Promozione
19 Aprile 2025
PROMOZIONE CERIANO • Matteo Parisi, difensore
Secondo l'Enciclopedia Treccani, il capitano è «il giocatore responsabile della disciplina dei compagni di squadra durante lo svolgimento di una partita, nonché una persona rappresentativa della stessa per motivi tecnici, numero di presenze o significative qualità morali». Una spiegazione esaustiva di quello che, nell'arco di pochi mesi, è diventato Matteo Parisi per il Ceriano Laghetto. Arrivato la scorsa estate dal Castello Cantù su espressa richiesta di Gionata Brittanni, il classe 1998 si è instaurato fin da subito come principale pilastro della difesa, uno dei principali punti di forza della squadra biancoazzurra: infatti, il Ceriano figura come quarta retroguardia meno battuta del girone, nonché la migliore tra le formazioni che stazionano nella parte bassa della classifica, con ben nove reti inviolate in 29 partite. L'ottima stagione del Ceriano passa anche dalle ottime prestazioni del capitano che, nello spareggio salvezza di domenica scorsa contro il Gavirate, ha incornato il cross vincente di Cotugno, stabilito il suo record di gol personali in una stagione (tre) e contributo a far esplodere la gioia per la salvezza anticipata.
Originario della Puglia ma nato e cresciuto a Saronno, Matteo Parisi ripercorre le prime tappe della sua infanzia calcistica. Una passione trasmessa da papà Antonio, che porta il piccolo Matteo a dare i primi calci al pallone nella squadra del quartiere: «Ho sempre sognato di diventare un calciatore e di seguire le orme di mio papà, anche se ricopriamo ruoli differenti: lui da giovane faceva il portiere, ha giocato tanti anni nel Brindisi, fino alla Juniores Nazionale; io, invece, sono un centrale di difesa. Come tanti bimbi del mio quartiere ho cominciato a giocare sui campi dell'Amor Saronno: qui ho conosciuto il signor Isidoro, un'istituzione per questa squadra, oltre che essere l'allenatore dei Primi Calci».
Parisi sviluppa importanti qualità a livello difensivo che vengono notate da diverse società della zona, anche professionistiche. Le esperienze alla Caronnese e al Como si rivelano il giusto trampolino di lancio per ricevere, nell'estate del 2012, la chiamata del Renate: «È una società fantastica, che punta tanto sui giovani: lo dimostrano i numerosi titoli vinti dalle proprie giovanili e i diversi ragazzi che riescono a compiere il salto in prima squadra. Per esempio, io ho avuto la fortuna di allenarmi con ragazzi del calibro di Marco Anghileri e Jacopo Scaccabarozzi (ora al Pontedera). Marco l'ho sempre considerato un modello per la tenacia e la cattiveria che mette in tutto ciò che fa: è un professionista a tutto tondo e lo trasmette alla squadra. Nel suo piccolo sta diventando ciò che ha rappresentato Javier Zanetti per la mia Inter: entrambi sono grandi esempi a cui cerco di attingere».
Quanti calciatori possono dire di aver indossato la maglia della Nazionale? La risposta è pochi. Matteo Parisi riceve due convocazioni con la Rappresentativa Lega Pro: «Facevo parte della formazione Allievi e ricordo benissimo l'istante in cui mi diedero quella comunicazione. Varcare il cancello di Coverciano da calciatore è un'esperienza da batticuore, così come vestire la maglia azzurra. Mi fa sempre un certo effetto ripensare a quelle giornate, ma è qualcosa di cui vado estremamente fiero, perché credo di essermelo meritato sul campo». Due le presenze ufficiali, entrambe in amichevoli, a Coverciano e a Monza. La partita giocata al Brianteo è la prestigiosa vetrina che gli permette di farsi notare da diverse società della zona, tra cui quella del NibionnOggiono che, nel 2016, lo convince a scendere in Eccellenza: «A Oggiono ho trascorso due stagioni intense e formative per la mia crescita perché arrivavo dal calcio dei giovani. Lì ho trovato un ambiente casalingo, familiare per certi versi, perché il Direttore Sportivo Alberto Rho sa cucire un rapporto amichevole con tutti. Sono ancora molto legato a questa squadra, un gruppo veramente forte, tra cui Mattia Isella ed Emanuele Panzeri. Credo che il terzo posto della seconda stagione rispecchi pienamente il valore di quella rosa».
