Kings League Italia
21 Maggio 2025
KINGS LEAGUE LOTTOMATICA.SPORT TRM • Vittorio Grimaldi
Aspettare. Aspettare senza sapere se ci sarà mai l'occasione di vivere il proprio sogno. Aspettare un quando indefinito, tenendo chiuso il proprio cassetto per non scombinare l'ordine di una scrivania chiamata squadra, e, anzi, aiutare qualcun altro ad aprire il suo, perché alla fine i sogni sono da condividere. Forse è anche per questo che i portieri vengono considerati matti, d'altronde, chi riuscirebbe a resistere praticamente 9 mesi senza poter vivere a pieno la sua passione? Solo chi è in grado di aspettare, chi probabilmente più di tutti sa cosa voglia dire sacrificarsi per gli altri: il numero 12. Il secondo portiere, la spalla per eccellenza del vero protagonista, chi deve lottare con il proprio ego per aiutare gli altri, cercando di trovare il proprio ruolo in attesa di quel momento lì. Quello in cui dimostrare sì il proprio valore, ma, soprattutto, aiutare la squadra anche in maniera diretta sul campo. Lì, dove Vittorio Grimaldi il suo spazio l'ha trovato, il cassetto l'ha aperto e il sogno lo ha afferrato con i guantoni: tre shootout parati e uno segnato davanti a tutta Italia per raggiungere una finale storica.
Rivisitazione del nome necessaria, perché l'immagine iconica del portiere decisivo da subentrato è sicuramente quella di Tim Krul. Lui che il 6 luglio 2014 viene buttato nella mischia da Louis van Gaal non proprio in una partita qualunque, quantopiù nei quarti di finale del Mondiale in Brasile. È Olanda-Costa Rica, è il 120', è un momento che rimarrà per sempre nella storia del calcio: fuori il titolare Jasper Cillessen e dentro il secondo portiere, che para due rigori e manda gli orange in semifinale.
Quell'occasione che Vitto, cresciuto nelle giovanili del Frosinone prima di smettere verso i 18 anni, aspetta dalla prima partita di Kings League, la competizione di calcio a 7 che sta rivoluzionando il mondo dell'intrattenimento sportivo (clicca qui per saperne di più). Sì, perché i pali dei TRM hanno fin dall'inizio un chiaro proprietario, ovvero Alessandro Vagge, portiere con un'esperienza decennale in Serie D e fin da subito protagonista anche nel particolare format inventato da Gerard Piqué. Un compagno di squadra ovviamente da supportare, restando però in paziente attesa di un'occasione per lasciare il proprio contributo sul campo. Lì, dove quel momento arriva come un lampo nella partita più sentita di tutte.
È il 31 marzo 2025, è Stallions-TRM, è il Derby dell'Aura, la sfida più attesa dalla galassia social in Italia, è pareggio e serie di shootout per decidere il vincitore tra prima e seconda in classifica. Sono cinque rigori all'americana (uno contro uno da centrocampo con il portiere) per prendersi la vetta solitaria, ma al terzo succede l'imprevisto: Vagge commette fallo su Pannuti, viene ammonito e, come da regolamento, deve lasciare il campo per Grimaldi, che viene spiazzato dall'avversario sul seguente calcio di rigore. Giusto il tempo di prendere confidenza con la porta, però, perché da lì in poi la partita cambia ancora una volta strada, e gran parte del merito è di Vittorio, che nega il match point agli Stallions parando due shootout di fila e segnando addirittura il suo.
Sembra lo script di una storia bellissima, ma l'attesa è ancora lunga per il numero 98, che si deve arrendere al vero eroe di giornata, ovvero proprio Pannuti, autore del gol della vittoria avversaria dopo l'errore di Colombo, ma anche colui che, senza saperlo, con quel giallo procurato su Vagge cambia l'avventura in Kings League dell'altro portiere giallonero. Dopo quella prestazione tra i pali, infatti, Grimaldi viene chiamato in causa in altri due momenti fondamentali del percorso dei TRM, sempre in quegli shootout che rappresentano ormai la sua specialità, il suo posto in cui poter fare la differenza, e lui la fa, eccome se la fa.
