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La storia lo ricorderà! Prende la squadra in zona retrocessione e sfiora la vittoria del campionato

Lavenia e il suo Vigevano fanno scuola: 2° posto in classifica, miglior attacco e playoff dal terzo turno

Dino Lavenia, Vigevano

PROMOZIONE VIGEVANO • Dino Lavenia

Il Vigevano è stato semplicemente ammaliante. Già soltanto un soprannome d'impatto come Ducale sarebbe bastato per sedurre qualsiasi appassionato calcistico. La proposta sportiva di Lavenia, poi, si è occupata di rendere vivo e pulsante quell'interesse. I suoi biancazzurri fanno scuola e all'ultima giornata di campionato vanno a 4 minuti di distanza da uno storico spareggio per il primo posto in classifica. Dalla zona retrocessione alle stelle dell'Eccellenza. E adesso tanti saluti all'amarezza, perché ci sono i playoff.

COS'È STATO IL VIGEVANO DI LAVENIA?

Un crescendo di emozioni incapace di tradire le aspettative del proprio pubblico. Il tifoso biancazzurro non ha dovuto far altro che riscoprirsi passeggero di una macchina dal motore tremendamente oliato, assaporando il correre di paesaggio certo, quanto paradossalmente sorprendente. Un moderno Iggy Pop in «The Passenger». L'arbitro fischiava, il Ducale faceva dolcemente scivolare sul manto erboso la caprichosa - come chiamano il pallone in alcune zone del Sudamerica - e lo spettacolo cominciava. Con una manovra avvolgente come un manto di lana nelle sere di gennaio, ma asfissiante quanto la calura di metà luglio - per i rivali - il Vigevano imponeva il proprio ideale calcistico, fino al gol e fino alla conquista dei 3 punti. Questo, e molto ancora, è stato il Vigevano di Lavenia nella stagione 24/25. Per fortuna, non è ancora finita.

LA CILIEGINA MANGIATA PRIMA

Il Vigevano ha sfiorato la vittoria del campionato. Non tanto perché lo abbia visto fisicamente scappare dalle proprie mani, ma, concentrandosi su di un dato in particolare, si nota come dall'arrivo di Lavenia sulla panchina dei biancazzurri (arrivo risalente alla 5ᵃ giornata di campionato), il bilancio recita: Vigevano 59 punti, Assago 55 punti. C'è di più. All'ultima giornata i biancazzurri vanno a 4 minuti di recupero da una vittoria che permetterebbe loro di andare a pari punti con un Assago fermo sullo 0-0 con il Settimo, garantendosi così la possibilità di giocare uno spareggio in campo neutro per la definizione del titolo. 

Lo spareggio non si farà. Allo scoccare di quei 4 minuti di recupero verrà assegnato un rigore per l'Accademia Pavese, avversaria del Vigevano e boia dello stesso Ducale visto che il rigore verrà prontamente convertito da un Christian Mangiarotti semplicemente glaciale. La classifica dirà quindi Assago 64 punti, Vigevano 62 punti«Siamo andati a 4 minuti da uno spareggio folle e per certi versi anche meritato». Lavenia parla così dell'ultima giornata, proprio in riferimento al dato sopracitato, e aggiunge «La partita l'abbiamo buttata via noi. Anziché mettere la ciliegina sulla torta, la ciliegina ce la siamo mangiati prima».

«C'è poco da dire, analizzeremo la partita e ci mangeremo le mani per quelli che sono stati i nostri errori. Ci abbiamo messo del nostro. Fare 4 gol fuori casa e non riuscire comunque a vincere non è da tutti», commenta sorridendo il tecnico biancazzurro, che poi ripercorre parte del percorso stagionale: «La chiave di svolta è stata sicuramente l'enorme disponibilità che mi hanno offerto i ragazzi da subito. Qualcuno mi conosceva, qualcuno no. Abbiamo dovuto costruire in fretta una fiducia che è arrivata. Con alcuni passavamo le notti ad analizzare aspetti di campo».

E ORA?

E ora c'è nuovamente il campo a dover parlare. Con quei 62 punti il Vigevano ha completamente sbaragliato la concorrenza, chiudendo a +13 sul terzo posto. Il girone F non vedrà quindi il primo e il secondo turno dei playoff, con i biancazzurri che dovranno quindi aspettare la fase con le contendenti degli altri gironi. «Ho cominciato a guardare alcune statistiche e alcuni nomi di potenziali giocatori da dover tenere d'occhio. Sicuramente sarà presente alle partite del weekend del 23 e 24 maggio». Lavenia ha ancora il taccuino in mano, perché sì, per fortuna, non è ancora finita.

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