Prima Categoria
10 Luglio 2025
PRIMA CATEGORIA CARUGATE
Una retrocessione patita ai playout, con due pareggi e un gol in più che avrebbe cambiato la storia, un verdetto che lascia ancora quella fiammella accesa nello stomaco, pronta però per dare via all'incendio della rinascita. Quella di un Carugate che dopo aver perso la Promozione da neopromosso, torna in Prima Categoria con la voglia di riprendersi ciò che è stato perso seguendo un vento nuovo, come il direttore sportivo, l'allenatore e più di metà rosa.
«Fare come due anni fa», è questo l'augurio introduttivo del presidente Alberto Castelli. Un messaggio chiaro sulle ambizioni del club, capace nella stagione 2023/2024 di dominare il Girone M perdendo solo una partita e vincendone 22 su 30, con una difesa da appena 24 gol subiti. Numeri difficilissimi da ripetere, ma le parole del presidente mettono in primo piano la volontà di fare una grande annata, e anche il percepito da Marco Cupelli, allenatore preso dalla Cosov, lo conferma: «Voglia di ripartire forte? Sì, ho visto questa cosa. I ragazzi che sono rimasti dal gruppo dell'anno scorso li ho visti determinati e con la voglia di tornare nella categoria che credo si sentano più addosso, anche perché penso che per molti di loro retrocedere è stato un po' un colpo. Credo tanti di loro sapevano che forse il livello era un pelo più alto, potevano giocarsi una metà classifica, invece il campionato è andato in modo tale che hanno sempre vissuto la stagione nella zona playout. Nel calcio capita che le stagioni vadano male, però li ho visti determinati e la voglia di tornare su sicuramente c'è».
Tuttavia, senza aggiungere benzina sul fuoco interiore, anche perché la squadra ha subito molti cambiamenti importanti e servirà tempo per trovare la giusta quadra. «Credo che bisogna lavorare tranquilli. Quello di due anni fa è stato un risultato molto particolare perché non tutti i campionati si possono dominare, anche se si parte per cercare di vincerli. - spiega Cupelli, che sul peso della risalita aggiunge - Pressione? Siamo comunque in Prima Categoria, quindi il giusto, però non dobbiamo essere scarichi perché questo non ti porta ad approcciare al 100%. Averla invece può darci una spinta in più». Nel frattempo, l'impatto con la squadra è positivo: «Abbiamo fatto il primo allenamento e sono rimasto piacevolmente colpito dal fatto che, per essere l'8 luglio, erano presenti 18 ragazzi. Ho visto l'entusiasmo giusto, abbiamo fatto un buon allenamento e son contento. Tanti ragazzi non ho avuto modo di vederli con continuità essendo stato sui campi in tutti questi anni, anche se li conosco e ne conosco le caratteristiche, quindi ci sarà tanto lavorare».
Il credo di chi si prepara a vivere la sua prima stagione da direttore sportivo, di chi si è affermato nel calcio dilettantistico lombardo proprio grazie alla sua capacità di ricoprire vari ruoli nel mondo degli addetti ai lavori, e di chi ora si appresta a vivere qualcosa di totalmente nuovo. «Diciamo che il ruolo pensavo fosse più facile, lo ammetto, in realtà mi sono accorto che la gestione di tutto è comunque complessa. - riconosce Valerio Amati, nell'ultima stagione impegnato a Concorezzo insieme a Glauco Paggetta, uno dei suo mentori per la nuova avventura - Fa un po' strano dirlo, però come colleghi che mi hanno aiutato in questo periodo non posso che citare Glauco, con cui ho lavorato l'anno scorso a stretto contatto e devo dire che mi dato una mano anche quest'anno, e ovviamente Gianni Pizzi, perché per ogni dubbio loro ci sono sempre, hanno grande esperienza e c'è un rapporto che va un po' oltre il semplice calcio. Loro due sono forse quelli che mi hanno aiutato di più sia a livello personale sia per raggiungere questa posizione, ma anche nel consigliarmi su come gestire certe situazioni. Ovviamente non posso non citare anche Fabrizio Savassi, che è il direttore generale qui a Carugate, che è la persona che mi ha voluto qui e che mi ha aiutato molto in questo periodo».
A partire dal costruire le fondamenta della squadra, ovvero le conferme della passata stagione, prima di inserire man mano i propri mattoncini: «La rosa è stata costruita in maniera abbastanza omogenea. Prima si sono fatte tutte le conferme, e quello è stato un percorso che è stato fatto in condivisione con Savassi, che d'altronde era qui e ha vissuto lui la scorsa stagione, quindi era giusto che seguisse questo aspetto. Dopodichè abbiamo iniziato a lavorare, avevo già quelli che erano i miei obiettivi e devo dire che sono arrivati più o meno tutti, le idee erano abbastanza chiare. Sono stati presi tutti giocatori che in questi anni ho avuto modo di vedere, avendo seguito io tantissime partite fin dai ragazzini e anche in quest'ultima stagione. Sono arrivati 13 ragazzi, più uno promosso dalla Juniores, e nessuno è stato preso a scatola chiusa. Sono estremamente soddisfatto della rosa che siamo riusciti a creare, anche con lo staff, quindi non c'è stata una priorità di ruolo». Una di tattica, però, sì: «Ho cercato di lavorare con un solo credo, quello di creare duttilità perché io penso che la squadra forte è quella forte nell'undici di partenza, ma soprattutto nelle alternative. E le alternative, per come la vedo io, devono essere delle alternative, cioè anche a gara in corso devono cambiare qualcosa, non devono essere un semplice cambio ruolo su ruolo, quindi si è cercato di avere una squadra che possa avere quante più possibilità all'interno del lavoro settimanale e poi della domenica».
