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Serie C

Come nei sogni! A 21 anni saluta la squadra di una vita e vola nei professionisti

Giacomo Sali saluta la Varesina dopo 10 stagioni: «La società ha fatto sempre il possibile perché stessi bene»

Giacomo Sali

SERIE C ALBINOLEFFE • Giacomo Sali in azione ai tempi della Varesina

Un pallone come chiave per scoprire il mondo e noi stessi, definire il nostro futuro, capire chi siamo e chi saremo. Sempre all'insegna della velocità, del bruciare le tappe, dell'alzare l'asticella e infrangere ogni obiettivo prefissato. Perché Giacomo Sali è sempre arrivato prima degli altri, un predestinato sin da quando giocava in cortile assieme al papà, colui che gli ha infuso l'amore per la Juve e il calcio, avendo una buona carriera alle spalle. Da quando si destreggiava in giardino, al gol col Breno alla seconda apparizione in D dopo aver giocato una manciata di recuperi contro il Villa Vale, Sali ha continuato a inseguire il suo sogno, forgiato anche dai momenti difficili in cui ha pensato di rinunciare a tutto. Per questo la chiamata dell'AlbinoLeffe non è soltanto un approdo tra i professionisti, ma l'ennesima conferma del fatto che Giacomo sia tra coloro che ce l'ha fatta, aggiungendo ogni anno un passo per diventare grande.

UN'ANNATA PARTICOLARE


Una stagione di alti e bassi per la formazione di Venegono Superiore, che dopo una prima parte di stagione condotta all'insegna di una notevole costanza in termini di risultati e prestazioni, si trova poi a vivere un periodo altalenante tra i mesi di novembre e la fine di gennaio. La crisi successivamente accusata dall'Ospitaletto e dalle altre pretendenti, unita alla contemporanea rinascita della Varesina e da importanti vittorie conseguite negli scontri diretti (Desenzano e Ospitaletto su tutti) sembrava aver riacceso le speranze per il titolo, rese poi vane da qualche punto perso nelle ultime partite. Per Sali «il calo è stato soprattutto a causa degli infortuni, raramente il mister ha avuto tutta la squadra a disposizione. Poi noi ci abbiamo messo del nostro e in alcune partite dovevamo fare molto di più. Io comunque anche quest'anno ho avuto l'opportunità di giocare con delle persone, prima ancora che compagni, straordinarie, sono speciali». Ed è proprio nell'Ospitaletto, che si laureerà poi vincitrice del Campionato, che Sali ha intravisto un giocatore che lo ha impressionato per le sue qualità: «Dovevo marcare Baraye che fa il mio stesso ruolo. Ha una forza straordinaria, anche se lo contrasti non lo sposti di un millimetro. Ha giocato in Serie A e per me si tratta di un calciatore straordinario».

UN LEGAME INDISSOLUBILE


Anche ora che ha scelto di intraprendere una nuova avventura, Giacomo non ha mai dimenticato da dove viene e dove si è formato e chi lo ha in particolare aiutato a superare i momenti difficili: «La società è sempre stata presente e ha fatto sempre il possibile perché stessi bene. C'è stato un periodo verso i 15 anni in cui pensavo di smettere perché non riuscivo a trovare spazio, ma ho ricevuto rassicurazioni e aiuto e questo mi ha spinto ad allenarmi ancora più forte».
E tra coloro che hanno dimostrato di avere grande fiducia in lui c'è anche Marco Spilli, storico tecnico della prima squadra. Sarà lui, infatti, ad accorgersi delle doti che Jack, come viene chiamato da queste parti, metteva immancabilmente in mostra ogni giornata nella Juniores e, pur non garantendogli ogni domenica una maglia da titolare, Spilli lo ha spesso gettato nella mischia: Giacomo ha ricambiato con prestazioni di livello, tra tutte quella contro l'Ardor Lazzate, dove si toglierà la soddisfazione di trovare il primo gol tra i grandi. Una stagione che si rivelerà poi trionfale per i rossoblù, capaci di ritornare in D dopo qualche anno di assenza.

