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Torneo delle Regioni • Under 19

Una pazzia! Gioca con la mano rotta, segna da calcio d'angolo e vuole prendersi l'Italia

Lo spavento a 48 ore prima del raduno, poi la scelta: niente gesso, Emanuele Rapone è già l'eroe del Torneo delle Regioni

Rappresentativa Lombardia Under 19 Rapone

TORNEO DELLE REGIONI UNDER 19 LOMBARDIA • Emanuele Rapone

Palla alta verso la linea laterale, salto, ponte subito e mondo che si ribalta di punto in bianco, in ogni senso. Una caduta bruttissima di schiena, sbattendo pure la testa e atterrando col peso sul braccio, lasciando così il campo in barella a 48 ore da uno dei giorni più attesi dell'anno, e forse della vita. Uno di quei treni che passano una volta sola, uno di quelli che Emanuele Rapone ha rincorso a suon di giocate, gol e assist, uno di quelli che stava per veder passare davanti a sè, ma che pur di prenderlo decide di saltarci su in corsa con una mano rotta, come in un film d'azione. Un rischio importante, che segna però l'inizio di una pellicola fin qui da Oscar: prima l'assist al debutto al Torneo delle Regioni, poi l'opera d'arte direttamente da calcio d'angolo. È il gol che sblocca la sfida con la Basilicata, è il gol che avvicina la qualificazione ai quarti, è il gol più bello della competizione, è il rischio ripagato.

TUTTO PER LA LOMBARDIA

Dai raduni alle amichevoli, sempre presente, sempre tra i migliori, sempre decisivo. Da quando la Rappresentativa ha iniziato a lavorare in vista del Torneo delle Regioni, la competizione più importante del calcio giovanile dilettantistico, Rapone c'è sempre stato. Lui che in veste di ala destra si è preso fin da subito un posto riservato nelle rotazioni di Matteo Medici, merito di una stagione da protagonista con l'Ardor Lazzate, collezionando più di 1700 minuti in 26 presenze e 4 gol in Eccellenza. Nessuna sorpresa dunque nel vederlo tra i 20 convocati per il TDR, qualcuna in più, invece, quando viene schierato tra i titolari del derby con il Mariano a due giorni di distanza dal raduno pre-partenza in Sicilia, con l'Ardor Lazzate appesa a un filo fuori dalla lotta playoff.

Un big match che concilia passato e presente di Emanuele, mettendo a rischio l'immediato futuro del classe 2006. Sì perché proprio in casa della sua ex squadra l'ala gialloblù lascia tutti col fiato sospeso per 10 minuti, quando cade rovinosamente al suolo su un tentativo di contrasto aereo. Un accartocciamento spaventoso, che porta all'ingresso dei soccorsi e all'uscita in barella, rimettendo così tutto in discussione: Torneo delle Regioni sì, o Torneo delle Regioni no?

La risposta la dà direttamente Rapone, che due giorni dopo si presenta al raduno di Trezzo sull'Adda con una fasciatura alla mano. Nulla di grave? No, in realtà «dovevo ingessarla, però ho rifiutato per essere presente e dare tutto me stesso per aiutare la squadra». Sì, come fanno gli eroi nei film d'azione, quelli dove succede sempre qualcosa di fuori dal normale, e lui lo sa, o meglio, tutta Italia inizia a saperlo.

IL GEOMETRA DELLA BANDIERINA

Chiedere conferma alle Marche, fatte impazzire con il carisma di chi è sceso in Sicilia con l'atteggiamento di che è veramente pronto a lasciare ogni singola goccia di sangue e sudore sul campo, illuminandolo con giocate, dribbling e l'assist per il gol vittoria di Faye, nonché l'ormai «brand» del numero 18: il mancino a giro su calcio d'angolo. Quello che vale il suggerimento per i primi tre punti della spedizione sicula, quello che 24 ore dopo diventa qualcosa di più. Sì, perché nella sfida con la Basilicata Rapone decide di saltare un passaggio: tiro direttamente dalla bandierina, curvatura astronomica e palla che si infila sul secondo palo.

«Secondo me c'erano le condizioni per poterlo fare, l'ho capito al primo calcio d'angolo che la palla col vento a nostro favore poteva entrare in porta, così non ci ho pensato due volte e al secondo ci ho provato. Per fortuna ci sono riuscito», racconta Emanuele, che la fortuna però se la costruisce con quel mancino al contempo morbido e tagliente. Un'arma lustrata un paio di settimane prima segnando un altro gol clamoroso, ovvero il pareggio al 94' nel derby con la Lentatese, ripresa sul 2-2 partendo dalla trequarti avversaria, saltando tre avversari e scagliando la sfera all'incrocio dopo essersi accentrato sul limite dell'area di rigore. Più bello quello o questo da corner? La scelta è difficile, ma Rapone ha la risposta: «Quello con la Lentatese ce l'ho nel cuore perché un gol così non lo si fa sempre, però oggi sento che questo era oggettivamente più importante per la squadra e per il percorso che vogliamo fare noi».

Quale? Quello tracciato da chi dopo aver messo in discesa una sfida vinta 4-0, la accende con altri colpi di tacco, un paio di tentativi in porta e, soprattutto, un dialogo costante con i compagni, da vero leader: «La squadra? Tanta roba, tanta roba il gruppo e tanta roba la squadra. Dobbiamo restare uniti e agguerriti se vogliamo arrivare in fondo, e noi vogliamo arrivare in finale e vincerla». Parole decise del simbolo di un Rapp fin qui decisa, condotta a centimetri dai quarti di finale, ma con ancora un passo da fare, magari mettendo prima per terra un certo piede sinistro.

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