Serie D
27 Aprile 2025
SERIE D OSPITALETTO • Jacopo Mozzanica
Sorrisi gioiosi, lacrime di commozione, la consapevolezza di avercela nuovamente fatta. La storia di una grande famiglia, prima ancora che di una squadra ormai destinata a spiccare il volo verso la C e, chissà, presto pronta scalare anche i gradini più alti del nostro calcio e toccare il cielo con un dito: è la favola di un presidente, Sandro Musso, e del direttore sportivo, il fratello Paolo, che in due anni sono riusciti a trasformare i sogni di migliaia di tifosi in una splendida realtà. È la storia di un grande condottiero, Andrea Quaresmini, l'uomo capace di fare le fortune del Cast Brescia due anni fa, con una indimenticabile vittoria del Campionato e della Coppa Lombardia di Eccellenza, e di prendere in mano le redini dell'Ospitaletto nella stagione successiva, portandolo nel professionismo. È la rivalsa di Claudio Messaggi, della definitiva consacrazione di Gobbi e dell'esplosione di Bonardi e Cantamessa: il cielo di Ciliverghe si tinge oggi di rossoblù e quelli che fino a ieri erano calciatori di livello oggi si sono trasformati in autentici eroi capaci di scrivere una delle più belle pagine del nostro calcio.
Affrontare un campionato da neopromossa non è mai facile. Se poi quel campionato è il girone B di Serie D, notoriamente il raggruppamento più ostico ed equilibrato dei 9 gironi disposti dalla LND, allora l'impresa può risultare ancora più ardua. Avevano diverse pressioni addosso dopo un mercato estivo da protagonisti assoluti, che ha visto arrivare alla corte di Quaresmini giocatori di talento abituati a categorie superiori come Messaggi o Baraye, uniti ad autentici veterani della Serie D come l'implacabile bomber Francesco Gobbi, il tutto condito dall'arrivo di giovani di belle speranze e dal considerevole potenziale come l'ex stella della Pro Palazzolo Mattia Guarneri o il fantasioso Simone Cantamessa, spesso trascinatore nelle scorse annate delle giovanili della FeralpiSalò. Un mix di giovani ed esperti, che Quaresmini ha saputo forgiare ed organizzare in maniera perfetta, conferendo alla squadra sin dalle prime battute un DNA vincente e un'idea di gioco frizzante e moderna, tutti presupposti indispensabili per poter condurre una stagione da protagonisti. Presentatisi ai nastri di partenza con addosso diverse pressioni ed aspettative, l'Ospitaletto ha saputo ripagare la fiducia di tifosi e addetti ai lavori, inaugurando la stagione con un perentorio 2-0 inflitto alla Castellanzese. Il passo a vuoto accusato col Magenta alla terza giornata di campionato, che ha visto i varesini imporsi per 1-0 sul difficile campo dei bresciani, non ha minimamente pregiudicato l'andamento del club rossoblù, che da allora ha inaugurato una striscia di 10 risultati utili consecutivi che gli hanno permesso di ottenere la vetta della classifica, piazzamento che pur tra mille difficoltà non è mai stato abbandonato nel corso dell'anno. Miglior attacco e miglior difesa, quest'ultimo primato condiviso con la Varesina, al termine del girone d'andata, una schiacciasassi implacabile che sembrava ormai aver già ipotecato il titolo.
Nel perfetto orologio di Quaresmini c'è però qualche ingranaggio destinato a incepparsi, un normale processo fisiologico in una squadra in continua crescita e che fino al termine di gennaio aveva condotto un campionato all'insegna della regolarità: l'inaspettata debacle interna contro la Nuova Sondrio, a cui ha fatto seguito la settimana successiva il tonfo esterno sul campo di Sangiuliano è stata il preludio a una serie di passi falsi, di un ruolino di marcia di appena 7 punti in 7 partite tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera che avevano permesso alle inseguitrici di farsi nuovamente sotto. Quando però tutto sembrava compromesso, vista la migliore condizione atletica di Folgore e Palazzolo su tutte, e l'incontenibile entusiasmo di Varesina, Casatese e Desenzano, ritrovatesi inaspettatamente in corsa per il titolo vista la crisi dei bresciani, è Jacopo Mozzanica a far tornare il sereno sul cielo di Ospitaletto: la sua esperienza, il suo carisma e il suo sapersi sempre far trovare pronto nei momenti difficili, come dimostrato dalle reti decisive realizzate in extremis nello scontro diretto col Desenzano prima e col pericolante Fanfulla poi, hanno permesso alla formazione di Quaresmini di ritrovare la via del successo e di sbaragliare nelle settimane successive anche Club Milano e Pro Sesto. Il resto, poi, è semplicemente storia e settimana prossima, nell'ininfluente impegno casalingo contro il Breno, i tifosi potranno finalmente festeggiare il meritato titolo insieme a un gruppo di uomini straordinari, prima ancora che sportivi capaci di un autentico miracolo sportivo.