Tanti acquisti, alcuni più semplici e qualcuno convinto sul lungo periodo: «I più facili? Leonardo Sala e Alessandro Volpi, ho avuto modo di vederli l'anno scorso a Concorezzo in Juniores e mi hanno detto sì davvero in tempo zero. Il più difficile forse, perché è stata una bella trattativa, un bel corteggiamento, è stato Simone Guidi. Alla fine però ci siamo trovati e siamo contenti entrambi, io forse di più perché lo cercavo da anni». La ciliegina sulla torta per Amati, che chiosa invece sulle pressioni di dover costruire una squadra chiamata a un campionato di prima fascia: «La sento tanto, sì, ma non dal presidente e dall'ambiente, quanto più dall'esterno. Molti mi hanno detto che conosco tante persone, tanti ragazzi, che avrei fatto sicuramente una grande squadra, però non è esattamente così. Sinceramente non ci penso, so che abbiamo lavorato bene, si è creato una squadra e anche uno staff secondo me di livello importante, dopodiché bisognerà andare in campo e lavorare. Sicuramente il nostro obiettivo è quello di fare il meglio possibile. Ora tutti vogliono vincere, quindi sarebbe un po' arrogante dirlo, però sappiamo quello che abbiamo fatto. Ora bisogna solamente lavorare».
Anche quando affonda, si sa, un vero capitano non lascia mai la propria nave, e Stefano Bertini quella fascia sul braccio ha deciso di stringerla ancora più forte dopo la retrocessione: «È stata un'annata particolare perché tornavamo in Promozione dopo tantissimi anni, sia il Carugate sia personalmente. Retrocedere non è mai bello, quindi l'emozione del tornare in Promo è stata tolta da questa retrocessione amara. Chi è rimasto però ha quella voglia di riscattarsi, vuole dimostrare che non merita quella retrocessione appena passata, quindi ci sono tutti i presupposti per far bene, poi si sa: nel calcio risponde il campo». Lì dove a guidare la squadra dalla panchina sarà un nuovo allenatore: «Non lo conoscevo, però mi sembra uno a cui piace giocare a calcio, con entusiasmo. Ho fiducia, ha una buona idea di calcio e noi vogliamo seguirlo fino in fondo per fare una gran stagione».
Senza guardarsi indietro e a quel campionato stravinto due anni fa, come afferma Bertini: «Ogni stagione è a sé. Quello che è stato fatto due anni fa è stato fatto due anni fa, quello che è stato fatto l'anno scorso è stato fatto l'anno scorso, quest'anno è stata costruita una squadra per fare un buon campionato. Dal 20 agosto partiremo a costruire la nostra stagione, poi i risultati verranno in base al lavoro e alle risposte sul campo. Pensare al passato non serve a niente, scriveremo la storia con quello che verrà». Insieme a un gruppo a cui il capitano lascia un messaggio chiaro: «Pensiamo sempre positivo, pensiamo che siamo il Carugate, una società storica nel monzese-milanese, siamo un bel gruppo e dobbiamo sempre puntare alla vittoria. L'unità e il gruppo che mette da parte l'io faranno la loro parte, bisognerà seguire le idee del mister e della società, poi sta a noi la domenica: se vinci vinci il campionato, se perdi ne farai uno anonimo, però noi puntiamo sicuramente a vincere, a far vedere che il Carugate vuole competere per stare in alto».
PORTIERI: Federico Ferrari (1995 Cosov), Andrea Bressana (1994 DiPo).
DIFENSORI: Giovanni Belcastro (2004 confermato), Jacopo Testi (2000 confermato), Antonio Centra (2004 confermato), Francesco Mele (1994 confermato), Michele Lauri (1991 Biassono), Alessandro Volpi (2007 Concorezzese), Davide Annunziata (1993 DiPo), Andrea Stucchi (2006 promosso dall'Under 19).
CENTROCAMPISTI: Stefano Bertini (1995 confermato), Riccardo Pioggia (1992 confermato), Luca Pinto (2004 confermato), Leonardo Verderio (1999 Vibe Ronchese), Riccardo Cappella (2002 Cosov), Davide Missaglia (2005 Concorezzese), Francesco Messina (2004 Pro Lissone).
ATTACCANTI: Andrea Brusati (2002 confermato), Francesco Basile (2002 confermato), Simone Guidi (2002 SC United), Alessandro Tresoldi (2003 Città di Segrate), Antonio Ruscelli (2003 Juvenilia), Leonardo Sala (2006 Concorezzese).
ALLENATORE: Marco Cupelli (Cosov).
STAFF: Mattia Longhi e Roberto Galbusera (collaboratori), Daniele Mastrorilli (preparatore portieri), Andrea Maggioni (preparatore atletico), Valerio Di Domizio (fisioterapista).
DIRIGENZA: Alberto Castelli (Presidente), Roberto Belluschi (Vice Presidente), Fabrizio Savassi (Direttore Generale), Valerio Amati (Direttore Sportivo).