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Eccellenza/Promozione

Choc di fine giugno: circa 60 club a rischio vertenza per mancati rimborsi, sarà un'estate rovente

L'Associazione Calciatori è pronta: «Aspettiamo lunedì 30 poi partiremo, con i contratti ora le società non hanno scuse»

ASSOCIAZIONE CALCIATORI - FABRIZIO ALANDI

ASSOCIAZIONE CALCIATORI - Fabrizio Alandi, referente del Piemonte e Valle D'Aosta dell'AIC

«Attualmente ci risultano un 50-60 società che non hanno ancora corrisposto tutti i rimborsi concordati con i giocatori. Aspettiamo il 30 giugno dopodichè siamo pronti a far partire le vertenze». Effetti della Riforma dello Sport, che è entrata in vigore nel 2023 e ha introdotto anche nel mondo del calcio dei Dilettanti nuove regole per il lavoro sportivo e per le collaborazioni. E ciò che riguarda le vertenze «minacciate» da Fabrizio Alandi, referente dell’Associazione Italiana Calciatori Piemonte-Valle d’Aosta sono i contratti di «lavoro sportivo» sottoscritti per lo più da club di Eccellenza e Promozione, che prevedono un corrispettivo in denaro ai giocatori dei vari organici.

Tutto alla luce del sole ormai dalla stagione 2023-2024. Una delle due modalità di accordi scritti che molti club hanno scoperto (non certo perchè i Comitati Regionali FIGC-LND li abbiano avvisati, Piemonte-VDA compreso) essere necessari per dover tesserare i loro giocatori è proprio quella del contratto di «lavoro sportivo». L’altra è il cosiddetto contratto «di volontariato», più frequente dalla Prima Categoria in giù. Ma se in questo caso un eventuale flusso di denaro viene demandato al rispetto o meno di una stretta di mano tra le parti, per il «lavoro sportivo» la situazione è ben diversa.

«Già, perchè le società non possono attaccarsi a nulla per non pagare i giocatori - sottolinea Alandi - stiamo monitorando certe situazioni e in generale c’è la brutta abitudine a rimanere con i pagamenti indietro di uno-due mesi. Ma fa specie che si arrivi alle soglie del 30 giugno senza aver corrisposto ai giocatori tutto quanto spetta loro, dal momento che la stagione sportiva di una squadra è ormai chiusa da settimane, se non da più di 2 mesi. Noi ci auguriamo di non dover fare nessuna vertenza, ma se fosse necessario siamo pronti a metterci in pista per tutelare i giocatori. Ci sono società che sono a posto e che hanno rispettato i tempi, per cui tanto di cappello, ma in generale la situazione non è bella. Anche perchè quando si va a tesserare un atleta a inizio stagione il contratto di lavoro sportivo deve essere caricato per forza a livello informatico, quindi nella loro programmazione i club sanno di doverlo rispettare per forza».

Ma cosa capita ad un club che subisce vertenza? Chiaramente se la società risulta inadempiente dovrà saldare tutte le cifre mancanti ai propri giocatori, dal momento che le iscrizioni ai campionati di competenza potrebbero essere a rischio, con la soluzione alternativa di punti di penalizzazione in classifica. «Noi come Associazione Italiana Calciatori ai primi di luglio prenderemo in mano la situazione e faremo partire le vertenze laddove occorre farlo - conclude Alandi - quello che mi fa specie personalmente è che nessuno obbliga le società a fare certe categorie, così come nessuno le obbliga a pagare i giocatori se non si hanno i fondi per farlo. Ma se si mette nero su bianco allora certi accordi vanno rispetttati secondo quelo che dice la legge».

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