Non si può parlare della straordinaria cavalcata della formazione bresciana senza fare riferimento ai numerosi interpreti resisi protagonisti di una stagione a dir poco memorabile grazie alle loro gesta e a prestazioni da incorniciare. E come una casa va costruita dalle fondamenta, la nostra rassegna non può che partire dall'estremo difensore dei rossoblù, Francesco Bonardi: arrivato dal Ponte San Pietro e con un glorioso passato nelle formazioni giovanili dell'Inter, Bonardi è riuscito a mantenere la porta inviolata in ben 14 occasioni quest'anno. Un traguardo che, oltre a certificare ulteriormente le eccelse doti tecniche dell'estremo difensore rossoblù, è stato reso possibile dalla presenza in difesa di capitan Matteo Gritti, protagonista anche lo scorso anno del salto di categoria e subito capace di formare un'impenentrabile diga difensiva con i nuovi arrivi, Matteo Lucenti e Aboubakhar Bakayoko, capaci di imporsi sin da subito come titolari e di rendere l'Ospitaletto la terza difesa meno battuta del girone, con un passivo di 31 gol che si contrappone ai 30 incassati dalla Casatese Merate e dai soli 27 del Desenzano.
Solidità, pragmatismo ed efficacia difensiva che si integrano alla perfezione con l'estro, il dinamismo e la sconfinata qualità del centrocampo e dell'attacco dell'Ospitaletto: se il credo calcistico di Quaresmini, fondato da un perfetto bilanciamento di questi due ingredienti, è stato reso possibile ed espresso in maniera straordinaria anche in Serie D è grazie anche alla qualità di interpreti, da lui fortemente voluti quest'estate e valorizzati in modo superlativo nel corso della stagione. Claudio Messaggi è la stella che quest'anno ha immancabilmente brillato nel cielo bresciano, con 8 reti e 9 assist spalmate su 34 presenze complessive: aveva bisogno di ritrovare fiducia dopo un'annata fatta di più ombre che luci in quel di Gorgonzola e a Ospitaletto è finalmente riuscito a ritrovare quel ruolo di protagonista che le sue qualità gli hanno permesso di ritagliarsi. Il fantasista ex Caravaggio ha però potuto avvalersi anche della collaborazione di Lleshaj, Guarneri, Gualandris e Panatti, jolly della mediana, duttili e capaci di fare la differenza in ogni zona del campo, mentre Mozzanica è l'asso della manica da inserire a partita in corso, l'uomo dai gol pesantissimi in grado con le sue zampate di portare il titolo più vicino a Brescia anche quando la crisi sembrava essere arrivata ad uno stato irreversibile.
E poi c'è lui, Francesco Gobbi. A dicembre lo avevamo paragonato a Re Mida, perché se il celebre sovrano greco trasformava in oro tutto ciò che toccava, Gobbi riusciva a convertire in gol qualsiasi pallone che transitasse dalle sue parti. Nel girone di ritorno le reti sono arrivate con meno frequenza rispetto ad un girone d'andata fuori da ogni logica, ma Francesco non ha mai fatto mancare il suo apporto alla causa rossoblù ed ha saputo riciclarsi in un uomo-assist dal tocco fatato e capace di passaggi millimetrici: sono ben 5 gli assist messi a referto dall'ex bomber di Sant'Angelo e Tritium tra le altre. Attaccante capace di svariare su tutto il fronte d'attacco, Gobbi ha mostrato grande intesa con i suoi partner offensivi, tra cui l'esperto Baraye, con un passato in Serie A al Parma e autore di ben 7 marcature, e il giovane Simone Cantamessa, classe 2006 arrivato dalla Feralpisalò, che dopo un'iniziale fase di adattamento ha dimostrato una crescita esponenziale nel girone di ritorno, mostrando un discreto feeling con la porta anche e soprattutto in partite decisive per la conquista di un Campionato destinato a diventare leggenda.