Serie D
24 Aprile 2025
SERIE D CASATESE MERATE •El Hadji Macoumba Gningue, trascinatore stagionale dei rossoblù con le sue 16 reti
Un passatempo per stare accanto agli amici di sempre, ma di entrare a far parte di una società nemmeno l'idea. Questo, almeno, sino al 2009, quando il protagonista della nostra storia prende la decisione destinata a dare una svolta alla sua vita: dopo qualche calcio al pallone, la consapevolezza di poter fare qualcosa di grande, anche per via di quella passione che nel frattempo aveva cominciato ad ardere dentro di lui. Nei paesi delle valli bergamasche, solitamente culla di grandi attaccanti (vedasi il capocannoniere del girone Marco Bertoli, bomber della Varesina), comincia la carriera calcistica di El Hadji Macoumba Gningue, centravanti della sorprendente Casatese Merate, capace di tenere un ruolino di marcia da autentico rullo compressore che le ha permesso di consolidare la zona play-off sino ad agguantare il secondo posto in classifica. Umile, primo intransigente giudice di sé stesso, che non conosce altro comandamento al di fuori del duro lavoro come mezzo per ottenere il risultato, per vedere la palla gonfiare la rete. Leader silenzioso, carismatico, anima di questa Casatese Merate: in ogni sua parola, nei suoi modi affabili e nella sua disarmante sincerità è racchiuso il segreto per essere sportivi, squadre ma prima di tutto persone vincenti. Aggettivo che, come ci ha confermato El Hadjii, non va attribuito soltanto a chi il 4 maggio taglierà il traguardo per primo.
Riavvolgiamo il nastro, torniamo indietro nel tempo e torniamo a quasi 16 anni fa: nel settembre del 2009, Gningue farà il suo esordio in una squadra di calcio, venendo aggregato tra le fila della Pradalunghese. Spulciando statistiche, almanacchi e tabellini, riusciamo a scoprire dati che rendono riduttivo qualsiasi giudizio formulato a parole: 38 marcature in 19 apparizioni stagionali realizzate con gli Allievi Provinciali della formazione bergamasca gli valgono il passaggio allo Scanzorosciate, da sempre settore giovanile all'avanguardia e in prima linea con la sua eccellente rete di scout per assicurarsi i migliori talenti del territorio. In giallorosso, oltre a fare le fortune delle formazioni giovanili, arriveranno anche le prime esperienze in Prima Squadra: «Sono rimasto qui 4 anni, con loro ho vinto il Campionato d'Eccellenza, ma purtroppo ci sono stati momenti in cui ho faticato e non sono riuscito a giocare molto». Per El Hadji è il momento in cui dinnanzi a lui si palesa un bivio, l'attimo in cui è chiamato a prendersi le responsabilità delle proprie scelte e decidere cosa fosse meglio per lui: e come in campo è il primo a intuire dove arriverà il pallone per deviarlo in porta, così nella vita ha dimostrato quell'intuito e quella conseguente perseveranza necessaria per difendere e portare avanti le proprie scelte che gli hanno permesso di compiere il percorso migliore per lui: «Ho accettato di trasferirmi in Prima Categoria, giocando con le maglie di Verdellinese e Gorle. Sono riuscito a segnare e trovare continuità e così sono passato alla Gavarnese dove ho avuto l'onore di essere allenato da mister Foresti, figura fondamentale per la mia crescita». Il resto è storia: 27 reti al ritorno in Eccellenza con la maglia della Forza e Costanza di Martinengo, stagione che ancora oggi rappresenta la sua migliore a livello realizzativo, tappa intermedia per una scalata continua con l'esordio in Serie D della scorsa annata, con 17 reti che tuttavia non sono bastate per salvare il Ponte San Pietro.
