Pagelloni e Top 11
24 Giugno 2025
Stagione archiviata, calciomercato nel vivo e pensieri già indirizzati al prossimo campionato. Prima di chiudere definitivamente, però, la Prima Categoria piemontese fa i bilanci sull'annata vissuta a 360 gradi sui sette gironi, emozionante anche in Coppa. La redazione di Sprint e Sport ha per questo redatto i pagelloni e le Top 11 di fine stagione: ecco il riassunto dell'ultimo Girone G.
Malgrado le tante rivali, il Sale è riuscito a rimanere in vetta spesso e volentieri nell'arco della stagione. Prima il duello con il Felizzano nel giro d'andata, che aveva però lasciato qualche remora alla società tanto da sollevare dalla panchina Renzo Semino; poi la volata finale nel girone di ritorno senza una vera e propria avversaria diretta, con il timore Frugarolese tenuto adeguatamente a bada dalla banda di Mattia Greco. Una rosa forte, uno spauracchio offensivo in grado di produrre una media di due gol a partita che non ha mai realmente tentennato nella corsa al titolo.
Partita da inizio agosto con i presupposti di vincere e convincere, la Frugarolese ha concluso il campionato al secondo posto per colpa di un avvio di stagione da dimenticare. 14 punti nelle prime 9 giornate hanno rappresentato un ruolino davvero deludente per una corazzata, ma soprattutto un gap incolmabile sul lungo periodo anche a fronte di un girone di ritorno da ben 34 punti, tanto che alla resa dei conti la capolista è rimasta sopra di soli 5 punti. I Playoff sono stati tuttavia la dimostrazione di un cammino troppo fragile, conclusi amaramente con due sconfitte e la mancata promozione.
Una delle storie più belle dell'ultimo campionato, una neopromossa che senza proclami (e grandi investimenti) ha saputo dire la sua con maturità fino alla fine del campionato e che si è fermata solo alla finale di un clamoroso Playoff. La Viguzzolese è stata la vera mina vagante della stagione, una formazione che sin dagli albori ha fatto capire di non avere problemi a salvarsi e che nel girone di ritorno ha saputo giocarsi bene tutte le carte di chi non ha nulla da perdere, andando ad infastidire anche la capolista Sale fino a poche giornata dalla fine. I 54 punti conquistati a fine anno valgono il premio di migliore matricola in tutti e sette i gironi, una bella favola del calcio alessandrino.
Missione compiuta per la Capriatese, che dopo aver sfumare l'obiettivo un anno fa questa volta è riuscita a centrare i Playoff. La giovane squadra di Alessandro Merlino era stata sì rinforzata, ma raggiungere le prime cinque posizioni non era del tutto scontato in un campionato così ostico. La prima parte di stagione densa di pareggi aveva fatto presagire ad un campionato di metà classifica, ma poi nel girone di ritorno è arrivato un filotto quasi imbattibile: una sola sconfitta, 9 vittorie e soprattutto un percorso immacolato contro le dirette concorrenti, utile per raggiungere il quarto posto. Il cammino si è dovuto fermare in trasferta in semifinale, con tanto di recriminazioni arbitrali per l'eliminazione, ma ciò non ha scalfito quanto di buono fatto vedere.
Quella appena conclusa resta una stagione certamente da ricordare in casa Monferrato. Nonostante la mancata qualificazione ai Playoff per una manciata di punti, i gialloblù di San Salvatore sono riusciti a sdoppiarsi con costanza tra campionato e Coppa: da un lato un percorso ricco di insidie che addirittura aveva fatto presagire ad una possibile lotta Scudetto, dall'altra il viaggio mirabolante fino alla finale persa solo ai rigori contro il Beppe Viola. Si è fatto dunque il massimo probabilmente, anche considerando la rosa tirata, in un'annata appassionante e sempre accompagnata dai calorosi tifosi.
Il Don Bosco era partito da un'ampia rivoluzione estiva e dunque riconfermarsi squadra di livello non era affatto scontato. Una rosa giovane che ha saputo esprimere sempre un'ottima idea di calcio, sia tecnico che atleticamente preparato, a cui però talvolta è mancata un po' di esperienza. Ma per capirlo basta analizzare i risultati: una squadra capace di vincere e perdere con chiunque, in grado di fare 4 gol ad Annone e di prenderne 3 in casa dalla Capriatese.
Paragonando a come si era concluso il girone d'andata pare strano dover dare una risicata sufficienza al Felizzano, squadra che per metà campionato aveva dato la sensazione di potersi giocare la Promozione diretta. E invece niente, a maggio la classifica recita un inspiegabile settimo posto: tutto rottosi probabilmente con la sconfitta in casa all'ultima di andata contro il Solero (all'epoca ultimo e senza vittorie), momento da cui è partita un'incredibile parabola discendente. 39 punti all'andata, 16 nel ritorno, bastano questi due dati per capire che qualcosa non sia tornato nelle gestione della seconda parte, rimanere fuori dai Playoff è un epilogo troppo deludente.