Riuscito ormai a entrare stabilmente nelle rotazioni del tecnico massese, Sali sarà aggregato alla prima squadra anche l'anno successivo: dopo un fugace ingresso contro il Villa Valle alla primissima di campionato, Sali subentrerà anche con il Breno, in una giornata per lui memorabile. «Ho trovato il mio primo gol in Serie D, è stata una bellissima emozione. Il gol mi ha dato tanta fiducia e mi ha aiutato tantissimo per impormi in prima squadra. La Serie D è una categoria di altissimo livello e il salto dall'Eccellenza spesso si faceva sentire». 19 presenze, diverse da titolare, alcune buone prestazioni: sarà però nell'annata seguente che Sali disputerà quella che ad oggi è la sua migliore stagione a livello personale. Un'annata da grande trascinatore, che he regalato alla Varesina i pass per una storica partecipazione ai play-off, di cui l'esterno classe 2004 è stato senza dubbio tra i massimi artefici.

IL GIOCATORE


«Preferisco gli assist ai gol»- Giacomo esordisce così alla domanda sulle caratteristiche in campo. Tuttavia, si tratta di un'asserzione che non rende giustizia alla totalità e alla completezza del giocatore che abbiamo avuto il piacere di ammirare quest'anno. Sali fa senza dubbio della corsa e dell'abilità nel saltare l'uomo le sue armi migliori: un giocatore a tutto campo, che incarna alla perfezione il concetto di calcio moderno e che sposa alla perfezione la filosofia di Spilli. «Sono un esterno offensivo, nasco in questa posizione e ho sempre giocato principalmente sulla destra. Sicuramente la mia velocità è un punto di forza, mi piace essere lanciato e raccogliere la palla in profondità: i compagni mi dicono scherzando che assomiglio a Mbappé. Quest'anno mi sono trovato molto bene sia col 4-2-3-1 che in seguito col 4-3-3; c'è stato però un momento della stagione dove abbiamo avuto diversi infortuni e mi sono adattato a fare il tornante nel 3-4-3». Diverse sono state le prove in cui Sali ha offerto una prestazione significativa anche in un ruolo per lui insolito: il lato tecnico si affianca perfettamente alla propensione per il sacrificio che Sali ha più volte mostrato quest'anno, abbassandosi anche fino alla sua area di rigore per recuperare palla ed avviare l'azione. Spilli è infatti tecnico noto per la sua capacità di scegliere più soluzioni offensive contemporaneamente per non dare punti di riferimento in impostazione e non di rado il tecnico toscano si è infatti affidato alle percussioni del suo esterno, spesso aiutato dalle sovrapposizioni dei laterali, per arrivare in porta. Destro naturale, la precedentemente citata capacità nel dribbling lo rende quasi unico nel panorama delle Serie D: raramente, infatti, abbiamo visto nel corso di questa stagione giocatori capaci di creare superiorità numerica o di questo estro. Peculiarità che, purtroppo, è ormai merce alquanto rara nel fùtbol di oggi.

«ALBINOLEFFE? UNA GRANDE SOCIETÀ! »


Essere prima di tutto umili, consapevoli di quello che di grande si ha già costruito, ma anche pronti per spiccare il volo verso le stelle e continuare a inseguire quella passione che ora si è trasformata in qualcosa di molto più: la chiave per diventare grandi, il primo passo per puntare a scrivere il proprio nome tra i grandi. Grande, però, Giacomo lo è gia diventato: ha capito quando era arrivato il momento di mettersi in discussione e provare una nuova esperienza: «Dopo tanti penso di essere pronto, cosa che gli anni scorsi non mi sentivo di essere. Sono molto felice di essere in una società importante come l'AlbinoLeffe». Approdare in una categoria superiore non è però mai semplice. Giacomo lo sa bene e, se già aveva avvertito un salto importante nel passaggio tra Eccellenza e Serie D, non può che essere lo stesso, se non maggiore, il gap con i professionisti: «Sono pronto a cominciare e a lavorare duramente, mi metterò a disposizione sin dal primo giorno di ritiro per imparare dai compagni e dal mister e migliorare sempre di più». Del resto, il sogno per Giacomo non può che essere uno: quel bambino che una quindicina d'anni fa rincorreva un pallone insieme a suo papà, magari con indosso una maglia bianconera, non può che sperare un giorno di vestire la maglia dei suoi campioni preferiti e magari ripercorrerne le orme. La strada sarà lunga, tortuosa e faticosa, ma Giacomo sa meglio di chiunque altro come arrivare prima: bruciando le tappe, appunto. Rincorrendo un pallone sulla fascia, seminando avversari, tenendo aperto un libro di conquiste che ogni giorno si appresta ad avere una nuova pagina da sfogliare.

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