Torneo delle Regioni • Under 19
17 Aprile 2025
TORNEO DELLE REGIONI UNDER 19 LOMBARDIA • Giacomo Giuliani e Tommaso Morotti
Una rovesciata su sponda di un difensore alto due metri e un autogol nato su una rimessa laterale conquistata con un lancio lunghissimo: volendo essere nichilisti, è così che si spegne il sogno Scudetto della Lombardia. Due episodi pagati in una partita condotta dinanzi a un Friuli Venezia-Giulia chiuso nella sua metacampo, ma che non si riesce proprio a sfondare, o che viene salvato dal palo. Come sul destro di Fiorin, il secondo migliore in campo alle spalle di un Belingheri mostruoso. Due degli eroi di una ciurma di «incoscienti giovani», come canterebbe Achille Lauro, forse inconsapevoli di aver fatto far appassionare un'intera regione a una storia indimenticabile, la stessa riscritta dopo due anni di eliminazioni ai quarti di finale.
6.5 • Tiene sul pezzo i compagni guidandoli con la voce, con i guantoni invece non è particolarmente impegnato nel primo tempo, se non quando vola sotto la traversa per smanacciare un pericoloso calcio d'angolo. L'unico intervento che testimonia quanto sia maledetta la semifinale, l'unica sua porta violata di un TDR giocato con personalità tra i pali.
6 • Il Fato è crudele e lo sceglie come autore dell'autogol decisivo. L'episodio che condiziona una semifinale in cui si fa sentire con la voce e si spinge fino in attacco pure senza palla. Qualche verticale e qualche controllo è rivedibile, ma resta tra i migliori di questo TDR per qualità e duelli vinti.
6 • Vede in prima fila quella rovesciata lì, che arriva veramente dal nulla ed è importante per gli equilibri della partita. Probabilmente l'unico momento in cui si stacca dalla marcatura dell'attaccante, perché per il resto vince tanti duelli aerei, viene anticipato nell'area avversaria poco prima di calciare e fa rivedere la sua classica calma nella gestione del pallone, aperto alla grande verso Belingheri quando necessario. Una sola sbavatura in un gran torneo.
7 • È forte vero. Deve affrontare un attaccante alla sua altezza, gli sta addosso e vince subito dei duri contrasti. Davanti, poi, colpisce un palo che a ripensarci fa venire il magone e ci prova altre due volte senza successo nella ripresa. Una sicurezza per tutta la competizione: tocca mettere la «Radio» tra i preferiti in vista della prossima stagione.
6.5 • Sì, quel cross concesso nella ripresa da cui nasce la rete del 2-1 è pesante. L'unico spazio concesso in una partita in cui guadagna falli importanti spingendo come suo solito e dove intercetta bene i lanci arrivati dalla sua parte. Lascia la Sicilia confermando quanto di buono fatto nel percorso pre-TDR: se parte palla al piede o lo butti giù, o lo butti giù.
6.5 • Un capitano instancabile. Uno che per 90 e passa minuti dà una mano in fase di recupero correndo ovunque a centrocampo, lì dove ci sono meno pertugi del solito per verticalizzare, ma dove lascia l'anima. Quella sparsa in ogni campo calcato della Sicilia, confermandosi anche tra i giocatori più qualitativi della spedizione lombarda.
6.5 • Ancora una volta gestione in serenità della sfera. È lui a dettare le trame del gioco, anche se è spesso costretto ad allargarlo perché centralmente c'è traffico. La calma con cui gioca tutte le sfide del TDR, però, è impressionante, quasi come se non avvertisse di avere un pallone che scotta decisamente più del solito.
Dal 21' st • 6 • Entra per l'assalto finale, ma là davanti le occasioni per lasciare il segno sono veramente poche. Ci prova con una cavalcata delle sue e uno scatto sulla sinistra, spunti di chi non manca mai di onorare la maglia. Il Fato non gli fa tornare indietro quel palo colpito con la Sicilia, però gli lascia ancora la possibilità di chiudere al meglio la stagione con il suo BSV Garda.
6 • A questo torneo ci teneva particolarmente, forse più di tutti, e lo si vede per lo spirito enorme che lascia sul campo della semifinale. Lo stesso, tuttavia, che a volte gli costa qualche fallo o pallone perso per la fretta, ma la passione è tutta da apprezzare. Peccato anche per la sponda concessa sull'1-0, dove la differenza fisica con l'avversario si fa sentire, però prova a rifarsi veramente in qualsiasi modo. Questa volta la rete o l'assist non arrivano, restano i ricordi delle grandi prestazioni con Basilicata e Trento.
6.5 • Senza Rapone in campo è lui a ereditare il titolo di maestro dei calci piazzati, e solo il palo gli nega l'assist a Fiorin. Proprio col mancino cerca poi il gol da fuori area, risultando in palla in un primo tempo dove combatte per bucare le ruote al pullman friuliano. Non gli entrano il colpo decisivo o i filtranti visti con la Sicilia, però gioca complessivamente un ottimo torneo.
Dal 21' st • 6.5 • È potenzialmente l'uomo più pericoloso della squadra, il Friuli Venezia-Giulia lo sa e quando entra gli incolla due uomini per limitarlo. Sulla bandierina, però, non c'è nessuno che possa fermarlo, e col suo mancino mette dentro due calci d'angolo pericolosissimi, l'unico modo per provare a scalfire la muraglia avversaria. Il Fato vuole che nessuno di questi si trasformi in assist, gli stessi distribuiti qua e là in un TDR da MVP nella fase a gironi.
6 • Svaria tanto sul fronte offensivo per provare ad aiutare la squadra, ma da unica punta finisce nella ragnatela della doppia linea a 4 friuliana, sempre attenta a coprire le traiettorie di passaggio nella sua zona. L'impegno, però, è lo stesso dell'ottimo ingresso con la Basilicata, il segnale che la voglia di chiudere al meglio una stagione pazzesca c'è tutta.
Dal 21' st • 6 • Quel colpo di testa lì ferma il tempo in tutta la Sicilia. Una spizzata forse troppo delicata, ma è anche difficile darle più potenza. L'unica chance che gli capita in una semifinale giocata solo per un quarto, dopo aver fatto sognare con due reti nelle prime due partite e aver fatto vedere un carisma da vero bomber. Il TDR finisce senza finale, però ne mostra il potenziale.
7.5 • Indubbiamente il migliore in campo. Nel primo tempo viene spesso cercato dai compagni perché si sente il friccicorio nell'aria delle sue scariche elettriche, e il sentore è quello giusto: legge bene una seconda palla, si prende un altro rigore (il secondo) e lo trasforma. Un gol con cui incorona una prestazione come sempre in cui gioca al 1000%, sbaglia pochissimi palloni e riceve complimenti su complimenti pure dagli avversari in tribuna, spaventati con quel calcio d'angolo alla Rapone che per poco non entra. Allargando l'ottica, poi, chiude il TDR da capocannoniere della Lombardia (unico a 3 reti), e qualcosa vorrà pur dire.
6 • Rotta la maledizione dei quarti, incappa in una partita maledetta. Difficile trovare altre parole per descrivere una gara del genere, condotta in lungo e in largo tenendo il possesso del pallone e pagando dazio per due sole sbavature, tra l'altro subendo un gol in rovesciata e un'autorete. L'unica macchia è probabilmente non aver trovato la vera palla gol del pareggio, anche se ci sono da recriminare un palo sullo 0-0 e un paio di corner insidiosi nella ripresa. Se prima della partita il Friuli Venezia-Giulia dei giganti, arrivato in finale Scudetto appena due anni fa, poteva impensierire, dopo i 90 minuti della semifinale c'è solo rammarico per un'eliminazione eccessiva.