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Serie D

Le seconde squadre in Serie D: un nuovo capitolo per il calcio italiano?

La retrocessione di Milan Futuro apre alla rivoluzione: le seconde squadre dei club professionistici sbarcano tra i dilettanti

Abete-Oddo

Giancarlo Abete, numero uno della Lega Nazionale Dilettanti, e Massimo Oddio, allenatore di Milan Futuro

Cosa succederebbe se le seconde squadre dei club professionistici iniziassero a calcare i campi della Serie D? È questa la domanda che aleggia nell'aria dopo la recente retrocessione di Milan Futuro e dopo le dichiarazioni di Giancarlo Abete, presidente della Lega Nazionale Dilettanti (LND). Un'idea che potrebbe trasformare il panorama calcistico italiano, aprendo nuovi scenari e opportunità per il calcio nostrano.

UN'APERTURA VERSO IL FUTURO
In un'intervista a "Cronache di Spogliatoio", Abete ha espresso la sua disponibilità ad accogliere le seconde squadre in Serie D: «Siamo aperti all'idea di avere le seconde squadre anche in Serie D», ha dichiarato il presidente, lanciando un sasso nello stagno delle discussioni calcistiche. Ma cosa significa realmente questa apertura? In Spagna, le seconde squadre possono retrocedere dalla Serie C, creando una continuità sportiva tra promozioni e retrocessioni che Abete vorrebbe replicare in Italia. L'obiettivo è chiaro: armonizzare i regolamenti per garantire un equilibrio competitivo e tutelare tutte le società coinvolte.



SERIE D: UN LIVELLO SEMPRE PIÙ ELEVATO
Il presidente della LND ha sottolineato come il livello della Serie D si sia alzato notevolmente negli ultimi anni. «È fondamentale che ci sia un flusso continuo tra i dilettanti e i professionisti, per evitare che le squadre restino 'impantanate' in una categoria», ha affermato Abete. La scalata al professionismo è diventata una sfida ardua, e l'introduzione delle seconde squadre potrebbe rappresentare un ponte tra il calcio dilettantistico e quello professionistico, offrendo ai giovani talenti una vetrina importante per mettersi in mostra.

UN SISTEMA PIRAMIDALE SOLIDO E FUNZIONALE
Abete ha ribadito l'importanza di un dialogo costante con la Lega Pro per creare un sistema piramidale solido e funzionale. L'idea è quella di costruire una struttura in cui ogni categoria mantenga la sua identità e le sue peculiarità, senza compromettere l'equilibrio competitivo. Un progetto che richiede una cooperazione tra le varie leghe e una visione comune per il futuro del calcio italiano.



LE PROSSIME MOSSE
Alla luce di queste dichiarazioni, il futuro della Serie D si prospetta interessante. Quali saranno le prossime mosse della LND? L'introduzione delle seconde squadre potrebbe portare a una rivoluzione nel modo in cui il calcio dilettantistico viene percepito e gestito in Italia. Un cambiamento che potrebbe aprire nuove strade per i giovani calciatori e rendere il campionato di Serie D ancora più competitivo e affascinante.

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