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Under 19 Élite

È la rivincita del capitano! Si rompe la tibia, batte il destino e vince il primo titolo di sempre

Un anno fa il grave infortunio, ora la gioia più bella: Brando Vezzola fa la storia della neonata BSV Garda

Vezzola BSV Garda

UNDER 19 ÉLITE BSV GARDA • Brando Vezzola

Un osso che si rompe, mesi e mesi passati lontano dal campo, la partita più importante vista dalla panchina e un sogno spezzato proprio come quella tibia. Quella di chi non si è mai dato per vinto, di chi ha lasciato alle spalle l'infortunio tenendo bene in mente quella partita lì, tornando a giocarne una e decidendone un'altra ancora più pesante, in maniera formidabile, prima di fare la storia. È il racconto di Brando Vezzola, lui che dopo un periodo buio rivede la luce diventando il capitano dei campioni più giovani di sempre, ovvero quella BSV Garda capace di conquistare il suo primo titolo regionale appena 9 mesi dopo la nascita del club. Un trofeo stretto forte tra le mani, portato a casa giocando la solita finale di sacrificio e salvando tutto all'ultimo, ma solo dopo aver segnato due gol, di cui uno stupendo, nella semifinale con il destino.

DALLA VIGHENZI ALLA SOLBIATESE: LA PARABOLA DEL DESTINO

Senza dimenticare Valtenesi, la squadra del suo paesino (Manerba), FeralpiSalò, il salto nei professionisti, e Desenzano, il ritorno nei dilettanti, lì dove due anni fa Vezzola veste la maglia della Vighenzi senza sapere tutto quello che sarebbe successo dopo. Una prima stagione dura, terminata con la retrocessione dall'Under 17 Élite, una seconda totalmente all'opposto, culminata nella vittoria del campionato Under 19 Fascia A, ma con un incidente personale non di poco conto. È il 3 febbraio 2024, è il 29' del primo tempo di Vighenzi-Voluntas Montichiari, è l'ultimo minuto in campo di tutta la stagione per il capitano, che si scontra con un avversario e lascia il terreno di gioco in ambulanza. L'esito del contrasto è chiaro: tibia rotta e stagione finita.

La maglia di sostegno indossata dai giocatori della Vighenzi nella sfida successiva all'infortunio di Vezzola (Foto Vighenzi)

Nonostante il duro colpo, la squadra porta in alto il nome del capitano fino all'ultima giornata, conquistando la vittoria del Girone D e qualificandosi ai quarti di finale per il titolo regionale, da giocare con i vice-campioni in carica della Solbiatese, non proprio un avversario qualunque, e non proprio una partita qualunque. Sì, perché se bomber Yao porta avanti i bresciani, nella ripresa i varesotti ribaltano il risultato, fino al pareggio di Bara a una decina di minuti dalla fine, che manda tutti ai tiri di rigore. Dal dischetto, due errori condannano la Vighenzi di Brando, presente in panchina, senza però poter calcare di nuovo il campo in quella che sarà l'ultima apparizione della squadra in Under 19.

Tre mesi più tardi, infatti, a metà luglio viene ufficializzata la fusione tra il club biancoblù e altre due società, ovvero Bedizzolese e Sirmione, dando vita alla BSV Garda. Un cambio di stemma e di colori più che di rosa, con parte del gruppo riconfermata per la stagione successiva, quella attuale, dove il Fato restituisce al capitano tutto quel tempo passato lontano dalla sua passione. Rimessi scarpine e fascia, Vezzola guida il neonato club alla vittoria del campionato, tornando così in quei quarti di finale persi un anno prima, dove questa volta ad attendere i bresciani c'è l'Assago, battuto 2-1 con un gol al 90' di Limanovi: è l'inizio della favola.

