LUESE - Sergio Viganò (qui in foto ai tempi dell'Alessandria negli anni '70 e '80) è stato presidente del club dal 2013 al 2019
Non era solo un semplice massaggiatore, un vero e proprio «Mago» del calcio oppure un dirigente appassionato. La risposta è chiara per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo o di sentir parlare di lui. Sergio Viganò, scomparso nelle scorse ore a 84 anni, era un vero e proprio punto di riferimento nel mondo del calcio, un uomo capace di trasformare anche il dolore in sollievo e di accelerare il recupero degli atleti con un tocco quasi magico. Già massaggiatore in Serie A alla Sampdoria, dal 2013 al 2019 è stato presidente della Luese nei Dilettanti in Piemonte. Milanese di Garbagnate, era ormai alessandrino d'adozione a tutti gli effetti da anni.
L'ABBRACCIO DI MANCINI E L'ECO DI UN GOL STORICO Era il 13 maggio 2012 quando il Manchester City conquistò la Premier League grazie al leggendario gol di Sergio Agüero. Tra i festeggiamenti, l'immagine di Roberto Mancini che abbraccia Sergio Viganò a bordo campo rimane impressa nella memoria di molti. Un gesto che certifica l'importanza di Viganò non solo come professionista, ma come amico e confidente di tanti campioni. Un'amicizia che si trascinava da anni, dai tempi della Sampdoria, e che è arrivata quasi fino alle soglie della Nazionale, quando il «Mancio» avrebbe voluto con sé lo stimato professionista, con lui anche nelle avventure di Lazio e Inter, ma la chiusura del cerchio non arrivò.
IL LEGAME CON L'ALESSANDRIA E LA SAMPDORIA SCUDETTATA Viganò ha lasciato un segno indelebile anche all'Alessandria, dove ha lavorato come massaggiatore dal 1971 al 1986 e poi ancora nel 1987-88. La sua figura è stata talmente iconica per il club che il suo volto è stato scelto tra quelli scelti per il poster dei 100 anni della squadra. Ma non è tutto. La sua esperienza alla Sampdoria, durante l'era d'oro della coppia Mancini-Vialli, ha rafforzato i legami con i grandi del calcio, trasformandoli in amicizie fraterne. Tant'è che alla presentazione della Luese in Seconda Categoria nel 2013 arrivarono, oltre a Mancini, anche Attilio Lombardo e Angelo Adamo Gregucci. E proprio il club di riflesso ebbe grande notorietà nazionale proprio per questo.
UN UOMO DI CUORE E SAGGEZZA Sergio Viganò non era solo un professionista esemplare, ma anche un uomo dal cuore grande. Nonostante il suo carattere burbero, chi lo conosceva sapeva della sua generosità e del suo amore per il calcio. Circa 3 anni fa, ad Alessandria, ha ricevuto un premio dagli allenatori piemontesi, un riconoscimento che lo ha profondamente commosso. E alla notizia della sua scomparsa molte società e molti addetti ai lavori hanno espresso messaggi di cordoglio via social.
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