Kings World Cup Clubs
01 Giugno 2025
KINGS WORLD CUP CLUB ZETA • Matteo Perrotti (Foto Kings League))
Inappellabile, indiscutibile, incroyable. Dicasi anche «sorprendente» in italiano, però forse un po' di francese bisogna iniziare a impararlo. Sì, perché c'è qualcuno che un paio di giorni fa ha fatto le valigie verso Parigi per raggiungere un sogno impensabile, e che da lì non se ne vuole proprio andare. Lo dicono la firma di Manzoni e i manici di Chiricò e Perrotti, loro che guidano gli Zeta alla conquista dell'Olimpo e li portano al trionfo nell'esordio in un Mondiale per Club.
Gli ultimi in ordine alfabetico, i primi a scendere in campo in un giorno storico: l'inizio del secondo Mondiale per Club targato Kings League. La competizione che sta cambiando tutto nel mondo dell'intrattenimento sportivo (clicca qui per saperne di più), quella con cui gli Zeta hanno un conto in sospeso. Reduci dalla finale persa in maniera pesante con i TRM, i rossoneri si presentano a Parigi per un suggestivo esordio con gli Olimpo del «Chicharito» Hernández, presidente della squadra messicana vincitrice del penultimo split delle Americhe. Solo uno dei nomi di prestigio coinvolti nella competizione creata da Gerard Piqué, come Luca Toni e Cristian Brocchi, presidente e allenatore degli Zeta di ZW Jackson, assoluti dominatori del primo tempo.
20 minuti iniziati con lo scavetto di poco alto del portiere Buono nell'uno contro uno iniziale (1'), il legno colpito da Di Mauro sul tap in del tiro di Chiricò parato (3'), il mancino centrale sempre di Di Mauro e il secondo palo in quattro minuti, colpito dal solito Chiricò dopo aver portato a spasso un avversario (4'). Occasioni intervallate dall'unico tentativo targato Olimpo, ovvero un destro centrale di Hernández (3'), prima del vantaggio Zeta, quando Chiricò allarga a sinistra e Bernardi disegna un cross dalla sinistra spedito in porta dalla spaccata di Manzoni sul secondo palo (6'). È un 1-0 meritato, è un 1-0 che non scuote i messicani, al tiro solo con un destro alto di Bueno, e anzi fa prendere ancor più fiducia ai rossoneri.
Loro che cercano il bis con un tiro di Kanis smorzato da un difensore (13') e un pallonetto di Di Mauro in anticipo sull'uscita del portiere, spazzato sulla linea da un difensore (18'). L'appuntamento con il 2-0, però, è solo rimandato di un minuto, quando si accende l'altro fenomeno rossonero: il «Genio» Perrotti. Lui che porta palla a destra, supera un avversario con una finta di suola, va sul mancino e apre il colpo del raddoppio (19'). Un gol pesante, ma non quanto quello successivo, firmato da Chiricò, che nel due contro due del dado fa ballare il difensore e piazza il mancino nell'angolino (21'). È 3-0 all'intervallo, senza discussioni.
Un risultato nettissimo, con gli Olimpo mai pericolosi, ma subito a segno al primo vero tentativo, quando Osuna copre benissimo un pallone centrale e lo gira in rete passando sotto le gambe del difensore (22'). Poco male, però, perché la reazione degli Zeta arriva ben presto, e arriva con un'azione stupenda. Quella che Perrotti attiva dalle retrovie, con Chiricò a proseguirla, Bernardi che chiude il triangolo con un tunnel e ancora Chiricò a sparare un mancino perfetto all'incrocio opposto (27').
Un lampo in una ripresa combattuta, senza però grandi sconvolgimenti vista l'assenza dei due presidenti in arena, che non possono così calciare il rispettivo rigore presidenziale, e la carta speciale attivata dai messicani (gol doppio) che non trova mai applicazione. Sì, perché gli Zeta non concedono nulla, se non una disattenzione nel finale, quando su un cross dalla sinistra Hernández da due passi fa 4-2 (37'). Poco male, perché i ragazzi di Brocchi hanno ancora l'arma segreta, ovvero la propria carta speciale: un calcio di rigore. Quello di cui si incarica il simbolo Perrotti, che incrocia un mancino perfetto all'angolino e mette fine a una partita a senso unico (38').
A una direzione, quella che si chiama Winner Bracket, dove gli Zeta potrebbero incontrare un'altra italiana, ovvero i Gear 7, chiamati a sfidare i francesi dello Unit3d. Un avversario dunque ancora da scoprire, ma con una certezza: i rossoneri sono a Parigi per restarci a lungo.