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La rivincita di Di Nunno: fa la storia nei professionisti e conquista subito i Dilettanti

Dalla promozione in Serie B con il Lecco alla vittoria di Baranzate: è il secondo campionato vinto in tre anni

Di Nunno Baranzatese

PROMOZIONE BARANZATESE • Paolo Di Nunno, presidente

«La vittoria del campionato di Promozione può essere considerata la mia prima grande rivincita? Beh, senza dubbio. Fino a ieri neanche il numero uno della FIGC era a conoscenza del fatto che sono tornato nel mondo del calcio». Se qualcuno pensava che il dilettantismo potesse cambiare lo spirito di una persona vulcanica, schietta, a tratti divisiva, nel bene e nel male, si sbaglia di grosso. Dopo aver riportato il Lecco in Serie B a 51 anni di distanza dall'ultima apparizione Paolo Di Nunno, imprenditore 76enne originario di Canosa di Puglia, riscrive la storia di una società a pochi chilometri da casa sua: «Penso che condurre la Baranzatese per la prima volta in Eccellenza sia un'impresa bellissima. Qua non si vive lo stress che c'è nelle categorie superiori. Il professionismo ha i suoi pro e i suoi contro: con questo, non voglio dire che non sia bello, ma io sono felice della scelta che ho intrapreso a luglio. Lecco e Baranzate sono due esperienze difficili da poter paragonare, ma vorrei riuscire a creare entusiasmo anche in questo meraviglioso ambiente».

FESTA TOTALE BARANZATESE; COLLABORAZIONE VINCENTE CON MARTINO MOSCONI

Paolo Di Nunno è un uomo che senza calcio non sa stare. Lo dimostrano i soli 10 giorni intercorsi tra la cessione del Lecco ad Aniello Aliberti e l'ingresso nella Baranzatese, dopo essere stato vicino alla Cob 91. Un arrivo celebrato a braccia aperte dal board gialloblù: «Il mio arrivo a Baranzate è stato visto in modo positivo da tutti coloro che facevano già parte della società. Dirigenti e collaboratori sono tutte persone con una certa esperienza, a cui stanno a cuore i colori gialloblù; vorremmo cercare di avvicinare quanti più giovani possibili, per avere una tifoseria con un’età più variegata». La grande differenza con le gestioni precedenti si registra nella direzione della società: se a Seregno e a Lecco la personalità di Di Nunno era stata preponderante, a Baranzate si è intrapresa una collaborazione con lo storico presidente Martino Mosconi, ora Direttore Generale e figura fondamentale per la promozione, nonché per lo sviluppo di un settore giovanile condotto dai provinciali ad avere tutte le squadre nei regionali, di cui due in Élite: «Il rapporto con Mosconi è ottimo. C’è una grande intesa tra di noi e lavoriamo a stretto contatto, come se fossimo un corpo solo fin dal primo giorno».

Quel 23 luglio 2024 che ha rivoluzionato il recente passato della società gialloblù. Tra i primi innesti dell’era Di Nunno nel nord di Milano, che hanno completato la rosa di grande livello architettata in estate dallo stesso Mosconi e dal DS Palmiro Maina, anche uno dei suoi fedelissimi, Riccardo Capogna: «Come l’ho convinto a venire qui? Riccardo è uno dei tanti ragazzi che mi vogliono ancora bene, nonché un elemento di categoria superiore. Di lui mi piace l’umiltà: la scorsa estate l’avevo contattato perché cercavamo un attaccante che potesse far crescere sia umanamente sia tecnicamente le nostre giovani punte: penso che stia facendo un ottimo lavoro (la Baranzatese è, attualmente, la squadra con più reti segnate in categoria, nda). Viene da Lecco a Milano tutti i giorni per allenarsi duramente e giocare le partite, come tutti gli altri componenti della rosa. È un esempio per tutti».

TOMANIN ANNATA SUPER: NESSUNO COME LUI IN CASA

Rimanendo in tema di ex, Di Nunno a Baranzate ha ritrovato Uberto Tomanin, già allenatore dell’Under 17 quando il presidente era proprietario del Lecco: «Secondo me Tomanin è un allenatore molto bravo e preparato. La sua caratteristica migliore penso sia nel saper gestire il gruppo. In questi mesi ha saputo unire e coinvolgere tutti i ragazzi, concedendo a ognuno di loro il giusto spazio. Dove può ancora migliorarsi? Nella gestione delle emozioni. Io mi rivedo molto in lui: anch’io da giovane prendevo una serie infinita di espulsioni per proteste nei confronti degli arbitri. Bisogna capire che l'arbitro può anche sbagliare, soprattutto in queste categorie dove vengono mandati ad arbitrare ragazzini senza esperienza o con poca personalità. Ultimamente devo ammettere che si sta concentrando molto su questo aspetto e noto dei miglioramenti quando opera all’interno dell’area tecnica. Però Uberto è una persona che sa leggere molto bene la partita».

I risultati sono tutti a favore dell’ex Accademia Vittuone: 23 vittorie su 26 in campionato, 13 vittorie consecutive sul sintetico di via Sauro, ruotando spesso gli elementi della rosa. E pensare che l'annata era cominciata malissimo, con la doppia sconfitta nel girone di Coppa Lombardia: «Come mi spiego quel corto circuito iniziale? Eravamo ancora in fase di rodaggio e l'allenatore ha capito dove ha sbagliato. Non deve essere un’attenuante, ma va ricordato che Capogna era indisponibile per un problema al polpaccio. Per noi Riccardo è un fattore determinante tanto in campo quanto nello spogliatoio».

ECCELLENZA IN ARRIVO! LA BARANZA MAI COSì IN ALTO PRIMA D'ORA

Non ha dubbi, infine, su quale aspetto sente di aver contribuito a migliorare la Baranzatese in questi primi otto mesi: «Sento di aver portato una bella dose di tranquillità. Non che prima non ci fosse, chiaro: intendo dire che ci tengo a costruire un ambiente sano in cui i ragazzi si sentano come se fossero miei figli. Glielo ripeto da inizio anno: io ho otto figli miei e 28 ragazzi che è come se lo fossero. Raccomando sempre di non credersi uno è più forte dell'altro, perché le grandi squadre diventano tali con l'umiltà».

Infine, uno sguardo al futuro, quello che coincide con la prima stagione in Eccellenza della Baranzatese: «Cercheremo di allestire una rosa per fare un campionato importante e vincere anche l’Eccellenza. Al tempo stesso ci stiamo muovendo con il Comune per realizzare alcuni interventi per migliorare il campo principale: una nuova tribuna, un manto erboso sintetico da applicare sul prato naturale e un ammodernamento delle panchine. Noi siamo di Baranzate e vogliamo portare l’Eccellenza a casa nostra. Il lavoro da fare è tanto ma sono disposto a sostenere totalmente il progetto».

L’obiettivo a lungo termine è quello di far diventare la Baranzatese una società di punta del calcio lombardo, come dimostrano anche i risultati delle formazioni giovanili: l’Under 19 di Lucio Monaco, dopo aver festeggiato il ritorno nella fascia più alta dei Regionali, sta lottando per chiudere nella Top 5; l’Under 17 di Raffaele Monterosso, alla prima stagione in Élite, concluderà il campionato a ridosso della zona playoff: «La Serie D è il grande sogno per cui ogni membro della Baranzatese sta lavorando da diversi mesi. Sicuramente né io né Mosconi arretreremo di un centimetro fino a quando non avremo tagliato questo traguardo».

Riscrivere la storia della Baranzatese è il grande obiettivo dell'imprenditore pugliese che, a tre anni dall'approdo in Promozione, abbatte un nuovo muro. Ora i gialloblù sono attesi dall'ultimo ostacolo prima di raggiungere la "terra promessa", attraverso un percorso che vedrà Paolo Di Nunno saldamente al timone.

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