Promozione
24 Aprile 2025
PROMOZIONE LUINO • Lorenzo Lercara
Muovere i primi passi nella squadra della propria città rappresenta un trampolino di lancio verso palcoscenici più ampi. Lo è stato per Andrea Pirlo, cresciuto calcisticamente nel Brescia ma diventato grande con le maglie di Milan, Juventus e della Nazionale italiana. Lo è stato per Marco Verratti, protagonista assoluto nella promozione in Serie A del Pescara di Zdenek Zeman. Lo è stato per il "divin codino" Roberto Baggio, allevato alla corte del Lanerossi Vicenza prima di segnare l'epoca degli indimenticabili anni novanta. Portare con sé l'orgoglio delle proprie origini e il ricordo delle prime emozioni vissute "a casa" contribuisce a creare una forte connessione tra calciatori, squadre e città. Come nel caso di Lorenzo Lercara, centrocampista classe 1996 nato a Luino, non solo dal punto di vista sportivo, e cresciuto nella cantera del Varese. Dopo aver vinto un campionato d'Eccellenza con i biancorossi (e aver vissuto sulla propria pelle le scottature di due fallimenti), Lercara è tornato nella sua città natale contribuendo al raggiungimento di due traguardi: la storica vittoria della Coppa Lombardia Prima Categoria, nella scorsa stagione, e la successiva salvezza nel girone A di Promozione, torneo da cui il Luino è rimasto assente per 12 anni.
Luino, settembre 2001. In un angolo del Lago Maggiore sta per cominciare una favola che miscela insieme calcio e amicizia. Infatti, Lorenzo Lercara racconta che «il primo approccio al mondo del calcio fu all'età di cinque anni. I miei genitori mi portarono a giocare nella società del mio paese dove conobbi Matteo Simonetto, un ragazzo straordinario oltre che un calciatore molto forte. Da piccoli, io e Matteo abbiamo condiviso tante esperienze, non solo sui campi di calcio. Per me è un punto di riferimento importante». La crescita sportiva di Lercara e Simonetto va avanti di pari passo. Seconda punta il primo, difensore centrale il secondo, finiscono entrambi sui taccuini degli osservatori del Varese. Dopo un lungo corteggiamento, Lercara accetta la proposta dei biancorossi: «Avevo dieci anni: ero ancora un ragazzino ma sarò per sempre grato al Varese perché mi ha dato l'opportunità di vivere come un professionista».
Raggiunto l'anno successivo proprio da Simonetto, Lercara percorre tutta la trafila delle giovanili del Varese, dagli Esordienti alla Primavera 1, dove realizza un gol in 14 presenze (nella sconfitta casalinga 1-5 contro il Parma) e partecipa a diverse sessioni d'allenamento con la Prima Squadra allenata da Stefano Bettinelli durante la stagione 2014-2015. Un'annata che precede il periodo più difficile di Lercara sul lato professionale. L'attaccante vive in prima persona l'estromissione del Varese dal calcio professionistico: «Se ho avuto il pensiero di lasciare Varese? Onestamente no, perché tutti noi aspiravamo ad arrivare in Prima Squadra. Quel gruppo si è dimostrato unito di fronte alla difficoltà più ostica che una squadra di calcio può avere e siamo rimasti per un senso di attaccamento alla maglia». Nell'arco di poche settimane il Varese precipita dalla Serie B all'Eccellenza lombarda: «Decisi di restare a Varese perché durante l'estate era stato presentato un progetto molto ambizioso per provare a riportare immediatamente la società dove meritava di stare».
La prima stagione di Lorenzo Lercara tra i grandi si conclude con il trionfo nel Girone A di Eccellenza. Le 7 reti in 25 presenze dell'attaccante di Luino aiutano a far uscire il Varese dall'inferno del dilettantismo lombardo e a riapprodare immediatamente in Serie D: «La dirigenza aveva costruito una rosa di altissimo livello: vincere il campionato era l'unico traguardo possibile. Quando ho capito che avremmo potuto farcela? Dopo un mese di allenamenti. La qualità di quella squadra era molto alta: infatti, per tutta la stagione tenemmo un ritmo infernale, perdendo una sola partita in Coppa. Il ricordo più bello? L'ultima partita in casa contro il Vittuone, allo stadio Ossola. Segnare davanti a tutte quelle persone e ricevere il loro abbraccio è un'emozione indescrivibile». L'energia positiva costituitasi attorno al Varese si sprigiona anche nella stagione successiva. Il duello serrato con il Cuneo premia i piemontesi al ritorno in Serie C, il Varese deve accontentarsi del secondo posto e dei playoff. Superata 1-0 la Caronnese, il Varese cade in casa contro il Gozzano per 0-2.
