Chi avrebbe mai immaginato che una finale di Coppa Italia Dilettanti potesse accendere così tanto gli animi? Eppure, è esattamente ciò che sta accadendo con la Rovato Vertovese, la squadra lombarda che, dopo aver conquistato una storica qualificazione all'ultimo atto del torneo (e conseguente promozione in Serie D visto il pass già ottenuto dal Barletta, altra finalista), si trova ora a fronteggiare una decisione della Lega Nazionale Dilettanti che ha il sapore di un cartellino rosso. Un giallo che aggiunge pepe all'ultimo atto della manifestazione, che si giocherà ora a Teramo il prossimo 10 maggio.
DALLA GIOIA DELLA QUALIFICAZIONE ALLA TEMPESTA Era un mercoledì 26 marzo quando la
Rovato Vertovese di
Marco Bolis ha scritto una pagina indimenticabile della sua storia calcistica. Con una vittoria ai rigori contro il
Vivi Altotevere Sansepolcro, la squadra ha non solo staccato il biglietto per la
finale di Coppa Italia Dilettanti, ma ha anche festeggiato la promozione in Serie D, grazie alla
qualificazione del
Barletta in serata visto il successo dei pugliesi, sempre ai rigori, sul
Giulianova. Una doppia gioia che ha fatto esplodere di entusiasmo i
tifosi e i giocatori, pronti a vivere un sogno a occhi aperti.
IL CAMBIO DI PROGRAMMA: UN DRIBBLING INASPETTATO Tuttavia, la gioia si è presto trasformata in amarezza non da poco. La
Lega Nazionale Dilettanti, con il
comunicato ufficiale numero 419 del 28 marzo, ha deciso di spostare la finale dal 5 aprile al 10 maggio, cambiando anche la sede: non più quella consueta di Firenze, ma lo stadio «Gaetano Bonolis» di
Teramo. Un
cambio di programma che ha colto di sorpresa la
Rovato Vertovese, come un contropiede fulmineo che lascia la difesa scoperta. Anche perchè a quanto pare nessuno aveva comunicato nulla al club lombardo, mentre proprio il Barletta pare aver richiesto gli spostamenti.
LA REAZIONE DELLA ROVATO VERTOVESE: UN COMUNICATO AL VELENO La risposta del club lombardo non si è fatta attendere. Attraverso un
comunicato firmato dal vice presidente
Mauro Guerini, la società ha espresso il proprio disappunto, negando categoricamente qualsiasi accordo con la Lega per lo spostamento della finale. «Non c'è stato nessun accordo, né a livello organizzativo né a livello economico, con la Lega Nazionale Dilettanti per spostare il luogo e la data della finale nazionale di Coppa Italia. Abbiamo appreso, a nostro malgrado, tramite il comunicato n.419 pubblicato in data 28/03 dalla LND, che la gara si svolgerà il 10 maggio a Teramo» si legge nella nota ufficiale della
Rovato Vertovese. Un'affermazione che suona come un tackle deciso, volto a chiarire la posizione del club.
LE MOTIVAZIONI DELLA PROTESTA: UNA QUESTIONE DI EQUITÀ Ma perché tanta indignazione? Le ragioni della
protesta della
Rovato Vertovese sono molteplici. In primo luogo, si tratta di una questione di
equità sportiva: i
tifosi lombardi, sostengono, hanno gli stessi diritti di quelli avversari. Inoltre, la decisione di spostare la finale ha ripercussioni sui
giovani calciatori del vivaio, che rischiano di perdere l'opportunità di assistere a un evento così significativo. «Una scelta simile significa precludere ai nostri oltre 350 tesserati dei
settori giovanili di poter assistere ad una finale così importante» ha sottolineato il club riferendosi alle distanze ora aumentate rispetto ad una finale in programma a Firenze.
L'AUSPICIO DI UN RIPENSAMENTO: UN APPELLO ALLA LEGA Il
comunicato si chiude con un
appello alla
Lega Nazionale Dilettanti affinché riconsideri la propria decisione. La
Rovato Vertovese spera di poter vivere questa finale in condizioni che permettano ai propri
tifosi e ai giovani del vivaio di condividere l'emozione di un traguardo così significativo. Una speranza che, come un tiro a giro verso l'incrocio dei pali, punta a centrare l'obiettivo di una
finale equa e giusta.