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Torneo delle Regioni • Under 19

Sognando l'Olimpo! Perla da calcio d'angolo, 4 gol e una partita dominata per sfidare chiunque

Leanza e Gaverini ferro e piuma, Di Noi carbura come pochi: le pagelle della Rapp dopo il successo sulla Basilicata

Rappresentativa Lombardia Under 19 Rapone Faye

TORNEO DELLE REGIONI UNDER 19 LOMBARDIA • Emanuele Rapone e Mous Faye

Prima un capolavoro da calcio d'angolo e un rigore nel chilling, poi la zampata della «Belva» e una combinazione millimetrica per servire un poker semplicemente perfetto. Quello targato Lombardia, firmato da Rapone, Belingheri, Faye e Kabori, imbustato da due terzini tosti ed eleganti come Leanza e Gaverini, e spedito da un corridore come Di Noi. Alcuni dei protagonisti del secondo successo consecutivo senza subire gol della Rapp di Medici, che domina la Basilicata e si prepara per lo scontro decisivo.

LE PAGELLE DELLA LOMBARDIA

6.5 • Esordio non di parate, quelle sono limitate perché ha davanti una difesa di roccia, ma di personalità, quella di chi non ha mai il timore di impostare con i piedi e di farlo pure a una trentina di metri dalla sua porta. E intanto il primo clean sheet va in saccoccia.

7.5 • Pressa, contrasta, si sovrappone, intercetta, insomma, fa un'altra partita a martellare sulla fascia destra. Sinonimo di grezzo? No, tutt'altro, accarezza il pallone con la cura di un artigiano nascondendolo pure con la suola in mezzo a un paio di avversari.

7 • La sua è una gestione sacra della sfera. Cerca sempre di mantenere il possesso nel corto, ma ha la saggezza giusta per farlo solo nei momenti opportuni. Del tipo: serve il lancio lungo che Belingheri trasforma in gol? Eccolo. Quando bisogna usare le maniere forti, in generale, si applica a dovere, in particolare però nei duelli aerei.

7 • I tappi nelle orecchie li mette agli attaccanti avversari quando sfreccia loro affianco per sorprenderli in anticipo, una delle qualità che emergono anche con la Basilicata. L'altra, invece, è un impeccabile senso della posizione, sfruttato per farsi trovare sempre pronto a murare o intercettare i filtranti, mettendo pezze su pezze. 

7.5 • Una calma fuori dal comune, da non confondere con mancanza di temperamento, anzi. Lì a sinistra si offre sulla fascia, ricama il gioco con attenzione e precisione nei passaggi, mentre dietro svolge un gran lavoro in marcatura. Calma in superficie, ciclone da cui stare alla larga nel profondo.

7 • La classica persona a cui affidare le proprie chiavi di casa per andare un mese in vacanza consapevoli che al ritorno sarà tutto a posto. È il fulcro del centrocampo della Lombardia e non lo è per caso, lo è perché che sia di prima intenzione o con qualche tocco in più, con lui la palla è sempre in buoni piedi. E se gli manca? Strappa fino all'area avversaria per spegnere l'altra fonte di gioco.

6.5 • Venti minuti a fuoco e facendo quasi tutto giusto, ovvero il suo classico lavoro di conciliazione del gioco. Lo lega proteggendo bene palla sia col fisico sia dimostrando una buona dose di qualità, smistando sugli esterni per poi gettarsi nel cuore dell'area di rigore. Lì, dove le occasioni sono limitare dal tempo, ma che gli basta per rientrare sul destro di Romano. Se una parte di cuore resta legata a Giussano, la testa è settata sulla Sicilia

8 • Si sbatte un sacco nel primo tempo raccogliendo risultati alterni da verticali, pressing e quel destro in caduta fuori dall'area di rigore, poi alza l'asticella. Lo fa in un secondo tempo dove fa capire quanto tenga alla maglia, sudata fino all'ultima goccia e onorata sfoderando la bacchetta magica: prima l'assist per Faye con il classico doppio passo, poi un uno-due bellissimo con Di Noi trasformato in gol grazie a una gran finta di corpo in area. Da 2-0 a 4-0? Magia.

