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Kings League Italia

Nel pianeta delle favole! Allena nei dilettanti, diventa Campione d'Italia e sogna la cima del mondo

Dalla Promozione alla vetta del paese insieme a un suo ex giocatore: Marco Bertoni è storia della Kings League

Bertoni TRM

KINGS LEAGUE LOTTOMATICA.SPORT TRM • Marco Bertoni

Quando si parla di sogni l'istantanea è sempre quella del bambino che fantastica guardando il cielo, come se qualcuno avesse deciso che, da un determinato momento in poi, osservare il mondo con altri occhi sia impossibile, che arrivati a una certa età, chissà quale, non si possa più vivere nell'immaginazione, ma sia necessario restare nei limiti della realtà tangibile. Quando si parla di calcio, poi, il focus è spesso sulle ambizioni dei giocatori, quasi dimenticandosi di chi li forma, li mette in campo e li aiuta a raggiungerle, come se il suo ruolo fosse solo quello e non si trattasse di qualcuno con un cassetto pieno di pensieri. E sogni, perché sì, non c'è un limite per sbirciare tra le nuvole. È l'insegnamento di Marco Bertoni, lui che da allenatore tra giovanili e prime squadre dilettantistiche viene catapultato in un altro mondo, diventa Re d'Italia davanti a 11mila persone e vola a un Mondiale per Club.

DAI DILETTANTI AL TETTO D'ITALIA 

Probabilmente ancora difficile da comprendere dopo un paio di settimane da quel 22 maggio 2025, che non potrà mai più essere un giorno qualsiasi per Bertoni. È infatti la data in cui l'ex allenatore della Concorezzese, ora al Cantù Sanpaolo, diventa il primo vincitore della Kings League Italia. Un altro mondo, si diceva, ed effettivamente è così, perché si tratta della rivoluzionaria competizione di calcio a 7 inventata da Gerard Piqué (clicca qui per saperne di più) e non di calcio tradizionale, ma poco cambia, anzi, forse cambia tutto

Sì, perché dopo più di 15 anni vissuti sulle panchine di provincia, il tecnico entra nella storia davanti a 11mila persone sul palcoscenico dell'Inalpi Arena di Torino. Qualcosa di impensabile per chi ha fatto tutta la gavetta dai Giovanissimi del Cabiate, prendendo poi la Juniores e portando la prima squadra dalla Prima Categoria alla Promozione, fino all'Eccellenza con la Vis Nova, passando per Muggiò e Castello Cantù. Due esperienze fatte in quella Promo vissuta nell'ultimo anno al timone della Concorezzese, guidata alla salvezza diretta senza patemi nonostante le voci estive di un campionato tosto per i brianzoli, senza contare i motori riaccesi ad attaccanti come Simone Merlini e Pierluigi Lo Re (8 e 12 gol, mai così bene nel mondo dei grandi) e l'aver puntando su un classe 2006 quale Alex Di Noi come difficilmente qualcun altro avrebbe fatto.

Un'ottima stagione, da novembre in poi affiancata da una favola scritta pagina dopo pagina. Quella chiamata Kings League Lottomatica.sport, dove Bertoni approda in veste di allenatore dei TRM grazie alla chiamata del direttore sportivo Matteo Colombo (aka Just Rohn), suo giocatore proprio ai tempi del Cabiate e da lì in poi diventato una delle colonne portanti del web in Italia. Mondi diversi, ma si sa, nella terra dei sogni tutto può succedere. Anche che il tecnico si ritrovi ad allenare un certo «Ciccio» Caputo, che vinca il campionato, si qualifichi al Mondiale per Club e acceda alle semifinali per il primo storico titolo di Re d'Italia

Lì, dove il bellissimo derby con i Gear 7 viene vinto agli shootout, spedendo i TRM alla finalissima. L'ennesima sfida fuori dal normale, perché il collega da affrontare è tal Cristian Brocchi, vincitore di due Champions League con il Milan, allenatore arrivato a un passo dalla Serie A e ora tecnico degli Zeta del co-presidente Luca Toni. Nel mondo delle favole, però, di nuovo, tutto può succedere: Bertoni e i suoi ragazzi vincono 10-2 e diventano i primi campioni nella storia della Kings League Italia.

STRAPPALACRIME

«È difficile da descrivere in questo momento, perché dopo le vittorie hai quella fase in cui fai fatica a realizzare, ma in questo caso è proprio il tutto. - commenta Bertoni dopo la finale vinta, facendo riferimento alla realtà che lo circonda - La Kings League in un certo senso ha il potere di realizzare i sogni di chi non è riuscito ad arrivare sui grandi palcoscenici. Anche i miei, perché poi alla fine, anche se sono più grande dei giocatori, chi si aspettava una roba del genere? Giocare davanti a 11mila persone e vincere una partita così è proprio bello, è un sogno che si realizza».

Forse uno di quelli che nemmeno il bambino insito nel cuore poteva immaginare, ma che dal nulla diventa realtà. Merito di un percorso netto in campionato, vissuto sempre sul podio battagliando per il primo posto e superando anche un momento difficile come l'infortunio di uno dei simboli della squadra, ovvero Alessio Marcone. Un colpo non semplice, assorbito prendendo un giocatore folle come Alessandro Colombo, fin lì capocannoniere del torneo. L'unico cambio, però, adoperato da Bertoni e dalla dirigenza, a differenza della maggior parte delle squadre: «Era la nostra idea. Quando ci siamo trovati a novembre con Matteo ci siamo detti di creare un gruppo con 11 ragazzi e 3 wildcard che avrebbero dovuto essere quelle dall'inizio alla fine. Se vuoi creare una squadra unita devi essere sempre gli stessi, poi sfortunatamente Ale si è fatto male, ma Colo è entrato bene, e questo perché quando il gruppo è così formato è anche più semplice entrarci».

Una coesione simboleggiata proprio dalla presenza di Marcone alla finalissima («È tutto ingessato e con i punti ancora, però è venuto con noi a Torino»), dominata in un'atmosfera inimmaginabile ripensando al percorso nel dilettantismo. Quello, tuttavia, che senza saperlo rappresenta il prologo della favola. Sì, perché l'inizio di tutto avviene nel passato, quando Bertoni allena un altro Colombo in quel di Cabiate, prima che le strade si separino e si intreccino anni e anni più tardi. «In questi mesi ci ho pensato più volte, mi sono detto: chissà mai che magari faccio le interviste dopo aver vinto la Kings League e mi chiedono di Matteo, perché per me è Matteo, non è Rohn. - rivela l'allenatore dei TRM, quasi come ad aver vissuto un sogno premonitore - Io a lui posso dire grazie e basta, ma per tutta la vita perché un'esperienza così quando la rivivi?»

La logica avrebbe detto mai ancor prima del suo inizio, il cuore no, e ora continua a battere fortissimo perché i sogni non sono finiti. Messa la bandiera sul tetto d'Italia, Bertoni e i TRM hanno un Mondiale da giocare a Parigi, la città dell'amore, ma, si spera, anche quella delle favole

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