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Kings League Italia

L'Italia al centro dell'Europa! 6 squadre, 3 finali e una città: Torino pronta all'evento dell'anno

La Kings League sceglie il Museo Egizio per presentare le European Finals, in programma giovedì 22 maggio

Caputo Bertoni TRM Brocchi Zeta

KINGS LEAGUE LOTTOMATICA.SPORT TRM-ZETA • La foto simbolo: Marco Bertoni, allenatore in Promozione, affiancato da Francesco Caputo e Cristian Brocchi (Photo by Chris Ricco Photo)

184 giorni. 184 giorni dal momento che ha sancito l'inizio di tutto. 184 giorni da quella foto di gruppo da mettere nel proprio album dei ricordi per rivederla e ripensare al punto di partenza. Quello di una competizione che si presentava per la prima volta in Italia con l'obiettivo di cambiarla, e che 184 giorni dopo torna in quella stessa città per chiudere il cerchio, il primo probabilmente di una lunga serie. Sì, perché a Torino, 184 giorni dopo la sua presentazione, la Kings League Italia accende i riflettori sui suoi finalisti nella conferenza pre-finale, la prima della sua storia, e non solo. Giovedì 22 maggio sarà infatti TRM-Zeta, Marco Bertoni-Cristian Brocchi, Francesco Caputo-Marco Perrotti, ma l'Italia diventerà il centro dell'Europa ospitando all'Inalpi Arena anche le finali di Kings League Francia e Spagna. Un giorno storico, presentato nella cornice del Museo Egizio, lo stesso scelto per lanciare la finalissima tricolore ormai un mese fa.

TORINO, IL MUSEO DELL'INNOVAZIONE

Questa volta, però, l'introduzione dell'evento è tutta nelle parole di Evelina Christillin, presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie: «Qui siamo in un museo con artefatti vecchi di 6000 anni, la Kings invece è una manifestazione con molto appeal per i giovani e con un grande futuro. Vi ringrazio per questo gemellaggio archeologia-futuro e per far vibrare anche un luogo simbolico come l'Inalpi Arena». La seconda casa del torneo dopo la finale del Mondiale tenutasi allo Juventus Stadium, a testimoniare la capacità della Regione Piemonte di aprirsi alle nuove generazioni e di ospitare eventi di spessore internazionale. «Le Olimpiadi sono uno di quegli eventi che hanno portato Torino alla ribalta mondiale, la Kings ne è un altro esempio, come il Giro d'Italia o la Vuelta, che dimostrano come possiamo ospitare grandi manifestazioni. - sottolinea Marco Gallo, Assessore della Regione Piemonte - La sensazione è che gli eventi stiano cercando di tornare a Torino, quindi ci fa piacere avere qui atleti e staff di questa importante manifestazione rivolta ai giovani, un aspetto fondamentale per la nostra città».

Un tasto che preme anche Domenico Carretta, Assessore ai Grandi Eventi del Comune di Torino: «La Kings parla alle nuove generazioni, e noi dobbiamo cercare nuove chiavi di lettura per un mondo nuovo, a cui affacciarsi senza pregiudizi. Dietro questa manifestazione ci sono la capacità e la professionalità della città di ospitare eventi che escono dal luogo e diventano eventi della città stessa. L'abbiamo fatto allo stadio della Juve, ora lo stiamo facendo in un posto iconico come il Museo Egizio. Torino ha la sua tradizione, ma è predisposta all'innovazione. La finale sarà un giorno importante, e magari ce ne saranno altri più avanti. Torino, il Museo e la Regione sono qui pronti a ospitarvi».

E a lasciare la porta aperta al futuro è anche Claudio Marchisio, bandiera della Juve e Head of Competition della Kings League Italia, che chiosa: «Speriamo la finale non sia una chiusura, ma che ci possano essere altre occasioni. Intanto ringrazio Evelina, la Regione Piemonte e il Comune di Torino per averci accolto in questo luogo pieno di storia. Si inizierà con la finale della Kings Francia, poi Italia e Spagna, e sarà una giornata piena di emozioni. I TRM sin dall'inizio sono stata una delle favorite, però bisognava dimostrarlo e l'hanno fatto, mentre gli Zeta hanno creato un gran spirito di squadra giorno dopo giorno, al di là delle qualità indiscusse, arrivando qui con grandi meriti. Alle due finaliste dico che all'Inalpi abbiamo sentito forti vibrazioni durante l'ATP, le sentirete anche voi: regalateci un grande spettacolo».

CAPUTO-BERTONI, QUI TRM

Un'Arena speciale, anche per chi ha avuto l'occasione di giocare nei più grandi stadi di Serie A, come sottolinea «Ciccio» Caputo, capitano e bomber dei TRM del presidente Francesco Marzano: «Non vediamo l'ora di essere all'Inalpi, è sempre bello giocare con tanto pubblico. Per me inizialmente è stato difficile giocare in un campo più piccolo, con determinate regole e situazioni e con giovani che spingono e corrono di più. Partita dopo partita, però, mi sono inserito alla grande e siamo arrivati a questa finale». Raggiunta al termine di una stagione iniziata da giocatore dell'Empoli e presto interrotta prendendo la decisione di lasciare il mondo del calcio a 11: «Ho fatto la prima di campionato e la Coppa Italia, poi per altre scelte le strade si sono separate. Rohn (direttore sportivo dei TRM) mi ha contattato subito, io volevo continuare, però poi ho fatto una scelta e gli ho detto di sì».

