Cerca

Torneo delle Regioni • Under 19

Una nuova luce! Non gioca per 4 anni, riparte da casa e stupisce l'Italia con un esordio perfetto

Gli infortuni all'Atalanta, la decisione di smettere e ora l'occasione: Fiorin è invalicabile al Torneo delle Regioni

Rappresentativa Under 19 Fiorin

TORNEO DELLE REGIONI UNDER 19 LOMBARDIA • Niccolò Fiorin

Appiccicata al corpo, o meglio, una sua naturale estensione, presente pure quando non si vede. Sempre lì, per sempre, ad accompagnare la parte fisica rappresentandone una più metafisica: l'inconscio, o quella parte di sè che spesso non viene riconosciuta. È il concetto di ombra, incarnato alla perfezione da chi un'ombra è diventato, e le ombre le ha affrontate. È l'identikit di Niccolò Fiorin, lui che a 18 anni sul palcoscenico più importante, davanti all'Italia intera, gioca una delle partite migliori della sua vita, quella che solo qualche mese fa lo vedeva lontano dalla luce.

FERMARSI

Necessario a volte per ricaricare le pile, forzato dal destino in altri casi, come quello di Niccolò, più o meno. Sì, perché gli infortuni sono una costante nella carriera del classe 2006, cresciuto nel vivaio dell'Atalanta, però bloccato a più riprese da alcuni problemi dovuti alla crescita. Una serie di stop non da poco, che ne minano inevitabilmente la formazione nel club orobico, ma non solo. «Ho fatto praticamente quattro anni senza giocare una partita. Sono arrivato a un certo punto in cui facevo anche fatica a camminare, quindi ho deciso di smettere. - racconta Fiorin, lui che però non riesce a separarsi del tutto dalla sua più grande passione - Ho iniziato ad allenare i bambini nella squadra del mio paese perché non riuscivo a star lontano dal campo. È stata una bella esperienza, sicuramente formativa, ed è una cosa che rifarei. Purtroppo adesso ho dovuto smettere di allenare per via di tutti gli impegni, tra calcio e maturità, però è qualcosa che consiglio a tutte le persone che hanno del tempo per farlo».

Un modo per non ritrovarsi completamente fuori dal mondo dei sogni visitato con la maglia della Dea, prima della difficilissima decisione di staccare la luce, cambiare veste e provare a riaccenderla, perché in fondo quel lume non potrà mai spegnersi. È così che il difensore riparte nella stagione '23/24 dalla sua Virtus Inzago, in Prima Categoria, per poi ritrovarsi subito in Eccellenza alla Leon: «È una bellissima piazza. Quest'anno ho avuto questa grande opportunità che mi ha permesso di tornare in un calcio di buon livello». Lo stesso delle prestazioni di Fiorin, che colleziona 19 presenze in campionato, per un totale di 1340 minuti nelle retrovie dei brianzoli, attirando inoltre le attenzioni della Rappresentativa Under 19.

RIPARTIRE

È quell'occasione lì, quella per far sparire definitivamente le ombre del passato. Sì, perché Niccolò conquista un posto nei 20 convocati di Matteo Medici per la competizione più importante nel panorama dilettantistico: il Torneo delle Regioni. L'evento che racchiude il meglio dall'Eccellenza in giù, ma che tocca anche corde altrimenti irraggiungibili, come l'onore e l'onere di rappresentare un'intera regione, o, meglio ancora, la possibilità di conquistare il tetto d'Italia. Uno Scudetto nei sogni di chiunque vi partecipi, ma per qualcuno la candela è accesa al di là di ogni traguardo. «Questo torneo per me è frutto di tanto impegno, di un periodo difficile che ho dovuto passare, e sono molto felice della chiamata che ho ricevuto», racconta Niccolò, subito titolare nel match d'esordio con le Marche, o meglio, subito protagonista.

Già, perché se Rapone e Faye sono i fari là davanti, dietro la luce abbagliante è proprio quella di Fiorin, autore di una partita semplicemente perfetta. Anche senza quel gol o quell'assist che catalizzano l'attenzione, il classe 2006 nelle retrovie ruba gli occhi per numero di contrasti vinti, che siano alti o bassi, anticipi, intercetti e duelli dominati. Un esordio indimenticabile, reso tale diventando una di quelle ombre che fino a poco più di un anno fa suggerivano di lasciar perdere tutto. Niccolò, infatti, proprio come una tenebra, non molla un secondo gli attaccanti, ne diventa un loro prolungamento e va pure vicino al gol nella ripresa.

«Sicuramente è stato un bell'esordio per tutta la squadra, abbiamo portato a casa i tre punti che alla fine sono la cosa più importante. - esordisce in maniera istituzionale il difensore della Leon - Dal punto di vista personale sono molto felice, penso di aver fatto una bella partita. La migliore della mia carriera? Da centrale sicuramente la migliore di quest'anno». Sì, da centrale, perché in Eccellenza Fiorin deve adattarsi alla presenza di giocatori del calibro di Simone Bonalumi (ex Giana in Serie C) e Riccardo Gerevini (classe 2000 sceso di categoria dopo anni in Serie D), giocando così da terzino.

Sinonimo di duttilità, anche se Niccolò stesso riconosce che: «Non ho la gamba e l'esplosività per il ruolo, tra due/tre anni mi vedo più come un centrale, anche se secondo me il ruolo ideale sarebbe il braccetto. Avrei sì anche compiti offensivi, ma non sarei nemmeno un centrale proprio piantato. Il terzino comunque penso di starlo facendo bene e mi piace farlo, anche perché l'ho già fatto all'Atalanta, poi alla Leon non riesco a fare diversamente per meriti altrui». Quelli di compagni ben più formati, da cui assimilare più nozioni possibili, e i primi i risultati si vedono. A proposito di meriti, i suoi sulla vittoria della Lombardia nel debutto con le Marche sono indiscutibili, anche se il classe 2006 ha già la testa alla prossima sfida: «È stata la prima, è andata bene, però bisogna continuare. Con la Basilicata è una partita decisiva, come lo è stata con le Marche e come lo sarà con la Sicilia: dobbiamo affrontarle tutte allo stesso modo».

E con un mantra che ha già unito tutta la squadra: «Il gruppo secondo me è stupendo, infatti penso che questa esperienza ce la porteremo dietro per tutta la vita. Siamo una buona squadra, possiamo dire la nostra, ma ora che abbiamo vinto la prima partita non ci dobbiamo montare la testa perché il girone è ancora lungo e ne passano poche. Noi però ce lo siamo detto: se usciremo da questo torneo dobbiamo sapere di aver dato tutto e di non avere rimpianti». L'unico modo possibile per guardarsi alle spalle e non vedere ombre attaccate al proprio corpo, quelle invece da continuare a immedesimare per non smettere di sognare le luci del passato in un nuovo futuro.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter