Kings League Italia
11 Aprile 2025
KINGS LEAGUE LOTTOMATICA.SPORT UNDERDOGS • Matteo Ruggieri
Per fare un'impresa serve sempre quella cosa lì, quel qualcosa in più che o ce l'hai nel DNA o non ce l'hai, oppure, forse, puoi provare a inserirlo. È il tema dell'editing genetico, quello che ha scosso il mondo con la presunta de-estinzione di un lupo scomparso 10mila anni fa, quello che, più semplicemente, si traduce nell'aggiunta di una parte mancante per ricostruire qualcosa che non esiste più. Un tassello da prendere nell'ambra di Jurassic Park, ma che quella così lì l'abbia scritta nel proprio genoma e sia capace di adattarsi al resto del codice, facendolo funzionare dopo l'impatto del meteorite. Quella cosa che Matteo Ruggieri ha incisa nelle molecole, e lo dice la scienza: 3 partite, 5 gol e un assist per riaccendere le speranze Mondiale di chi aveva appena perso il suo simbolo.
10 gol fatti in 4 gare, da solo, poi 2 in due partite (di cui una a secco) da squadra: l'andamento degli Underdogs è stato decisamente segnato dall'addio di bomber Picci. Il giocatore più importante per carisma, seguito e finalizzazione dei biancoverdi, sconfitti solo da due corazzate con il numero 9 in campo e mettendole comunque in difficoltà, a differenza dei due passi falsi successivi, ovvero un 8-2 e un 7-0. Numeri da calibrare sul format della Kings League, competizione di calcio a 7 nata in Spagna grazie a Gerard Piqué e arrivata in Italia con un campionato tutto suo a febbraio, mettendo a disposizione di un centinaio di calciatori dilettanti la possibilità di confrontarsi con alcuni ex professionisti della Serie A e di sognare la partecipazione al prossimo Mondiale per Club (clicca qui per saperne di più).
Un obiettivo scomparso dal mirino della formazione di Cisco con la perdita dell'attaccante della Fucina, che ha obbligato gli Underdogs a rivedere la propria organizzazione e a intervenire sul mercato. Quello che ha portato in rosa tutte le qualità di Calì e del «Marziano» Ronchi, ma, soprattutto, un tassello fondamentale per riformare il genoma biancoverde: Matteo Ruggieri. Lui che all'esordio fa doppietta e un assist con gli AlpaK, ma che non riesce a invertire il trend di sconfitte neanche con i Caesar proprio dell'ex Picci. L'avvertimento che serve quel qualcosa di più, quella cosa insita nelle eliche del DNA, quella roba che il centrocampista (sì, un dettaglio non di poco conto) scatena nel momento più delicato di tutti.
Dinanzi ai favoriti Zebras e con alle spalle cinque sconfitte consecutive, per sperare di restare nella scia dei playoff o continuare a lottare per restare nei playin serve di base un'impresa, però verso fine primo tempo la missione è ancor più complicata: 3-0 per i bianconeri. Serve una svolta, quella che proprio Ruggieri prova a dare con una rete sul gong, ma nella ripresa la musica non sembra cambiare, anzi. A dieci minuti dalla fine, infatti, il risultato è di 5-1 per le «zebre», finché la scienza fa il suo corso, quello tracciato dal genetista Cisco. Il presidente degli Underdogs segna infatti il rigore che scuote definitivamente la squadra, condotta a una clamorosa rimonta da quel pezzo di DNA che tanto mancava.
Un minuto più tardi è proprio Matteo a proporsi al limite dell'area, avventarsi su un cross dalla destra e sganciare un tiro rasoterra imparabile. È la de-estinzione dei biancoverdi, perché negli ultimi 120 secondi, quelli in cui ogni gol vale doppio, l'altro genoma impazzito, ovvero il «Marziano» Ronchi, conquista un calcio di rigore all'ultimo e sul dischetto va chi quella cosa lì ce l'ha insita nella sua natura: Ruggieri parte, segna, fa 5-5 e manda la partita agli shootout. L'ultimo ostacolo per ritrovare una vittoria, seppur da 2 punti e non da 3, che manca da tantissimo, ma che alla fine arriva e permette agli Underdogs di difendere un posto nei playin.
«Ho fatto due settimane in cui non stavo benissimo fisicamente, oggi forse è la prima partita dove riesco a giocare con continuità ed è andata bene dai. Ci ha dato anche una mano il prestito dalla Spagna perché eravamo un po' carenti dietro. - racconta Ruggieri, che a proposito di DNA quel qualcosa in più lo ha anche in comune con un'altra stella della Kings League Lottomatica.sport - Sono cugino di Perrotti, all'inizio stavo per avvicinarmi a lui, poi conosco Stefano De Vita e mi stavo avvicinando ai Punchers, però alla fine Gigi D'Alesio, mio caro amico con cui faccio altri tornei, è entrato negli Underdogs e sono venuto qua. Sfida in famiglia con Matteo? Non ne abbiamo ancora parlato, ogni volta che ci vediamo, ci abbracciamo e ridiamo, però non stiamo ancora pensando alla partita».
L'ultima del campionato, quella sicuramente decisiva per i biancoverdi e potenzialmente anche per gli Zeta di Perrotti, a -1 da un primo posto che vorrebbe dire accesso diretto al Mondiale per Club. Prima del derby, però, Ruggieri e compagni dovranno affrontare i Boomers di Fedez, solo uno dei nomi che testimoniano il potenziale mediatico della competizione. Il focus, però, è sempre sul campo, quello che permette di vivere sogni altrimenti impensabili, come combattere con un certo Radja Nainggolan. «Sì c'è tanta visibilità, però a parte quello è proprio bello misurarsi con giocatori di un certo calibro», dice infatti Matteo, lui che il certo calibro lo rappresenta in Promozione vestendo la maglia della Speranza Agrate.
Lo dicono le 30 presenze in campionato, meno solo di altri due compagni, i 2332 minuti giocati, meno solo di altri tre, e gli 8 gol fatti, da centrocampista, che gli valgono il titolo di vice-capocannoniere della squadra. Numeri da seconda miglior stagione in carriera dopo le esperienze con Settalese e Tribiano, condotto in Eccellenza con il record personale di 10 reti. Una doppia cifra messa nel mirino per provare a ripetere il salto di categoria con i rossoverdi, trainati fino al terzo posto in classifica decidendo partite importantissime come gli scontri diretti con la capolista Vis Nova (rete del 2-1) e con il Lissone (doppietta nel 3-1 finale), o derby come l'1-0 sulla Concorezzese.
Reti chiave per alimentare la crescita di una Speranza capace di vincere 10 delle ultime 11 partite, specchio di una scalata dalla quartultima posizione, occupata dopo le prime 5 giornate, iniziata con l'arrivo in panchina di Francesco Natobuono: «Con lui abbiamo iniziato a creare un gruppo che prima non c'era. C'era bisogno di uno come lui che riunisse l'ambiente e ci facesse remare tutti dalla stessa parte, perché poi le qualità ci sono». Bastava solo aggiustare un'elica del DNA aggiungendo il tassello mancante, quello che ora fa sognare un'evoluzione chiamata Eccellenza, e in Kings League qualcosa di infinitamente grande per chi calca i campi di provincia, qualcosa che sarebbe una scoperta Mondiale.