Promozione
24 Marzo 2025
KINGS LEAGUE LOTTOMATICA.SPORT BLACK LOTUS • Marco Baioni
«È del tutto vero ciò che dice la filosofia, che la vita deve essere compresa a posteriori. Ma in questo si dimentica l'altro principio, che essa deve essere vissuta in avanti». È la citazione presa dai «Diari» di Søren Kierkegaard, lui che se ne intendeva sicuramente più di filosofia che di biologia, ma anche mettendo la vita sotto la lente di ingrandimento, a volte, pure a posteriori trovare un senso diventa impossibile. Chiedere conferma a Marco Baioni, lui che ha conquistato il tetto d'Italia a 18 anni, è volato in America e ora è tornato indietro per sognare di prendersi addirittura il mondo.
Questione puramente grammaticale, o quasi. Prendere quelle ultime due lettere in nerazzurro, ribaltarle e il gioco è fatto: dall'Inter al Renate, dal primo trofeo di Milano ai successi con le Pantere. Sì, Baioni diventa re prestissimo. Nella stagione 2017/2018 chiude infatti la sua esperienza interista vincendo il campionato Giovanissimi Regionali nella maniera più bella: per un punto davanti al Milan. Un'avventura da 14 presenze e 3 gol, segnati con Mantova, Cremonese e Sudtirol, prima del trasferimento all'AlbinoLeffe, dove la corona manca, ma il contributo aumenta, soprattutto nel primo anno di Under 15 Serie C, terminato con 1532 minuti in 22 partite e come terzo miglior marcatore della squadra (da centrocampista) grazie alle tre firme su Gozzano, Monza (1-0 decisivo) e Cuneo.
Il salto in Under 17 Serie C viene invece subito smorzato dal Covid, ma le poche partite a disposizione bastano a Marco per guadagnare le attenzioni del Renate, lì dove il senso inizia a perdersi. Merito forse del nerazzurro, quell'accoppiata di colori che lo seguirà anche più avanti e con cui continua a togliersi una soddisfazione dopo l'altra. Rimasto in categoria, con le Pantere vince il girone di Under 17 e arriva fino alla semifinale persa con il Como, ripetendo quasi lo stesso pattern nella stagione successiva: girone di Primavera 4 vinto ed eliminazione ai quarti nelle fasi finali.
Guardando indietro sembra mancare solo il lieto fine, ma la vita va vissuta in avanti, e in avanti vuol dire entrare nella storia. Già, perché quella promozione che sembrava mancata diventa realtà grazie a un ripescaggio che porta il Renate in Primavera 3, lì dove neanche il microscopio più potente può analizzare le particelle del sogno nerazzurro. Con la vittoria per 2-1 sul Modena alla prima giornata di campionato inizia infatti una stagione senza senso per Baioni e compagni, con il classe 2004 che diventa insostituibile nel centrocampo di una vera e propria favola. Sotto la guida del solito Gianluca Savoldi, le Pantere prima vincono il campionato per un punto davanti al Sudtirol, poi aspettano sei settimane per scoprire il proprio avversario nella finale playoff e infine entrano nel mito, nel segno del destino.
Marco Baioni in maglia Renate durante il campionato Primavera 3
All'ultimo atto, infatti, ci arrivano proprio i rivali biancorossi. In casa del Sudtirol finisce 1-1 il match d'andata, in quella del Renate il miracolo prende vita: 0-0, finale vinta e seconda promozione consecutiva, la prima da ripescati, la prima nella storia del club in Primavera 2. «Avere un mister come Savoldi mi ha dato tanta fiducia, tutto ciò che abbiamo vinto sono delle belle soddisfazioni», ricorda Baioni, lui che la maglia da titolare non se la leva mai di dosso, onorandola a suon di pressing, grinta e duelli vinti, fino all'apice dell'insensatezza. Esatto, perché la vittoria del girone vale l'accesso alla Supercoppa con il Palermo, campione del gruppo B e sconfitto nell'ennesima storica partita per il club lombardo: è la vittoria che vale lo Scudetto. Un 1-0 con gol di Iacovo dopo appena 5 minuti, vissuto sempre da titolare da Marco, lui che si prende la corona più importante di tutte: «È stata una partita diffiicile, eravamo contro un avversario ostico, però il successo è stato conseguenza dei tanti sforzi che avevamo fatto. Diciamo che con il Renate ci siamo tolti delle soddisfazioni».
Fatta la storia, Baioni prende presto una scelta di vita: «Sono andato in America per studiare biologia, ma diciamo che il calcio là non è vissutto come lo viviamo qui, quindi ho deciso di tornare». D'altronde non è questione di filosofia, grammatica o scienza, il legame con il pallone è roba di anima, qualcosa di viscerale, qualcosa di inspiegabile, soprattutto nel suo caso. Il rientro in Italia, infatti, avviene sempre con quei colori lì: il nerazzurro della Luisiana (giusto per non far mancare il richiamo degli USA), ma soprattutto, il nerazzurro dei Black Lotus.
Aggregatosi ai cremonesi in Promozione durante l'ultimo mercato invernale, Marco, infatti, si sta riprendendo l'Italia in maniera diversa, ovvero grazie alla Kings League. Un campionato di calcio a 7 con regole particolari inventato da Piqué (clicca qui per saperne di più) che dopo essere esploso in Spagna sta spopolando in tutto il mondo, coinvolgendo leggende del calibro di Neymar, Pirlo, Aguero, Ibra, stelle come Toni, Marchisio e Nainggolan o campioni del presente quali Yamal, Koundé, Tchouaméni e Maignan. Una competizione che in Italia mette sul piatto anche la possibilità a 4 delle 12 squadre partecipanti di strappare il pass per il prossimo Mondiale per Club.
Un sogno e un palcoscenico impensabile per chi, come Baioni, la passione per il calcio la vive nei dilettanti, ma c'è scritto poco sopra: «La vita deve essere compresa a posteriori». E allora, forse, il classe 2004 un senso a tutto questo lo troverà più avanti, intanto quello delle ultime due partite è evidente. Sì perché cambia il contesto, ma le qualità dell'ex Renate sono sempre le stesse: grinta, pressing, animo e voglia matta di combattere. Quelle che lo portano a far espellere la stella Loiodice con i Caesar, stesi con un gol su rigore e salvandone uno sulla linea, quelle che gli valgono la palma di MVP nella strabordante vittoria per 7-0 sugli Underdogs, dove, oltre alla solita tempra infusa dalla fascia di capitano, spara un destro all'incrocio dei pali per rompere la partita.
«Sicuramente è una grandissima vetrina sia per me sia per tutti gli altri ragazzi, è un'ottima occasione per fare bene. - spiega Marco sulle possibilità offerte dalla Kings League, seguitissima sui social, ma il focus del centrocampista è un altro - Io sono molto più concentrato sul calcio perché a me piace questo. Spero di fare bene, poi chissà, vedremo dove mi porterà». Già, d'altronde lo diceva Kierkegaard: «La vita deve essere vissuta in avanti». E allora avanti tutta, anche perché dopo il tetto d'Italia si può provare a prendere quello del mondo.