Chi non crede alle coincidenze, penserà che il dio del calcio abbia tramato contro il Varese che non si riprenderà più da quella delusione. Per i biancorossi la stagione 2017-2018 sarà una dura e lunga agonia, conclusa con una cocente retrocessione in Eccellenza dopo i playout: «Nello spogliatoio si iniziava a percepire un clima diverso, più cupo rispetto al passato. Sentivamo che era cambiato qualcosa ed era molto complicato rimanere concentrati solo sul campo». Nell'estate del 2019, dopo una stagione anonima, il Varese viene dichiarato fallito per insolvenza e costretto a ripartire addirittura dalla Terza Categoria, il peggiore dei gironi infernali per una società abituata al professionismo: «Se ho pensato che fosse un incubo? Sì, perché ritenevo che la tifoseria meritasse categorie decisamente superiori».
La vita di Lorenzo Lercara cambia drasticamente in poche settimane: dallo svincolo per inattività dal Varese all'impiego nell'ufficio amministrativo di una catena di carrozzerie. L'ipotesi di appendere gli scarpini al chiodo è reale: «La firma con il Gavirate è arrivata per puro caso. Tramite un'amicizia in comune, il presidente mi contattò perché era venuto a conoscenza della mia situazione e mi propose di unirmi a loro. Ammetto di aver tentennato nella prima parte di stagione, ma mi convinsi a sposare quell'interessante progetto». La vittoria del Girone A di Promozione appare mutilata ai suoi occhi: «Avevo iniziato molto bene quel campionato ma dopo cinque giornate ruppi il crociato, saltando buona parte della stagione. A febbraio feci in tempo a riassaporare il campo prima della sospensione per la pandemia di Covid. È stata una stagione sfortunata a livello personale; il gruppo che si era creato era speciale ma ero triste per non aver avuto la possibilità di godermi quei momenti».
A Gavirate, Lercara aggiunge due salvezze in Eccellenza, prima della richiesta di svincolo a febbraio 2023 per motivi familiari. L'attaccante vive mesi difficili e interminabili; al suo fianco, però, si schiera la società che lo ha lanciato e che, da tempo, lo riabbraccerebbe molto volentieri: «Luino mi ha corteggiato a lungo, tutti volevano che ritornassi lì. In quel periodo volevo stare il più vicino possibile alla famiglia, ma loro mi hanno coccolato e convinto a rimettere piede sui campi da calcio».
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L'obiettivo dichiarato del Luino è ritornare in Promozione. In campionato l'andamento è altalenante, ma il percorso in Coppa Lombardia si rivela trionfale. Lercara si ritaglia un ruolo decisivo nel doppio 1-0 con cui i rossoblù eliminano ai sedicesimi di finale Nuova Abbiate e Morazzone; nei quarti di finale, invece, veste i panni di giustiziere dell'Ardisci e Maslianico: «Scendere di categoria si è rivelata la scelta giusta per ripartire con slancio. La scorsa stagione ho siglato 17 gol tra campionato e coppa. Qual è stata la rete più bella? Sicuramente quella contro la Nuova Abbiate: su un nostro giro palla Nilson effettua un cambio di campo per Gaspari che crossa sul primo palo. D'istinto mi fiondo sul pallone colpendolo di tacco. A essere sincero, però, il gol contro l'Ardisci è stato più pesante, perché abbiamo capito che avremmo potuto conquistare la coppa (vinta a Pozzuolo Martesana contro il Badalasco, nda)».
Il ritorno del Luino in Promozione è incentrato su una colonna vertebrale "biancorossa": a Lorenzo Lercara e Matteo Simonetto si aggiungono anche gli ex Varese Stefano Bettinelli e Pietro Tripoli, ammirati durante l'ultima stagione in cadetteria: «L'arrivo di mister Bettinelli è stato un fattore determinante per decidere di prolungare il contratto con il Luino. Qual è il suo pregio migliore? Riuscire a trasmettere ogni giorno una mentalità vincente: anche in questi ultimi giorni, nonostante la salvezza già raggiunta, vuole che ci alleniamo duramente in ogni sessione, senza mai mollare un centimetro. A livello personale non sono completamente soddisfatto della mia annata: un paio di infortuni muscolari mi hanno tenuto ai box per diverso tempo, ma mi tengo stretto il risultato finale di squadra; inoltre, Bettinelli è riuscito a farmi rendere al massimo sia come esterno destro nel centrocampo a 4 sia come trequartista».
Se Pietro Tripoli si è rivelato essere il grande colpo del mercato invernale, Lercara si prende il premio di uomo più decisivo. I tre gol segnati dal classe '96 sono valsi nove punti in trasferta contro Castanese, Cob 91 e Besnatese: «La rete di Castano è quella che nasconde un significato più profondo, perché rappresenta l'unica vittoria del girone d'andata e l'inizio del calvario individuale. Quella di Besnate, invece, arrivata in pieno recupero, è sinonimo di liberazione, sia per me sia per la squadra. Il prossimo passo da compiere è rimanere a Luino il più a lungo possibile». Che possa essere lo spunto per diventare una bandiera del club rossoblù?