«Non sono molto tecnico, quindi come giocatore cerco di sfruttare molto la mia velocità e la forza fisica. Non mi ispiro a nessun giocatore in particolare, ma negli anni scorsi un giocatore che ho ammirato molto è stato Drogba». Niente proclami, ma piena consapevolezza delle proprie qualità e dei propri limiti: e se è vero che il campione lo si riconosce anche dall'umiltà e dalla voglia di migliorarsi ogni giorno, basta poco per capire che non di certo tutti hanno la stoffa che ha permesso a El Hadji di raggiungere importanti traguardi a livello personale e di squadra. Sin dal suo arrivo a Merate, l'ex Gavarnese ha goduto immediatamente dell'incondizionata stima della società ma soprattutto di mister Commisso, colui che è riuscito a renderlo un'autentica macchina da gol anche in Serie D e a costruirgli attorno una squadra che potesse esaltare al meglio le sue qualità. Tutte ragioni che hanno permesso al bomber rossoblù di necessitare di relativamente poco tempo per potersi imporre come titolare nello scacchiere tattico di Commisso: che si trattasse del 3-5-2, adattabile tuttavia a 3-4-1-2 a seconda dei momenti di gioco, o del rombo della seconda parte di stagione, modulo capace di fare le fortune della Casatese sia in termini di gioco che soprattutto di risultati, Gningue è sempre riuscito a offrire un rendimento di altissimo livello. Centravanti moderno, capace di offrire un'interpretazione del ruolo che va al di là della semplice elusione della marcatura ospite per poi cercare la conclusione a rete: oltre a 16 reti in 33 presenze, dato che lo proietta a -1 dal record personale in Serie D ottenuto lo scorso anno con la maglia del Ponte San Pietro, Gningue ha dimostrato anche una discreta capacità nel fornire assist e contribuire in maniera attiva alle reti dei compagni.
C'è un altro ingrediente, forse il più importante, che ci permette di poter comprendere a fondo ciò che sta alla base dei successi e della stagione superlativa della Casatese, una costanza di rendimento testimoniata sia dalla proposta di gioco espressa che da quel secondo posto a -5 dalla capolista Ospitaletto, traguardo che nemmeno il tifoso meratese più ottimista avrebbe pronosticato ad inizio stagione: «Gioco a calcio da 15 anni ma non avevo mai trovato un gruppo così unito e compatto e credo che sia anche e soprattutto questa la nostra forza». Del resto, anche quando aveva accusato quel periodo di flessione e di scarso feeling con la rete tra dicembre e gennaio, Gningue non è mai rimasto solo, ma ha sempre potuto contare sulla stima di una società sempre presente quando si tratta di sostenere i propri tesserati: «Quest'estate non ho avuto dubbi nel scegliere tra tutte le squadre la Casatese Merate. Si tratta di una società seria, con un ambiente sano che ci permette di crescere e lavorare bene. Sono felice di lavorare con mister Commisso, una figura seria e molto preparata che in allenamento pretende tanto da noi com'è giusto che sia».
«Cerco di affrontare stagione per stagione, quest'anno come attaccante non ho fatto male ma avrei potuto e voluto fare meglio. Nel calcio purtroppo nulla è scontato, specie se sei un attaccante, e ci sono momenti in cui magari le cose non vanno sempre bene, per questo è importante aver sempre la forza mentale per rialzarsi». Prendere il buono e gli aspetti positivi come stimolo per fare ancora meglio, riconoscendo al contempo le lacune e le defezioni per diventare una macchina da gol ancora più implacabile: anche in una stagione in cui ha trascinato con le sue prodezze la Casatese al secondo posto, Gningue non si siede sugli allori, ma mostra nuovamente quella capacità di mettersi in discussione che è il presupposto fondamentale per poter scrivere grandi cose. E sono anche quelle due parole che abbiamo appena utilizzato, vale a dire «secondo posto», a far sorridere l'attaccante senegalese solo a metà, visto che i passi falsi di marzo contro Sondrio e Arconatese hanno a conti fatti impedito alla formazione di Commisso di scalare anche il gradino più alto del podio: «Siamo contenti, anche se per come sono andate alcune cose ad un certo punto l'obiettivo era diventato vincere il campionato, impresa ora quasi proibitiva. Cercheremo di concludere al meglio la stagione, giocando bene le due partite che ci mancano per prepararci ai play-off».