L'interessamento dell'FBC Saronno è insistente e Matteo Parisi non si sottrae al corteggiamento: «Giocare per la squadra della mia città è una cosa che mi affascinava fin da piccolo. Indossare la maglia dell'FBC è stato come realizzare un sogno». Un sogno breve, fugace, durato non più di qualche settimana: i problemi societari degli amaretti portano Parisi a concludere la stagione a Casatenovo. A giugno 2019, però, Parisi decide di mettere fine al continuo saliscendi tra Eccellenza e Promozione accasandosi all'Universal Solaro: «L'ambizione della dirigenza e la vicinanza a casa mia sono i due fattori principali che mi hanno portato a scegliere l'Universal. A Solaro ho ritrovato quella dimensione casalinga che avevo vissuto a Oggiono. L'intesa con il Direttore Sportivo Luca Volpi è scatta fin dal primo colloquio, così come quella sul campo con mister Ivan Stincone. È un allenatore molto preparato, che lavora con grande dedizione e i risultati parlano per lui. Sono state quattro stagioni toste, soprattutto emotivamente, tra Covid e incubo retrocessione. In quel periodo la squadra ha dimostrato carattere grazie a Simone Broccanello: è stato lui il principale attore di quella folle rimonta salvezza, tirando fuori l'Universal dalle sabbie mobili».
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«Con molto dispiacere ho deciso di lasciare Solaro, seguendo il mio istinto. Per quale motivo? Pensavo che il ciclo fosse giunto al termine, nonostante fossi nel mio habitat naturale». Dopo quattro stagioni in giallorosso, Matteo Parisi prende in esame l'idea di cambiare aria e provare una nuova avventura: «La firma con il Castello Cantù è stato un evento molto positivo per me, perché ho potuto conoscere un allenatore che mi ha aiutato tantissimo a crescere, Gionata Brittanni. Io lo conoscevo già di vista perché vivo nel mio stesso quartiere (Cascina Ferrara a Saronno, nda), ma a Cantù ho constatato quanto fosse maniacale nel modo di allenare. Abbiamo fatto una grande stagione soprattutto grazie al suo lavoro e gli sono infinitamente grato perché ha creduto molto in me». La tranquilla salvezza con il Castello attira le attenzioni del Ceriano sull'allenatore, che accetta la panchina all'ombra delle Groane, seguito a ruota dai fedelissimi Alessandro Di Vito e Matteo Parisi.
Quest'ultimo scala in fretta le gerarchie di squadra, tanto da essere nominato capitano dopo pochi giorni dalla firma del contratto: «È stata una decisione arrivata al termine di un confronto tra squadra, allenatore e dirigenza. Mi ha fatto enormemente piacere che i nuovi compagni si fidassero di me fin dal primo giorno. Sapevamo delle difficoltà avute la scorsa estate, perché la squadra è stata fortemente rivoluzionata rispetto alla stagione precedente, ma penso che la dirigenza sia stata capace di costruire un gruppo fantastico, sia dal punto di vista tecnico sia umano». I numeri confermano l'ottima impalcatura allestita dalla dirigenza biancazzurra per Brittanni e capitan Parisi: quarta miglior difesa del campionato, la migliore tra le formazioni situate nella parte bassa della classifica, nove reti inviolate in 29 partite e tre reti stagionali per il Parisi - suo record personale - tra cui i colpi di testa che hanno piegato le difese di Academy Uboldo e Gavirate: «Mi sento ancora in fase di crescita, so che posso dare ancora di più, ma per il momento ci godiamo questa salvezza. Un grande merito va allo staff del mister che ha lavorato al meglio come ognuno di noi: so che hanno sofferto tanto quanto noi ed è giusto che anche loro si prendano enormi meriti». Il bilancio finale di stagione, dunque, non può che essere positivo: «Abbiamo lottato su ogni pallone e in qualunque situazione, senza mai tirare indietro la gamba. Abbiamo affrontato di petto tutte le sfide e non possiamo che essere soddisfatti del percorso che abbiamo fatto. La stagione è iniziata con dei compagni di squadra, ma il nostro rapporto si è evoluto in una solida amicizia che va oltre il calcio. Durante il ritiro avevamo fatto una scommessa: in caso di salvezza, saremmo andati a festeggiare tutti insieme qualche giorno a Milano Marittima». Il modo migliorare per celebrare un traguardo storico e il consolidamento di un gruppo che, nella prossima stagione, vuole continuare a stupire.