Rifiutando, tra l'altro, un'altra offerta, proprio da uno dei presidenti degli Zeta: «Luca Toni mi ha contattato per andare da loro, ma avevo già dato la parola a Marza e Rohn, così ho sposato questa idea e questo progetto. Futuro? Siamo concentrati sulla finale e sul Mondiale a Parigi, poi ci confronteremo. Io comunque mi sono trovato benissimo, sono contentissimo di questo percorso, la Kings mi ha dato tantissimo, quindi vedremo». Un'avventura vissuta sotto la guida di Marco Bertoni, allenatore reduce da una buona stagione con la Concorezzese in Promozione, campionato in cui dovrebbe rimanere prendendo la panchina del Cantù Sanpaolo.

Realtà dilettantistiche dunque, un altro pianeta rispetto a ritrovarsi in finale contro un bi-campione d'Europa da giocatore, allenatore di Monza e Milan e con un ex bomber di Serie A in squadra: «Se mi guardo a destra o a sinistra non serve neanche spiegarle le emozioni che sto provando. La Kings è un mezzo miracolo perché risveglia i sogni e fa provare emozioni intense. Per me questo è uno di quei sogni di quando ero piccolo e avevo questa passione da quando avevo 5 anni». E anche una sfida, perché la differenza tra calcio a 11 e a 7, sotto alcuni punti di vista, sembra palese: «Alcune cose in parte sono replicabili perché alla fine parliamo di situazioni individuali, però è diverso l'approccio più emotivo alla competizione. Sono 40 minuti di adrenalina, si cerca di spiegare ai ragazzi come gestire l'emotività per rendere al meglio».

Tra questi, chi non ci sarà il finale è Alessio Marcone, gravemente infortunatosi a campionato in corso e sostituito dall'allora capocannoniere Alessandro Colombo: «È stato un momento delicato, però abbiamo avuto la fortuna che il gruppo si è cementato subito. L'infortunio di Marcone ha solidificato la squadra, e questo ha favorito l'inserimento di Colombo perché quando è arrivato ha trovato una famiglia fantastica».

BROCCHI-PERROTTI, QUI ZETA

La stessa allenata da Cristian Brocchi, tecnico degli Zeta: «Ho trovato un gruppo incredibile, che mi ha fatto emozionare man mano. Perrotti? Per me è croce e delizia: delizia perché con le sue giocate ha dato lustro alla competizione, croce perché mi chiedo come faccia a giocare in Serie D visto che in Italia si dice sempre che non abbiamo talenti». E in fondo uno degli aspetti principali della Kings è proprio quello di offrire una vetrina in più a giocatori impegnati nei campionati dilettantistici: «Mi viene da ringraziare la Kings perché dà una seconda opportunità a tanti di questi ragazzi che magari non hanno avuto fortuna o hanno fatto altre scelte, e che adesso stanno vivendo un sogno. Li ho visti emozionarsi e piangere per aver raggiunto un Mondiale o una finale, e io con loro»

Complimenti ricevuti e apprezzati da Matteo Perrotti, stella degli Zeta, che sul rapporto con il tecnico aggiunge: «Ci ha trattato come se fossimo giocatori di Serie A, e per chi gioca nei dilettanti è un moto d'orgoglio enorme. Sono molto contento di aver fatto questo percorso». Affrontato senza dimenticare la propria prima squadra, ovvero il Villa Valle in Serie D: «Gestire i due impegni è stato complicato a livello fisico, però il mister a volte mi ha preservato quei 2/3 minuti per recuperare durante la partita, anche in momenti importanti, perché la mia priorità è il calcio a 11. Con il Villa Valle la domenica ho dato la vita, ma sapendo che il lunedì avevo sposato un progetto a cui tenevo tantissimo. Sono arrivato terzo in Serie D e secondo in Kings, ho rispettato le aspettative che mi ero posto e sono molto contento»

Finiti i playoff di D, ora il focus di Perrotti è sulla Kings, a partire da una finale in cui poter prendersi la rivincita della sconfitta patita in campionato per una rete di Caputo a tempo scaduto: «Quel gol di Ciccio ci è rimasto impresso nella testa. Chi lo sa, magari il destino ci permetterà di rifargli lo scherzo al contrario». A chiudere la conferenza, invece, ci pensa di nuovo Cristian Brocchi, che, in risposta alla domanda del presidente Evelina Christillin sul rapporto tra i giovani e la soglia di attenzione nel seguire il calcio tradizionale, conclude: «Hanno una velocità diversa rispetto a quando eravamo noi giovani. Non possiamo dire basta con questi social, dobbiamo trovare una chiave per far sì che queste situazioni si possano evolvere in maniera migliore, sapendo però che loro vanno veloci. In questo momento mio figlio di 15 anni vede uno 0-0 in Serie A e va via dopo mezzora, mentre la Kings questa cosa non te la dà ed è normale ne siano attratti. Dovremmo incominciare a lavorare sulle strutture per dare ai ragazzi la possibilità di divertirsi allo stadio. Sono due mondi che possono coesistere, a qualcuno piace una disciplina o l'altra, però dobbiamo assolutamente far tornare i ragazzi amanti del calcio come lo eravamo io e Claudio alla loro età»

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