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16 Giugno 2025
ROZZANO • Ivan D'Agati
Tutto comincia con un «Don't joke with me», perché in quel di Rozzano la parola ha un valore. E quindi sì, tutto comincia come un gioco - il calcio questo è, un gioco -, ma poi si evolve, si trasforma. Dopo quella prima battuta arriva il più classico dei «Don't joke with me! Non scherzare con me, eh!» e, infine, la realtà trova il suo naturale sbocco e si riversa prepotentemente nel mare dell'ignoto. Con i biancoverdi ha vinto due campionati e un titolo regionale. Ora, Ivan D'Agati lascia Rozzano e vola oltreoceano, pronto per diventare un «Aussie Freak». Lo aspetta l'Australia, lo aspetta la National Second Division.
Nel 2025 l'APIA Leichhardt viene invitato a partecipare alla settantacinquesima edizione del Torneo di Viareggio e, fra le prime sgambate del club australiano sul territorio italiano, c'è un'inaspettata quanto elettrizzante amichevole con una juniores inedita del Rozzano. A raccontare quella giornata è Ivan D'Agati: «Noi siamo stati praticamente la loro prima amichevole. Hanno affrontato il Sassuolo e una formazione con alcuni talenti nigeriani, ma prima sono venuti qui a Rozzano: pazzesco. Loro erano una selezione un po' mista, e anche noi avevamo una formazione relativamente inedita, con tanti ragazzi del 2007».
Poi, ecco la miccia. «A uno dei loro manager piaceva come giocavo e comincia a scherzare insistentemente sul fatto che mi avrebbe portato da loro in Australia. Allora io, in inglese, gli rispondo “Don’t joke with me” perché è vero, con me non c’è nulla da scherzare». Nessuno dei due sta scherzando. Ivan si muove per le pratiche per il trasferimento in Australia e dopo 3 mesi all’incirca si prepara per una nuova avventura della sua vita. Si chiude - forse solo momentaneamente - un primo capitolo del diez biancoverde, che lascia Rozzano dopo due campionati vinti (Under 18 nel 23/24 e Under 19 nel 24/25), un titolo regionale (Under 18 nel 23/24) e 30 minuti di fuoco nell'eroica salvezza della prima squadra.
A questo punto occorre una piccola digressione per spiegare la realtà dell'APIA Leichhardt. L'APIA Leichhardt è una società calcistica semiprofessionistica con sede nel sobborgo di Leichhardt a Sidney, in Australia. Chiamata più comunemente APIA (Associazioni Polisportiva Italo Australiana), venne fondata nel 1954, vinse nel 1987 il campionato australiano ed è l'unica squadra ancora in attività ad aver vinto l'Austrlian Cup disputatasi nei primi anni '60. Da ottobre del 2025 il club prenderà parte alla neonata National Second Division, il parallelo australiano della nostrana Serie B, una competizione nata quest'anno con l'esigenza di mettere in luce il talento locale e aumentare il livello del calcio nel paese oceanico.
Un campionato quindi completamente nuovo, che di conseguenza rispetta le regole di ogni iniziativa sperimentale. Per quest’anno, infatti, non saranno proviste retrocessioni o promozioni, proprio perché si tratta della prima edizione in assoluto del formato. Al torneo parteciperanno 16 squadre, che verranno divise in 4 gruppi da 4 squadre ciascuno, per un totale di 6 partite (andata e ritorno) in questa prima fase a gironi. A questa, seguiranno poi i quarti, le semifinale e la finale, tutte gare secche. Fra le squadre partecipanti, oltre all'APIA, vale la pena segnalare la presenza dei Preston Lions FC, dove spicca la presenza di una vecchia conoscenza del calcio italiano: Achfraf Lazaar, ex Palermo e Varesina.
«Partiamo dal presupposto che io con l’inglese me la cavo, ma qui hanno un accento talmente particolare che si fatica a comprenderli». Questa la premessa di D’Agati sul suo approdo il 7 giugno in terra oceanica. «Mi sto trovando bene. C’è una famiglia che mi ospita e l’ambiente è stupendo. Faccio foto a tutto. Ad oggi sento ancora tutti i miei amici e quando rientro a casa mi sento un po' nel mio piccolo mondo, quindi non mi pesano la distanza o altro. L’unica pecca forse è il cibo. Hanno abitudini alimentari abbastanza diverse e un po' sento la nostalgia di alcuni nostri piatti». Il problema del cibo, un must per ogni italiano in trasferta. Sì, ma il fùtbol?
«Per il momento mi sono allenato con la loro Under 23 e da questa settimana comincio il lavoro con la prima squadra. Qui ci sono molti sport, ma sono rimasto sorpreso dall’enorme numero di persone che giocano a calcio. Chiunque gioca. Si organizzano partitelle, tornei e simili veramente spessissimo. È molto popolare come sport». Sì, c’è tanto fervore attorno al pallone, ma in fatto di qualità e di caratteristiche del gioco? «Molti giocatori sono qualitativamente bravi e forti, ma la differenza sostanziale è una: qui puntano tutto sul pressing. È asfissiante. Corrono tutti dal primo all’ultimo minuto e sei quasi costretto a giocare di prima. Non hai troppo tempo per ragionare e secondo me si perde un po' la magia di alcune giocate pensate, o magari più articolate. Problemi loro - commenta Ivan sorridendo - io continuerò a giocare con più tocchi e a far sudare il pallone».