Kings World Cup Clubs
09 Giugno 2025
KINGS WORLD CUP CLUBS GEAR 7 • Manuuxo e Alessandro Gelsi (Foto Kings League)
Una follia vera e propria. Un'impresa indimenticabile. Un momento che una parte d'Italia non potrà mai dimenticare. È Davide che batte Golia, è un ribaltone a un minuto dalla fine, è il crollo dei Giganti. Quelli della Spagna, di chi ha inventato questo sport, di chi saluta il Mondiale inginocchiandosi davanti a chi sa sempre tirare fuori il meglio di sé quando nessuno se lo aspetta. È il DNA azzurro, quello che sembra rimasto nell'ambra se si parla di Mondiali, ma che qualcuno ha riattivato in una di quelle storie da anime completamente matti. Sono i gol di Chironi, il rigore del presidente Manuuxo e, soprattutto, la doppietta di Folla, lui che da calciatore di provincia veste i panni dell'eroe, ribalta la partita con i colossi dei Jijantes a 60 secondi dallo scadere e fa salpare i Gear 7 agli ottavi di una Coppa del Mondo per Club. Lì, dove è tutto pronto per una partita storica: il derby con gli Zeta per prendersi un posto ai quarti di finale.
La testa enorme che supera le mura, il calcione che le distrugge e il mondo dei manga che cambia per sempre. L'inizio di un'opera rivoluzionaria, quell'«Attacco dei Giganti» che prende vita su un campo di calcio, dove i Gear 7 di Manuuxo sfidano i Jijantes spagnoli per qualificarsi agli ottavi di finale del Mondiale per Club targato Kings League. Una partita tostissima, messa in salita dalla doppietta di Ortega nei primi due minuti, intervallati dalla risposta del portiere Chironi nell'uno contro uno iniziale (una delle regole della competizione).
In salita, sì, ma la muraglia è tutt'altro che impossibile da scalare. Lo dicono la parata di Vidal sul secondo tentativo di Chironi (3'), il tiro di Gelsi sul primo palo (4'), lo stesso negato in area piccola dopo il gran dribbling con un primo controllo d'esterno su tunnel di Rossi (9') e il colpo di testa di Cosenza sull'esterno della rete proprio su cross di Gelsi (11'). Occasioni, ma non solo, perché l'impressione positiva è soprattutto a livello di gioco, in controllo della squadra di Pol Font, e carattere, con tanti ripiegamenti utili nelle retrovie e un ottimo pressing se necessario.
Meglio i «Pirati», dunque, che a uno squadrone come i Jijantes concedono solo un cross da sinistra che attraversa l'area piccola (4') e un tiro da fuori di Domingo centrale (10'), mentre davanti cercano di accendere anche la luce della stella Rossi, protagonista di una ripartenza a sinistra chiusa calciando alto di controbalzo (12'). Il 2-1 resiste così fino al lancio del dado, che sancisce due minuti da giocare in tre contro tre. Quelli in cui il pareggio arriva finalmente grazie a Folla, esterno dell'Accademia BMV bravissimo a saltare il portiere e ad appoggiare in rete (20'). Il secondo tentativo dopo uno parato da Vidal (19'), che si erge anche sui tiri centrali di De La Cruz e ancora Folla (21'), mentre sponda italiana sono i legni a fare la differenza, con Martínez che colpisce il palo (19') e López la traversa (22').
Un pizzico di fortuna che premia il gran primo tempo dei ragazzi di Manuuxo, capaci di tenere testa ai favoriti spagnoli e di spaventarli anche a inizio ripresa, quando Cosenza calcia a lato sullo scambio con Folla (22') e Rossi non trova lo specchio a giro di destro in ripartenza (23'). I Jijantes, però, hanno un'arma in più: i chilometri d'altezza di Jay Martínez, lui che di testa su calcio d'angolo fa 3-2 al secondo tentativo avversario (26').
Il primo, un mancino di Plaza facile per Chironi (25'), sancisce però la crescita degli spagnoli, che avanzano con un altro sinistro di Plaza centrale (28'), un destro di Martínez a lato (30'), un mancino di López sull'esterno della rete (31'), chiudendo gli spazi a dei Gear 7 che cercano lo specchio solo da lontano con Ciceri (30') e Gelsi (35'), entrambi alti. A far la differenza, dunque, sono gli episodi, con Chironi che viene ammonito al 37' e lascia i suoi in inferiorità numerica per due minuti, uno dei quali da pagare dopo il 38', quando il peso dei gol cambia del tutto. Sì, perché gli ultimi 120 secondi sono da fare con la regola del golden gol in caso di risultato pari, altrimenti con quella del gol doppio.
Una differenza che si stabilisce proprio allo scoccare del 38', quando le due squadre si giocano il proprio rigore presidenziale. Quello che Manuuxo decide coraggiosamente di calciare, eseguendolo in maniera perfetta dinanzi a un portierone del calibro di Vidal, mentre il presidente degli spagnoli non scende in campo e trasforma il penalty in uno shootout affidato a López, che salta il portiere e ribadisce il +1 dei giganti. Gli ultimi due minuti si giocano così sul 4-3 per la Spagna, con i Gear 7 senza un giocatore per 60 secondi e la regola del gol doppio. Sinonimo che basterebbe un colpo ben piazzato per ribaltare tutto, quello che Cosenza cerca con una sassata dalla distanza di poco sopra la traversa (40'), quello che non sembra arrivare mai, fino al primo minuto di recupero.
Lì, in quell'istante in cui la trama della partita viene stravolta in pieno stile «Attacco dei Giganti». Lì, in quella verticale di Ciceri a trovare Folla in area di rigore. Lì, in quel duello di fisico vinto dal numero 11, in quella giocata per superare il secondo avversario, in quel tiro parato dal portiere, rimpallato proprio su Folla e deviato in rete da Martínez. Lì, in quel momento che cambia veramente tutto: i Gear 7 passano in vantaggio per la prima volta, difendono il 5-4 nell'ultimo minuto di recupero e abbattono i Jijantes. È il pronostico che si ribalta, la storia che prende un altro corso, Monkey D. Rufy che batte Eren Jaeger. È l'impresa dei «Pirati», che salpano verso gli ottavi di finale per vivere un'altra giornata leggendaria per l'Italia. Sì, perché sarà derby con gli Zeta.