Sì, perché in semifinale destino vuole che la BSV ritrovi la Solbiatese, presente di nuovo da vice-campione in carica. Questa volta, però, cambia tutto: Brando gioca, e non solo. Prima, nel match d'andata, segna il momentaneo 2-0 (finale 2-1) con un grande inserimento e tiro al volo, poi, tra le mura di casa, inventa un destro dai 25 metri perfettamente incrociato nel sette opposto, portando avanti i suoi in una partita semplicemente folle: la Solbia resta in 10 verso la mezzora, ribalta la partita sul 2-1, subisce il 2-2 del Garda a tre minuti dalla fine, segna il 3-2 al 91' e porta tutti ai supplementari, dove, tra un'occasione a testa mancata, si finisce di nuovo lì, ai rigori. Quelli visti dalla panchina da Vezzola un anno prima, quelli che il capitano, questa volta, vive abbracciato ai compagni sulla linea di metacampo, lasciata solo in due occasioni: per andare a calciare e segnare il secondo penalty dei suoi, per correre a esultare dopo la rete di Limanovi, che vuol dire 5-4 nella serie dal dischetto e cerchio chiuso, o forse no.

IL CAPITANO DEI CAMPIONI

Il successo da brividi nella doppia sfida con i varesotti vuol dire infatti accesso alla finale regionale con la Rhodense, giocata alla grande dalla BSV. Daoudi dopo sei minuti fa già 1-0, mentre Monfredini al 14' della ripresa sigla un 2-0 che sembra mettere in ghiaccio la sfida. I milanesi, però, che in un lampo riaprono tutto grazie alla saetta da fuori di Comelli (17'), che inverte il trend della sfida. Gli orange aumentano infatti i giri del motore, concedendo sì ancora qualche spazio, ma andando a un passo dal pareggio nel finale, quello negato da chi più di tutti rappresenta l'anima dei bresciani: capitan Vezzola, lui che nel cuore dell'area di rigore blocca uno Scuteri solo pronto a calciare.

È l'occasione principale per il 2-2, fino al quinto minuto di recupero, quando la Rhodense trova il pareggio per pochi istanti, quelli necessari alla realizzazione che è tutto fermo per fuorigioco. Tirato un sospiro di sollievo, ne serve giusto qualcuno in più per comprendere qualcosa di decisamente più grande. Al triplice fischio la favola diventa realtà: nove mesi dopo la sua nascita, la BSV Garda è campione regionale per la prima volta, e con lei anche chi un anno fa lasciava il campo in lacrime.

«Per me alzare questo trofeo è una grandissima rivincita, è veramente emozionante. Quando si è spaccata la tibia non è stato facile recuperare, però non ho mai mollato e adesso sono qua. - parola di Brando, lui che rappresenta il cuore pulsante della BSV, ma anche quel ramo di Vighenzi che è rimasto nell’azzurro dello stemma del club bresciano - È un’emozione fortissima, per me e per il vecchio gruppo che era uscito ai quarti. Quest’anno dal primo allenamento ci sembrava di essere una squadra forte, ora però siamo proprio certi della nostra qualità e del nostro cuore».

Quello impazzito dopo la perla all’incrocio dei pali da 25 metri segnata nella semifinale di Bedizzole: «Non so come mi sia uscito, non ne ho mai fatto uno così. È il più importante della mia vita? Penso di sì, per qualità e importanza il migliore senza dubbio». E dubbi non ce ne sono neanche su ciò che attende Vezzola e compagni, impegnati nel girone con Lucento e Campomorone Sant'Olcese per il primo turno della fase nazionale con vista Scudetto. «Sarà tosta, però cerchiamo di riconfermarci. Non vediamo l’ora di andare a sfidare le altre regioni. - racconta il centrocampista classe 2006, che di punti interrogativi non ne ha nemmeno sulla dedica finale - Sicuramente a me stesso perché l'anno scorso non è stato facile, poi alla mia famiglia e ai miei compagni, che son fortissimi, davvero». E se la Lombardia ormai ne sa qualcosa, ora il messaggio è da provare a mandare al resto d'Italia.

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