel 99% dei casi non giocare. Un destino da accettare in attesa del proprio momento, pur sapendo che anche essere il secondo è importante durante gli allenamenti e come spalla di chi scende in campo, ma si sa, tutti vogliono giocare. A volte, però, la panchina può esssere un modo per affacciarsi nel mondo dei più grandi e studiarlo da una posizione privilegiata, in attesa, un giorno, di fare il proprio esordio. Sì, poi però c'è quell'1% dei casi in cui titolare si fa male, entri e giochi, ma la storia di Gianluca Fanaru va oltre le statistiche: debutto dalla panchina, rigore parato ai campioni in carica e porta inviolata. Il tutto a 16 anni, in Under 19.
Minuto 50 sull'orologio, Maltese va a raccogliere un pallone terminato sul fondo per rinviarlo, ma lo fa zoppicando in maniera vistosa e dalla tribuna iniziano le prime preoccupazioni: «Gli faceva male il piede, non può andare avanti deve chiedere il cambio». Tempo pochi secondi e il portiere del Villa si distende al suolo, entra la fisioterapista e sbuca la domanda: «Chi è il secondo portiere?». Risposta? App di Sprint e Sport, formazioni e un click: «Fanaru». Un nome nuovo praticamente a tutti, ma è normale. Il vice Pavanello, infatti, è infortunato e la maglia numero 12 finisce così sulle spalle di Gianluca, titolare in Under 17 Élite e convocato per l'occasione.
Nel frattempo Maltese alza bandiera bianca, il classe 2008 toglie la pettorina, indossa i guantoni e fa il suo esordio in Under 19 Élite, e non proprio contro un avversario qualsiasi. Già, davanti c'è la Vis Nova campionessa in carica del Girone B, con qualche assenza, ma pur sempre temibile, e Fanaru lo sa benissimo. Lì, da quella panchina, infatti, osserva nel primo tempo il paratone di Maltese sulla punizione da 30 metri di Bellotti, registra il mancino del difensore brianzolo e lo mette sapientemente nel cassetto dei ricordi. D'altronde, si sa, se sei un portiere in panchina al 99% dei giochi, e se sei più piccolo di almeno due anni di quasi tutti gli altri in campo allora sei lì principalmente per imparare.
Poi, però, c'è quell'1% dei casi, quello in cui Gianluca entra e stravolge qualsiasi numero possibile. Sì, perché al 22' della ripresa Mucedola subisce fallo in area e per l'arbitro non ci sono dubbi: calcio di rigore per la Vis Nova. Per qualcuno in tribuna è un segno del destino: «Lo para». Per Gianluca è il momento di riaprire subito il cassetto dei ricordi, perché sul dischetto c'è proprio Bellotti, quello studiato dalla panchina, forse in maniera inconscia, ma il risultato è lo stesso: mancino a incrociare alla propria sinistra, tuffo, parata e storia che si scrive.
«Se prendiamo gol perdiamo, devo pararlo a tutti i costi. - il flash che passa nella mente del classe 2008 - L'unico pensiero era parare il rigore. Ho cercato di mettere paura al tiratore, l'ho osservato e ho capito che avrebbe tirato alla mia sinistra». Intuito, lettura del corpo, esplosività ed emozioni, così tante da rompere la voce: «Venire a giocare con una squadra più grande e parare un rigore è tanta roba. Mi è piaciuto molto, mi sono divertito. Mi piace aver, diciamo, salvato la partita».
Pure senza il «diciamo», perché quel rigore è il momento di svolta del secondo tempo, dove il Villa cresce e crea qualcosa in più degli avversari, andando vicinissimo al colpaccio nel finale quando la punizione di Venturini si stampa sul palo. Un altro segno del destino, forse, come a dire che su quello 0-0 ci debba essere un solo nome inciso: Gianluca Fanaru. Lui che quella partita al massimo avrebbe dovuto seguirla dalla panchina, e che invece supera qualsiasi sogno immaginabile: esordio da subentrato, rigore parato e porta inviolata contro i campioni. Tanta roba, sì, o meglio, roba da uno solo.