Partita con l'ambizione di provare a migliore il settimo posto della passata stagione e, chissà, provando a centrare i Playoff, l'Annonese ha finito addirittura dietro in classifica all'ottavo posto. Saltano all'occhio i 12 pareggi, secondi solo ai 15 del Monferrato che però ha finito più avanti: probabilmente questi stop hanno rallentato troppo il passo di una squadra abituata a far paura a tutti in casa, che invece si è un po' snaturata e ha trovato qualche difficoltà di troppo.
La valutazione della stagione dell'Atletico va perfettamente divisa tra il pre- e post-Robiglio. Dopo un inizio di campionato insufficiente che stava risucchiando i termali in piena zona retrocessione, l'arrivo in panchina del nuovo tecnico ha dato una nuova linfa e ha permesso di chiudere con un'agevole salvezza. D'altronde le individualità per portare a conclusione un discreto c'erano tutte, dai più vecchi ai più giovani, e il nono posto finale è un'ottima cartina tornasole della futuribilità di questa rosa.
Si può dire che alla stagione della Fortitudo sia mancato proprio un quid per compiere quello scattino in più per realizzare qualcosa in più. Il percorso conferma come la squadra di Occimiano sia sempre riuscita ad avere la meglio sulle squadre piazzatesi sotto in classifica, senza però mai riuscire a ottenere risultato contro le altre meglio classificatesi. Eppure il potenziale c'era, soprattutto in fase offensiva.
Una stagione all'insegna di una salvezza non così convincente quella dei valenzani, che per un certo periodo hanno anche rischiato di confluire pericolosamente in zona Playout. Le più belle soddisfazioni restano le vittorie in trasferta contro Sale e Frugarolese, mentre onorevole resta il gesto di abbandonare il campo per presunti insulti discriminatori arrivati ad un giocatore.
Reduce da uno straordinario terzo posto Playoff, il Costigliole si è visto ampiamente ridimensionato e ha anche vissuto l'incubo retrocessione per lunghi tratti. Dopo un girone d'andata da minimo sindacale, il girone di ritorno è stato un inferno: solo la vittoria all'ultima giornata (contro la Fulvius già salva) ha evitato i Playout e l'esonero di Baracco a due giornate dalla fine è stato l'emblema di una stagione mal gestita. Solo il bel percorso in Coppa evita l'insufficienza piena.
Con orgoglio e coraggio la Spinettese va "premiata" per averci provato fino alla fine, nonostante la retrocessione sia arrivata per mano di un doloroso Playout casalingo. Arrivata non propriamente attrezzata all'appuntamento con la categoria, la squadra di Rizzo ha avuto l'ardore di inseguire la salvezza con passione nel girone di ritorno ed è arrivata però scarica all'appuntamento spareggio. Le basi per risalire ci sono, la società è sempre rimasta cauta e serena e la fiducia totale insignita al tecnico fino alla fine ne è l'emblema.
Ancora una volta loro, la fenice che risorge dalle proprie ceneri, quando tutto sembrava finito. L'Aurora Canottieri Pizzerie l'ha fatto ancora, centrando la salvezza nel Playout in trasferta dopo una cavalcata presa di rincorsa. Con l'esperienza di chi conosce bene la categoria, l'orgoglio di un gruppo unito e qualche giovane vivace e intraprendente, l'Aurora resta ancora in prima categoria, quasi spacciata al giro di boa. E tanti grazie a Famara, attaccante 2006 che ha trascinato il tutto.
La media perfetta tra il 3 del girone d'andata e il 7 del girone di ritorno. Sì, perchè il Solero fino a dicembre non aveva ancora vinto una singola partita, non respirava a quota 4 punti ed era sicuro dell'ultimo posto. Dalla vittoria impronosticata contro il Felizzano la squadra ha trovato le forze per ripartire e i 15 punti del girone di ritorno, consolidati sotto la guida del nuovo tecnico Montin, hanno permesso di sfiorare i Playout fino all'ultima giornata. Tutto purtroppo troppo difficile e infatti è stata retrocessione diretta.
Troppo poco per ambire alla salvezza, e infatti sul lungo periodo sono emersi tutti i limiti di una squadra ripescata dalla Seconda per il rotto della cuffia e non adeguatamente ricostruita. Nonostante qualche sussulto (vedesi vittoria a Costigliole), il Casalnoceto non ha mai dato la sensazione di potersi salvare e, anzi, alla resa dei conti è arrivato pure ultimo.