8 • Qualcuno in tribuna l'aveva chiamato, forse ancora prima dell'inizio della partita, lui però rende tutto realtà. Una di quelle che appaiono solo nella mente dei giocatori fuori categoria, perché se quella palla solca il vento e finisce sul palo opposto partendo direttamente dalla bandieria serve un pensiero un po' fuori dal normale, e così anche un mancino come il suo. L'1-0, insomma, è un capolavoro, poi però gioca una partita di spessore assoluto, tra colpi di tacco, dribbling e qualsiasi altra cosa possa venire in mente.

6.5 • Un ingresso a cannone, come le corse post-università fatte per arrivare in orario ai raduni di selezione. Quelle per cui è valsa decisamente la pena, perché nella metà di secondo tempo giocata grazie alle sue corse forsennate tiene tutti sul pezzo, e va pure vicino al gol.

7.5 • No, non è solo un «ragazzo nel chill», anche se l'esultanza è quella. È una compressa di elettricità pura che sguizza ovunque nel fronte offensivo, provando a servire assist o cercando il gol da fuori. Frenesia, ma da unire effettivamente a un portamento scandinavo. Frenesia nell'andare a fermare sulla linea il rilancio di Boni e nel saltare due avversari, chillness dal dischetto, risultato: gol, 2-0 e partita messa in ghiaccio.

6 • Entra lui, la Lombardia poco dopo cambia pelle, ma l'efficienza resta la stessa. Sì perché è l'elemento che più di tutti sa come adattarsi a varie zone del campo e compiti da eseguire, peccato solo per quell'espulsione nel finale: il gomito è largo, la volontà sembra quella di prendere posizione. La decisione, invece, ancora non si sa, ma il rischio sono un paio di giornate di squalifica. Ergo, la speranza è rivederlo in campo in settimana...

7.5 • Quell'occasione di inizio partita è già una macchia sbiadita sul jolly roger del vascello. Sì, perché a issarlo sull'albero maestro ci pensa lui, che non si fa abbattere, ma dialoga benissimo con i compagni di reparto e cerca il riscatto in zona gol da fuori area. L'incipit di una prestazione in continuo crescendo, toccando picchi come dribbling in ruleta e quell'uno-due suggerito e realizzato in maniera magnifica con Kabori.

7.5 • La «Belva» lotta con le unghie e con i denti, riconquista palloni vitali, li trasforma in un paio di occasioni importanti e cerca di far salire la squadra con qualche fallo che, però, l'arbitro non gli fischia mai. Ricevuto il messaggio incanala le energie nella ricerca della sua preda fin qui preferita: il secondo palo. Lì dove dopo aver steso con la testa le Marche, azzanna il pallone del 3-0, quello che chiude definitivamente la partita. 

6 • Dopo l'esordio da combattente nel finale con le Marche calca il terreno per qualche minuto in più facendo intravedere una progessione importante e tanta voglia di fare. Quella che forse lo frega in un paio di dettagli, ma è pronto a divorare il campo.

7.5 • «Avanti» è già la parola cardine del suo TDR. L'emblema di chi prepara la squadra ad andare a prendere costantemente alto l'avversario, dettaglio che testimonia e alimenta l'atteggiamento propositivo e aggressivo di una squadra con carattere, sì, ma pure qualità, anzi più qualità. A differenza del match combattuto con le Marche, infatti, è quella la parte preponderante. Lo dice un primo tempo chiuso sopra 2-0, ma creando tantissimo, e lo conferma l'apporto dalla panchina, che nella ripresa permette di andare a più riprese a caccia del gol. Avanti, sì, avanti così.

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