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Kings League Italia

Il simbolo della rinascita! Conquista la Serie A, fa tripletta al Mondiale e incanta l'Italia

Prima lo Scudetto vinto, poi i playoff di Serie B con il Venezia, ora una nuova vita: Domenico Rossi re degli MVP in Kings League

Rossi AlpaK

KINGS LEAGUE LOTTOMATICA.SPORT ALPAK • Domenico Rossi

Reinventarsi non vuol dire necessariamente cambiare se stessi dopo un fallimento, anzi, può avere tutt'altra sfumatura. Ci si può reinventare al liceo, all'università o nel mondo del lavoro quando si capisce di star seguendo una strada che non fa per sè, oppure ci si può reinventare quando si pensa di aver raggiunto ormai il massimo da ciò che si sta facendo, intraprendendo dunque un altro percorso. Reinventarsi nasconde tanti significati, tutti accomunati però da un fattore tanto comune quanto pesante: fare i conti con il proprio io. Guardarsi profondamente dentro, accettare eventuali aspetti negativi della propria vita e provare ad andare oltre, facendo la muta per trovare qualcosa di nuovo che possa riaccendere la fiamma dell'anima. Quella di Domenico Rossi è divampata fino a temperature solari, passando da uno Scudetto vinto in Under 17 alla promozione in Serie A con il Venezia, per poi però affievolirsi dinanzi agli ostacoli del destino, o almeno, fino a un certo punto. Sì, perché ci sono sempre tempo e modi per reinventarsi, e il classe 2000 ci è decisamente riuscito

PRO PATRIA, COMO, LO SCUDETTO, LA SERIE A

Un procedimento chiaro e un grafico che sembra crescere senza intoppi. È così che si sviluppa la storia di Domenico, lui che dal Cas Sacconago passa prima a vestire la maglia della Pro Patria tra Esordienti e Giovanissimi e poi quella del Como, con cui inizia un'avventura di tre anni in pieno stile «road to glory». Chiusa la prima stagione segnando 9 gol in 25 presenze coi Giovanissimi Nazionali, il centrocampista fa altre 3 reti in 23 gare con gli Allievi per poi vivere la stagione più bella della sua carriera giovanile. Nel 2016, infatti, Rossi trascina l'Under 17 al secondo posto in classifica (a pari merito con la capolista FeralpiSalò, avanti negli scontri diretti) mettendo la firma per 8 volte in 21 giornate e conducendola alle fasi finali.

Quelle in cui i lariani superano il Renate agli ottavi, il Catania ai quarti e la Reggiana in una semifinale che vede a andare a segno anche l'ex Pro Patria. Un successo che vuol dire finale, dove il Como stende 3-0 il Padova anche grazie a una prestazione da 10 in pagella di Rossi, fondamentale nel sbloccare la partita dopo 4 minuti e laureatosi così campione d'Italia. Un titolo provato a migliorare nella Supercoppa con l'Inter, che però restituisce il passivo di tre reti e pone fine a un'annata vissuta da assoluto protagonista da Domenico, con tanto di esordio in Berretti e primi due gol in categoria nel giro dei 214 minuti raccolti in 8 presenze.

Vinto lo Scudetto, pensare a una gioia più grande diventerebbe difficile, ma il fuoco del numero 10 viene ben presto alimentato in maniera impensabile. Alla porta del Como si presenta infatti il Venezia, con cui registra 4 gol in 17 gare nel primo anno di Primavera 2 e poi altri 3 in 16 match aiutando i veneti a raggiungere i playoff. Gli stessi dove una stagione più tardi, quella del 2020/2021, Rossi realizza un sogno enorme: esordire in Serie B. Il 17 ottobre 2020 entra infatti al posto di Vacca nella sfida con la Cremonese, la prima di quattro chiuse senza mai perdere, tra cui il derby con il Cittadella. In totale, in campionato il centrocampista colleziona 54 minuti spalmati su 4 partite, dando un piccolo ma importante contributo all'incredibile annata dei neroverdi, capaci da quinti in classifica di guadagnarsi un posto nella finale playoff

Quella dove il destino si compie definitivamente: altro derby con il Cittadella, vittoria all'andata, pari al ritorno e promozione in Serie A 19 anni dopo l'ultima volta. Praticamente quando era appena nato Rossi, lui che conquistata sul campo la massima serie italiana, però, non riesce mai a calcarla, finendo invece nella più classica rete di prestiti che lo porta nei dilettanti. Archiviata una stagione alla Vis Pesaro in Serie C, infatti, Domenico si sposta prima al Legnano in Serie D e poi alla Sestese in Eccellenza, avventure intervallate da un serio infortunio al ginocchio con la Pro Patria che lo tiene ai box una stagione intera.

DAI DILETTANTI ALLA TRIPLETTA MONDIALE

Una botta fisica e psicologica importante per chi è arrivato realmente a un passo dal sogno di tutti e si ritrova invece a giocare in un'Eccellenza fin lì mai vissuta. Un cambiamento di prospettive netto, che potrebbe tagliare le gambe a molti, ma non a Domenico, lui che il modo di rialzarsi, ritrovarsi e reinventarsi lo trova al di fuori del rettangolo verde. Sì, perché l'1 gennaio 2025 segna un nuovo inizio per il classe 2000, che viene scelto per rappresentare l'Italia a un Mondiale di calcio a 7, ma non proprio uno qualunque. Trattasi infatti della Kings League, la competizione creata da Gerard Piqué che sta rivoluzionando il mondo dell'intrattenimento sportivo unendo calcio e spettacolo grazie ad alcune regole particolari (clicca qui per saperne di più).

Un torneo che nei mesi precedenti vede la partecipazione di stelle del calibro di Pirlo, Totti, Hazard, Agüero e Ronaldinho, scese in campo al fianco o contro chi la passione per lo sport la coltiva quotidianamente sui campi di provincia. Un sogno a occhi aperti per i calciatori dilettanti, un modo alternativo per Rossi di toccare con mano quello che sembrava potesse essere il futuro dopo Venezia, ma senza ripensamenti. Sì, perché c'è una maglia azzurra da vestire davanti a tutta Italia, condividendo lo spogliatoio con ex calciatori del calibro di Emiliano Viviano, Leonardo Bonucci e Francesco Caputo.

Un'occasione unica, soprattutto perché il Mondiale si gioca in casa, a Milano, lì dove gli Azzurri perdono all'esordio con il Giappone e poi danno vita a una delle partite più bella di tutta la Kings League: la sfida da dentro o fuori con la strafavorita Spagna. Sotto 5-0, infatti, l'Italia sfiora una rimonta leggendaria, guidata proprio da chi più di tutti sa cosa significhi rialzarsi, ritrovarsi e reinventarsi: Domenico Rossi. Lui che proprio come il suo omonimo Paolo fa tripletta in un Mondiale, prima con un piattone destro a porta vuota, poi accentrandosi da sinistra e calciando rasoterra sul primo palo e infine sbucando sul secondo sul tocco di Trombetta da rimessa laterale. Una rete, quest'ultima, che vale il momentaneo 6-5 e incendia l'arena, ma che non basta per il miracolo: la Spagna segna nel finale ed elimina l'Italia dal Mondiale.

FIAMMA

L'ennesimo colpo per Domenico, che però incassa e riparte proprio da lì, da quella Kings League capace di offrirgli una nuova strada da percorrere, o meglio, da attraversare alla velocità della luce. Sì perché con l'inizio di un vero e proprio campionato targato Kings in Italia, Rossi diventa il simbolo di una delle 12 formazioni partecipanti: gli AlpaK. Una squadra dal mistico legame con la Nazionale, perché proprio come gli Azzurri la partenza non è delle migliori, con tre sconfitte nelle prime tre giornate che sembrano fin da subito allontanare la zona playoff, quella da raggiungere per provare a qualificarsi al prossimo Mondiale per Club.

«Mondiale», la parolina magica, quella che riaccende il numero 10, capace di farsi carico della squadra e di trainarla nel segno di quella cifra lì: il 3. Come le vittorie nelle successive 5 giornate, come le triplette segnate, come la posizione nella classifica marcatori, con un totale di 12 gol e 5 assist in 8 presenze. Il primo posto, invece, è quello nella graduatoria per numero di MVP vinti, ovvero 4, come un altro diez (Perrotti) e un certo Ciccio Caputo, testimonianza che la fiamma è di nuovo un divampante incendio.

«Ero un po' indietro in classifica marcatori, quindi mi sono detto che dovevo iniziare a segnare. Per ora sta andando bene, speriamo di fare ancora più gol», il commento di Domenico, assoluto protagonista anche nell'ultimo successo degli AlpaK, trascinati realizzando tre shootout su tre. Il simbolo perfetto delle sue qualità, ovvero una pulizia tecnica e un'abilità del dribbling sopra la media, talmente tanto da concedersi il lusso di suole e croquete per saltare il portiere avversario. Quei colpi da vero numero 10 con cui ha trovato il modo di conquistare l'Italia su un campo diverso da quello del Penzo di Venezia, che fa riaffiorare qualche pensiero subito allontanato grazie a quella parola da tenere sempre bene in testa: «Speravo di sfondare nel mondo del calcio a 11, però diciamo che mi sono reinventato. Non mi aspettavo di finire in Kings League perché è una cosa nuova, però l'impatto è stato bello e mi piace molto quello che sto facendo adesso. L'esperienza a Venezia? È stato bellissimo perché mi hanno introdotto nel mondo dei grandi, sono riuscito a esordire in Serie B e fare una promozione in Serie A, anche giocando poco, però rimangono comunque ricordi bellissimi».

E anche qualche conoscenza che potrebbe ripresentarsi in futuro: «Un mio ex compagno da portare in Kings? Antonio Vacca. Per me è tecnicamente il calciatore più forte con cui ho giocato, quindi porterei lui. Anzi, c'era stato anche un mezzo contatto, ma vediamo». Anche perché adesso il focus è provare a incidere nuovi ricordi nella memoria con la maglia degli AlpaK, da portare a un Mondiale che riapre il cassetto di Spagna-Italia: «Sono state emozioni bellissime. Io ci avevo creduto, come ci avevano creduto tutti e anche chi ci ha seguito da casa. C'è un po' di rammarico perché sono state fatte le cose in fretta e quindi potevamo fare meglio, sicuramente, anche perché avevamo una bella squadra, però sono sicuro che la prossima Nazionale sarà il triplo più forte vedendo i giocatori che ci sono. Secondo me saremo una bella rivale per il Brasile, per la Spagna e per tutte queste nazionali più forti». Un'Italia dunque da reinventare dopo la delusione dell'ultima Coppa del Mondo, cercando di alimentare quella scintilla vista con la Furia Roja, magari ripartendo da chi più di tutti sa cosa significhi riaccendere la propria fiamma.

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