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Riscrive la sua storia! Giocava nella Roma di Pellegrini e ora vince il suo terzo titolo

Simone Petricciuolo è uno dei leader della difesa gialloblù e il suo successo parte da Secondigliano

Simone Petricciuolo, Assago

PROMOZIONE ASSAGO • Simone Petricciuolo

Le soddisfazioni di Avellino. Lo spogliatoio della Roma condiviso con Pellegrini, Romagnoli, Destro, Verde e Skorupski. Il legame speciale con la famiglia, che non mancherà di far sentire il proprio appoggio direttamente dalla lontana Napoli. Questo, e molto altro, è ciò che compone l'anima calcistica di colui che nella stagione 24/25 si è dimostrato una vera e propria muraglia: Simone Petricciuolo, al suo 3° titolo in carriera vinto, questa volta con la maglia dell'Assago.

INIZI E SODDISFAZIONI

SecondiglianoÈ qui dove comincia la storia di Simone Petricciuolo. Ed è qui dove si ricollegherà il filo conduttore di questa storia. «A livello di scuola calcio i primi passi li ho mossi nella Mariano Keller, una delle migliori scuole calcio della Campania, che ora sfortunatamente non esiste più». Simone si sposta poi a Bari, dove veste la maglia dei Galletti nella categoria degli Allievi, finendo poi per essere ingaggiato dalla Roma: «In quegli anni ho condiviso lo spogliatoio con giocatori che hanno avuto ottime carriere nei professionisti, ma non solo. C'erano Romagnoli, Destro, Skorupski, Verde e sì, anche Pellegrini. Lui era di un anno più piccolo, ma si vedeva che aveva già delle qualità superiori».

Arriva quindi il calcio dei grandi e l'approdo in Serie D«Con il Savoia ho vinto il mio primo campionato, con una trentina di presenze da titolare. In quegli anni ho partecipato al Torneo Di Viareggio del 2014, un'esperienza fantastica. Ricordo che nell'Atalanta di quel torneo c'erano ragazzi come Caldara e Conti». È poi il momento del doppio salto. «Di Avellino ho ricordi fantastici. Non è stato facile fare quel passaggio dalla Serie D alla Serie B. Mi ci è voluto un po' di tempo per ambientarmi ed adattarmi, ma poi sono riuscito a togliersi anche delle belle soddisfazioni, giocando titolare in 3 occasioni, contro l'Entella, il Crotone e - dulcis in fundo - l'Atalanta, e collezionando un buon minutaggio anche in Coppa Italia».

QUALCOSA NON VA

Qualcosa non va«Giocavo poco e diciamo che poi la mia carriera anziché andare verso l'alto è andato leggermente scemando. Un po' per sfortuna e un po' per demerito mio, sicuramente. Mi sono lasciato andare. A 22 anni ho lasciato il calcio». Una scelta radicale, quella di Petricciuolo, una scelta che accumuna anche altri protagonisti dello splendido percorso gialloblù; e una scelta che non finirà per essere quella decisiva. «Ho ripreso in Campania, nelle serie minori, e sono riuscito a ritrovarmi». Lì, nella sua terra, Simone vincerà il suo secondo titolo, conquistando la Serie D con il Puteolona.

FIDUCIA RIPAGATA

«Sono venuto a Milano per lavoro e ho riscoperto una nuova passione per il calcio, perché è quello che mi dava la forza per andare avanti. Stare lontano dalla famiglia mi faceva malissimo, perché io sono fatto così, sono molto passionale e legato ai miei parenti». In quel di Assago per Petricciuolo arriva quindi una «vittoria all'ultimo»che lui stesso definisce come «il giusto premio per quello che abbiamo fatto, perché siamo qui a farci il mazzo da agosto e siamo stati primi dalla prima giornata in campionato»Ma, com'è arrivata questa vittoria? «Quando il Direttore mi fece la chiamata gli dissi che se si fosse trattato di un progetto vincente allora avrei accettato. Non potevo affrontare un campionato di metà classifica. Per gente come me, che la mattina si sveglia e va a lavorare e poi viene qui ad allenarsi, giocando ogni weekend e sacrificandosi piuttosto che scendere a Napoli, serve uno stimolo».

Simone chiosa quindi con delle parole al miele per il pubblico gialloblù: «Ringrazio la piazza di Assago. Credo e spero di aver ripagato la loro fiducia». E sì, quella fiducia è stata assolutamente ripagata. Lo dimostra la gente che corre per entrare su quel prato. Prato, dove non manca Secondigliano. Nel pieno della festa, in mezzo al campo, c'è Simone con il telefono in mano, che saluta e sorride. Dall'altra parte? La famiglia in videochiamata. Ed ecco quindi che quel filo partito da Secondigliano si ricongiunge con Petricciuolo, a 766 chilometri distanza. Un classico intramontabile del calcio dilettantistico.

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