Esatto, perché tre settimane più tardi è Circus-TRM, è l'ultima giornata di campionato, è la partita da vincere per certificare il primo posto e raggiungere due sogni in un colpo solo: la qualificazione alle semifinali per il titolo di Re d'Italia e, soprattutto, quella al Mondiale per Club targato Kings League. Due come i guantoni che Vitto indossa a 7 minuti dall'inizio del secondo tempo, quando gli avversari attivano la propria carta speciale, ovvero calciare uno shootout per accorciare le distanze dalla capolista. Lei che il jolly lo ha in panchina, o meglio, in campo: il numero 98 entra, ipnotizza Spera e mantiene il vantaggio dei TRM, che al triplice fischio vincono e realizzano quei due sogni lì.
Quelli di Vittorio, però, non sono finiti, anzi. Sì, perché il 12 maggio è TRM-Gear, è semifinale e sono, di nuovo, shootout per decidere chi andrà a Torino ad affrontare gli Zeta per il titolo di campioni d'Italia. Risultato? La squadra di Caputo rischia di andare sotto di due gol, ma tra i pali c'è sempre lui, che prima fa una parata straordinaria da terra con la mano di richiamo sulla combo suola-pallonetto di Fran, poi blocca pure Cosenza e ristabilisce la parità. La stessa che resiste fino all'ultimo shootout, affidato ai portieri. Un duello che vede il collega dei Gear andare a segno e obbligare Grimaldi a fare lo stesso per evitare l'eliminazione, e la risposta arriva: mancino sotto le gambe e si va a oltranza.
Due shootout parati e uno segnato, proprio come con gli Stallions, ma questa volta la palma di eroe è solo sua. Sì, perché al secondo giro l'ex Frosinone blocca il tiro di Gelsi, Caputo segna e i TRM volano in finale di Kings League Italia. «In questi momenti bisogna sempre nascondere un po' le emozioni e stare con la testa sulla partita, poi quando è finita e abbiamo vinto non c'ho capito più niente. - racconta Vittorio sull'impatto a gara in corso, fin qui la ciliegina sulla torta di un percorso iniziato con la consapevolezza del suo compito - Quando sono arrivato ai TRM sapevo già quale sarebbe stato il mio ruolo. Sapevo che dovevo dare una mano ad Ale in questo modo qui e sto facendo questo senza problemi e senza preoccupazioni. Dò il mio massimo quando serve».
Un impegno che non riguarda esclusivamente il campo, perché dopo l'addio al calcio da giovanissimo, Grimaldi negli ultimi anni si è distinto in altre competizioni di calcio a 7 nate sui social, come la YouTuber League, dove veste la maglia dell'Hellas Verona: «È un'esperienza molto formativa, che mi sta insegnando tanto. È un tipo di calcio diverso, però è comunque impegnativo allo stesso modo e molto grafiticante». In Kings, invece, dove è stato selezionato tra migliaia di giocatori provenienti dai provini, affianca al lavoro sul campo quello di vlogger, riprendendo la sua vita da calciatore dei TRM di Marco Bertoni e permettendo al pubblico di avvicinarsi al dietro le quinte. «Ci lavoriamo, pian piano miglioriamo. - scherza Vittorio, che racconta - È una passione nata adesso, lo sto facendo e mi sta piacendo. Lorenzo Giannotta (Noweakfut) e gli altri ragazzi dell'Hellas Verona, che sono content creator, mi stanno aiutando a crescere, capendo cosa faccio bene e cosa faccio male».
Un mondo da esplorare, affiacandolo alla vita da portiere, dove il «cosa faccio bene» se fosse una domanda potrebbe avere tante risposte. Dal saper aspettare all'essere la spalla perfetta per Vagge, dalla costanza nel lavoro all'essere decisivo nei momenti più delicati, con quella che è ormai diventata la sua costante: parare gli shootout. La sua specialità, la sua chiave per aprire ogni cassetto, anche quello che ora contiene almeno un altro sogno grandissimo: vincere la finale di Kings League Italia. E poi sì, ci sarà il Mondiale, ma per quello bisognerà aspettare, ancora un po'.